LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO – La Sanità italiana non si affidi alle polizze private

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO – La Sanità italiana non si affidi alle polizze private

 LA SANITÀ ITALIANA NON SI AFFIDI ALLE POLIZZE PRIVATE

  di GERO GRASSI*
  *Parlamentare PD

     «Quello che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano, ma se non ci fosse quella goccia, all’oceano mancherebbe». Quando Madre Teresa di Calcutta pronunciava queste parole, certamente lo faceva volgendo lo sguardo e l’attenzione ai più deboli, così come oggi sta facendo il presidente Barack Obama portando avanti con determinazione il suo progetto di riforma sanitaria in America. Troppo spesso accade che ci disinteressiamo di una cosa perché la sentiamo lontana da noi. È il caso della malattia. La trattiamo con rispetto soltanto quando fa capolino nella nostra vita. Quando siamo baciati dalla salute, difficilmente immaginiamo le difficoltà, le necessità che cela una malattia importante, sia dal punto di vista medico che economico. Ho letto storie strazianti di cittadini americani che non avendo copertura assicurativa, guardano alla morte come ad uno spiraglio di luce, per venire fuori dalla sofferenza e dal dolore che attanaglia l’intera famiglia.
FRA I MIGLIORI SISTEMI DEL MONDO -Il sistema sanitario italiano con tutte le sue carenze strutturali, i deficit organizzativi, le liste d’attesa, resta uno dei migliori al mondo. Non ce ne accorgiamo perché ormai è cosa acquisita e come spesso accade, è più facile individuarne le debolezze che i punti di forza. Dover attendere per una visita specialistica è penoso, ma certamente non è lacerante come sentirsi dire che la polizza assicurativa non copre la visita o gli esami diagnostici.
Il sistema sanitario affidato alle coperture assicurative è quanto di più lontano dalla giustizia sociale possa esistere. Chi immagina che ricorrere al privato possa essere la panacea di tutti i mali, non ha contezza di quanto accade quotidianamente in America, dove un operaio non può permettersi le stesse cure del suo datore di lavoro.
La riforma sanitaria voluta da Obama, che ha già avuto l’approvazione della Camera, mira a porre un freno al disumano agire delle compagnie assicurative e si propone di tagliare i costi sia per le famiglie che per il Paese. Come accade per tutti i beni di consumo, anche per le polizze assicurative esiste un costante rincaro, che impedisce o limita fortemente l’accesso alle cure per i cittadini. L’americano con un lavoro precario o con una situazione economica comunque non agiata, ha dinanzi a sé due possibilità: o rinuncia all’assicurazione, o ne sottoscrive una che non gli consente di usufruire neanche dei servizi minimi, come ad esempio chiamare il medico a casa a causa della malattia. Da una indagine statistica realizzata di recente, risulta che gli assicurati americani nel 43% dei casi non riescono a permettersi le cure adeguate e 8 su 10 denunciano aumenti insostenibili delle polizze nell’ultimo anno. Va evidenziato poi che con la crisi mondiale, per molti la polizza assicurativa e quindi il diritto alla cura, se ne è andato insieme al lavoro. Il 20% di quelli che non hanno assistenza sostiene, inoltre, che gli è stata rifiutata la polizza assicurativa per la clausola – ora abrogata – delle «condizioni pre-esistenti», ovvero se sei malato non ti assicuro.
IL PROGETTO DI OBAMA IN USA -Ma che sanità è mai questa? E come è possibile ambire anche in Italia ad un   sistema sanitario basato sulle assicurazioni private? Camminare verso questa direzione significa alimentare una grandissima ingiustizia sociale e significa tornare secoli indietro, quando la povera gente moriva perché non poteva permettersi di pagare il dottore.
Uno degli aspetti più innovativi della riforma sanitaria voluta da Obama è quello della «Pubblic Option» che introduce nel mercato assicurativo la possibilità di scelta di piani gestiti dal governo, nell’ambito dei quali i funzionari federali contratteranno direttamente le tariffe con i medici e gli ospedali. Altra novità consiste nel fatto che il programma di assistenza sanitaria gratuito di base, sarà esteso a chi supera del 50% la soglia di povertà (10 mila euro annui individuali) equivalente a 33 mila euro l’anno per una famiglia di 4 persone. I cittadini che si trovano tra una volta e mezzo e 4 volte la soglia di povertà, avranno diritto a sussidi progressivi per acquistare un’assicurazione. In ogni caso chi supera la soglia di una volta e mezzo non dovrà pagare più del 3% del proprio reddito per premi assicurativi.
Gli italiani devono riflettere su tutto questo e non lasciarsi trasportare da propaganda ingannevole. Tra una realtà da perfezionare, qual è il sistema sanitario italiano ed una prospettiva – quella delle polizze – che apre ad una tale diseguaglianza sociale, credo che la decisione sia facilissima, se al centro si pone la persona ed i suoi bisogni. Sulla salute non si può lucrare.