LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO – Fioroni: più che una riforma sembra un pignoramento

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO – Fioroni: più che una riforma sembra un pignoramento

L’intervista parla l’esponente del PD Ex Ministro dell’Istruzione nel Governo Prodi
 
di
ALESSANDRA FLAVETTA
 
 
L’ex ministro della Pubblica Istruzione Beppe Fioroni apre ad Assisi il convegno di Quarta Fase, 1’ area culturale del Pd attorno a cui si raccolgono gli ex democristiani, sferrando un duro attacco al decreto Gelmini sulla scuola, approvato alla Camera ieri l’altro: ‘Più che una riforma- afferma — è un pignoramento”.
Parla degli otto miliardi di fondi in meno per la scuola nei prossimi tre animi, del blocco del turn-over e del pensionamento di 150 mila tra insegnanti e personale non docente?
Non si può usare il termine riforma per questo taglia e cuci arrangiato, la cui musa ispiratrice è il ministro Tremonti e la sua calcolatrice. C’è solo l’esigenza economico-finanziaria di fare dei tagli e non assumono neanche i restanti 75mila insegnanti precari dei l50 mila la cui stabilizzazione è stata finanziata i dal governo Prodi. In tutto parliamo di 225 mila unità che sono l6 volte gli esuberi Alitalia. La scuola è la loro Bad Company ma sfasciano le elementari, che sono la migliore scuola italiana. Siamo passati dalle Ire I della Moratti alle tre I di Tremonti: Inadeguata, Impoverita, Invecchiata. In media i maestri avranno 50 anni e negli ultimi 10 si sono specializzati, non sono preparati per fare i tuttologi.E all’autonomia scolastica si dice:”Credere ed obbedire”.
Cosa sente di dire al suo successore, il ministro Gelmini?
Che la scuola non è di destra, di sinistra o di centro, è di tutti. Io gli ho lasciato degli strumenti: il Quaderno Bianco, un programma pluriennale con cui si prevedeva di riassorbire i precari in 5 anni, lavorando in rete con Regioni, Province e Comuni e si avviava un processo dl trasformazione della scuola senza improvvisazioni. Gli ho lasciato anche la bozza d’intesa con la Regione Lombardia sull’attuazione del Titolo V della Costituzione per un rapporto tra la scuola, la formazione professionale, gli istituti tecnici.e il mondo produttivo. La serietà ed il rigore non possono essere la foglia di fico dietro la quale nascondersi per smantellare l’istruzione pubblica. Parlano di federalismo, ma a subire tagli saranno proprio le scuole locali con 500 o 300 alunni e si ridurrà il numero degli insegnanti di sostegno. Al Sud ci sarà il taglio dei diritti e al Nord quello delle risorse.
Bossi ha detto basta ai maestri del Sud che insegnano al Nord e il decreto rende provinciali e non più nazionali le graduatorie per l’immissione a ruolo dei maestri elementari. Che ne dice?
Nella gravità delle conseguenze che il decreto comporterà, con i precari a cui si dice, dopo aver insegnato per decenni, andate a fare le guide turistiche, le graduatorie sono un aspetto marginale.
Brunetta sostiene che gli insegnanti italiani guadagnano troppo. Che gli risponde?
Uno che ha tolto il tetto di 300mila euro di stipendio ai grand committees di Stato e dice che è troppo guadagnare 1158 euro al mese si deve solo vergognare.
Quale messaggio lancia al Pd Quarta Fase dai convegno di Assisi?
Siamo 80 parlamentari del Pd e questo non è un convegno di corrente. All’insegna del miglior pensiero di Aldo Moro crediamo debba prevalere la commistione di culture per
un grande ricambio della classe dirigente e un partito che abbia al centro la persona con particolare attenzione alla marginalità sociale.