La Gazzetta del Mezzogiorno del 09/01/2010 – “Sanità:ritorno al futuro”

La Gazzetta del Mezzogiorno del 09/01/2010 – “Sanità:ritorno al futuro”

di Gero Grassi – Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera
 
 I casi di presunta malasanità che balzano agli onori della cronaca lanciano un messaggio d’allarme. La salute dei cittadini deve essere tra le priorità del Governo. Il settore sanità deve essere costantemente monitorato. Le strutture sanitarie devono essere messe nelle condizioni di poter erogare servizi garantiti. Ci vuole studio, ricerca, programmazione e innovazione per ridurre al minimo l’errore che resta, si comprende, un fattore umano.
E’ tempo di proiettarsi nel futuro, è tempo di innovarsi costruendo nuove concezioni che poggiano su basi solide……
 

di Gero Grassi – Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera
 
 I casi di presunta malasanità che balzano agli onori della cronaca lanciano un messaggio d’allarme. La salute dei cittadini deve essere tra le priorità del Governo. Il settore sanità deve essere costantemente monitorato. Le strutture sanitarie devono essere messe nelle condizioni di poter erogare servizi garantiti. Ci vuole studio, ricerca, programmazione e innovazione per ridurre al minimo l’errore che resta, si comprende, un fattore umano.
E’ tempo di proiettarsi nel futuro, è tempo di innovarsi costruendo nuove concezioni che poggiano su basi solide. L’Health Technology Assessment è definito in letteratura un approccio multidimensionale e multidisciplinare che si propone di analizzare le implicazioni medico-cliniche, sociali, organizzative, economiche, etiche e legali di una nuova tecnologia, attraverso la valutazione di diversi fattori quali: l’efficacia, la sicurezza, i costi, l’impatto sociale organizzativo.
L’HTA non è solo un tema di discussione accademico, non avrebbe senso e non avrebbe valore; è stato  riconosciuto in Italia a livello istituzionale, uno strumento concreto di supporto alla programmazione della sanità. Comincia ad essere applicato in  realtà regionali, ai risultati si deve guardare con l’interesse ed il desiderio di chi è disponibile ad adottare modelli che risultano efficaci e vincenti.  
Si deve sempre partire da una premessa: competenze e risorse sono alla base dell’eccellenza in sanità, venendo meno questi due punti di forza, ogni risultato ne verrà indebolito e come sempre accade, saranno i cittadini a farne le spese.
Siamo nel 2010 ed è assolutamente necessario parlare di tecnologia sanitaria, un concetto ampio che comprende: le attrezzature sanitarie, i dispositivi medici, i farmaci, i sistemi diagnostici, le procedure chirurgiche, i percorsi aziendali e gli assetti strutturali, organizzativi e manageriali nei quali viene erogata l’assistenza sanitaria. Comprendono in sintesi tutte le applicazioni pratiche conosciute, per promuovere la salute dei cittadini, fare prevenzione, diagnosticare e curare le malattie.
Di strada ce n’è ancora tanta da fare. Alcune regioni hanno cominciato a muovere i primi passi verso tale direzione. Si tratta di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che hanno sperimentato percorsi nuovi attraverso l’applicazione dell’Health Technology Assessment.
In Piemonte ed in Lombardia sono stati coinvolti numerosi esperti. Per il Piemonte la consulta per l’HTA prevede di coinvolgere anche i pazienti. Compito di questo organo  è predisporre raccomandazioni sulle attività di HTA e raccogliere proposte di possibili oggetti di valutazione. La Lombardia ha costruito un processo di valutazione delle tecnologie sanitarie finalizzato allo scambio di conoscenze ed informazioni, con programmi di valutazione anche della appropriatezza delle prestazioni di ricovero. Veneto ed Emilia Romagna da più tempo hanno avviato attività vicine all’approccio dell’HTA.
La collaborazione intraregionale è un obiettivo da perseguire fortemente nel prossimo futuro. Da un lato evita duplicazioni e sovrapposizioni, dall’altro facilita lo scambio di informazioni, che è basilare nella vita, non solo in sanità,  per un arricchimento reciproco.
Tali esperienze non possono rimanere patrimonio di pochi, ma devono coinvolgere tutti, devono essere messe a disposizione di tutti.
Non dobbiamo contrapporre l’Italia del Nord a quella del Sud. Dobbiamo costruire un ponte che faciliti lo scambio di esperienze, professionalità, studi, ricerche e scoperte tra le regioni. 
Ai cittadini deve essere garantita un’assistenza di elevata qualità e sicurezza, i casi di malasanità non devono più occupare le  pagine dei giornali. Si deve investire di più in Sanità, non solo per le spese gestionali ordinarie, ma si deve comprendere che la ricerca in tutti i settori che contribuiscono a migliorare il sistema sanitario nazionale, ha un’importanza elevatissima. Questo è strettamente legato alle decisioni ed alle scelte di coloro i quali hanno la facoltà di decidere quante  risorse investire, per una gestione ottimale della domanda di salute. Programmazione e tecnologia devono essere tra le priorità in sanità per il 2010 o continueremo ad inseguire un modello sanitario irraggiungibile.