LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO – Commissione parlamentare sui misteri e gli enigmi del caso Moro

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO – Commissione parlamentare sui misteri e gli enigmi del caso Moro

LA GAZZETTA DEL MEZZIORNO
6 AGOSTO 2013
 
 
Commissione d’inchiesta parlamentare sui misteri e gli enigmi dei caso-Moro
Proposta di legge di Fioroni e del pugliese Grassi, sottoscritta dagli altri partiti
 
Roma – Istituire una commissione di inchiesta sul caso Moro, per chiarirne «i misteri e gli enigmi». A proporlo sono i deputati del Pd Giuseppe Fioroni e Gero Grassi, con un’iniziativa che ha avuto l’adesione dei capigruppo dei Pd Roberto Speranza, del Pdl Renato Brunetta, di Sel Gennaro Migliore, di Scelta Civica Lorenzo Dellai, di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, di Centro democratico Pino Pisicchio, dei vice capogruppo della Lega Nord Gianluca Pini, di Pierluigi Bersani, Rosy Bindi, Raffaele Fitto, Lorenzo Cesa, Bruno Tabacci, Andrea Cecconi dei M5S e da altri 90 deputati.
“A 35 anni di distanza -sostengono Fioroni e Grassi- il caso Moro è ancora una pagina densa di misteri e di enigmi. Nuove rivelazioni e dichiarazioni hanno riacceso riflettori sul “caso Moro’. Sembrano emergere rilevanti elementi di novità, che riguardano azioni ed omissioni. Ruotano
Sul sospetto, sempre più connotato da certezza che la morte di Moro poteva essere evitata. Impegnarsi per ricercare tutta la verità è uno dei migliori servizi che come deputati possiamo fare per il rafforzamento e la credibilità delle nostre istituzioni”.
“Ricercare tutta la verità vuol dire continuare a rendere giustizia ad Aldo Moro, alla sua famiglia e a tutti coloro che credono e amano la democrazia e la libertà e proprio per questo non. temono la verità. Spiace purtroppo constatare che, fatti salvi alcuni importanti servizi radiotelevisivi e molti libri scritti sull’evento, ancora oggi esiste una reticenza generale a discutere del ‘caso Moro’, di cui si parla solo in occasione delle ricorrenze del 16 marzo e 9 maggio. Nonostante il trascorrere degli anni, permane un senso di colpa su quello che lo Stato poteva e doveva fare per la liberazione dello statista Dc e che invece non ha fatto o non ha fatto completamente”, concludono Fioroni e Grassi.