ITALIA DOMANI – Sanare la sanità

ITALIA DOMANI – Sanare la sanità

L’Italia divisa, tra nord e sud, quando si affrontano i grandi temi, come il

funzionamento della sanità. Gero Grassi parla di “cecità politica”, come se il ritardo

del Mezzogiorno non riguardasse l’intero Paese.

di Giulia Siviero

L’Italia, soggetto singolare-plurale. L’Italia tutta intera e l’Italia divisa, quando si affrontano, ad esempio, le grandi questioni come il funzionamento della sanità: due discorsi, quindi, uno per il nord, l’altro per il sud.
E ciò che, pericolosamente, sta accadendo è l’incremento delle differenze, non solo sul piano finanziario ed organizzativo, ma anche per i meccanismi di prevenzione e di tutela della salute. Gero Grassi, nominato da Walter Veltroni a responsabile nazionale del settore sanità del Partito ed eletto, ad aprile, deputato della repubblica per il Pd in Puglia, analizza le principali criticità della sanità nel Mezzogiorno.
“Sono riconducibili – esordisce l’onorevole Grassi – da un lato ad un ritardo strutturale del Mezzogiorno, analogo in altri settori. Dall’altro ad una distribuzione delle risorse che privilegia le regioni con popolazione anziana. Le regioni del Meridione, con popolazione più giovane, subiscono una quota capitaria inferiore. Sarebbe il caso di rivedere i criteri di erogazione della quota capitaria perché il ritardo del Mezzogiorno crea disagi ai meridionali, ma sta diventando un problema anche per il nord. Con i viaggi sanitari della speranza, per i primi, con le liste di attesa sempre più lunghe per i secondi. Nell’Italia che spesso proclama parole come solidarietà e sussidiarietà, il ritardo del sud viene vissuto come problema solo dal Mezzogiorno, come quasi non interessasse l’Italia intera. Questa è cecità politica e lo dico a quanti immaginano che tali atteggiamenti rafforzino se stessi infischiandosene degli altri. Mi auguro poi che il tanto conclamato Federalismo non si trasformi nella tomba del Mezzogiorno. Credo possa diventare un’opportunità per tutti se, in alcune zone, viene inteso e vissuto come diritto-dovere per recuperare i ritardi di ogni genere ed offrire il meglio della propria responsabilità in un clima di unità della Repubblica. Se il Federalismo diventa l’esaltazione degli egoismi e dei localismi vivremo momenti terribili”.

Al Sud ci sono luoghi di eccellenza, ma sono strutture isolate (e non solo a causa delle strade che scarseggiano per collegarli adeguatamente ai centri abitati). Manca un saper “fare sistema”. Quale la possibile soluzione?
“Le rispondo raccontandole un aneddoto. Tutti pensano che la nota canzone torna a Surriento” sia dedicata ad un’innamorata. In rea/tè così non è. Giambattista ed Ernesto De Curtis composero la canzone nel 1902 come omaggio all’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli che fu il primo Capo dei Governo italiano o scendere sotto Roma a distanza di oltre trent’anni da Roma Capitale. Fece questo viaggio perché a Sorrento scoppiò una pestilenza infernale che produsse migliaia di morti ed accettò condizioni di vita da quarto mondo. Voglio dire che l’Italia è stata spesso trattata diversamente sia dal punto di vista economico che sanitario. Questo non elimina le responsabilità di quei meridionali che continuano a vedere la Stato nemico o peggio ancora, sono soliti so/o piangersi addosso.
Credo, però, che oggettivamente si debba fare di più per calmare i divari. Un’ Italia a due velocità danneggia tutti Da anni nel Mezzogiorno si assiste ad una ripresa e a punte di eccellenza, anche nel campo sanitario, invidiate ed invidiabili. Compito dello Stato è agevolare la creazione della rete e del sistema meridionale”.

E sulla gestione delle ASL e il convenzionamento degli istituti? Tra pubblico e privato, c’è chiarezza di funzione e trasparenza di rapporti?
“Credo fortemente che io sanità debba essere prevalentemente pubblica. Sono convinto che l’articolo 32 della Costituzione non sia pienamente realizzato anche per via di Livelli Essenziali di Assistenza che sono sostanzialmente diversi da zona a zona del Paese. Un sistema integrato tra pubblico e privato può essere la soluzione, sempre che tutti sappiano che la cura delle persone non può essere subordinata al reddito o alle condizioni sociali”.

Come risolvere la questione dei debiti?
“Con maggiori controlli,  maggiore responsabilità dei protagonisti tutti e con piani di rientro che abbiano la consapevolezza che stiamo sempre parlando di persone e non di computer. Le Regioni vanno accompagnate nei Piani di rientro che non devono soffocare il diritto a/la salute”.

Si prefigura uno stato dirigista che “impone” politiche liberiste e, per i bisognosi, propone politiche di soccorso: aiuti monetizzati, come negli Usa, e non servizi. Anzi, sempre meno servizi. Quali le conseguenze sulla sanità e sulla sanità del Mezzogiorno, in particolare, delle nuove politiche di governo?
“Ritengo fortemente sbagliato aver di fatto indotto il  Ministero del/a Salute a Ministero di serie B. I primi passi del governo sottintendono, ed anche in modo grossolano ed arraffare, la volontà di trasformare la sanità italiana. Si vuole di fatto arrivare ad una sanità, e ad una scuola, nelle quali il bonus diventa il parametro di riferimento. Per poi consentire a chi può economicamente di recuperare con le assicurazioni. Il Partito democratico su questi temi deve scendere in piazza e discutere con la gente. La salute non può essere subordinata a logiche aziendalistiche ed economicistiche. Non esiste prezzo o spesa per il salvataggio di una vita umana e guai od immaginare che si possa anteporre l’aspetto economico alla vita umana. Se ciò avvenisse scivoleremmo verso una società diversa da quello che abbiamo costruito e basata sullo sacralità della persona. I servizi sono  propri di una società che fa della persona l’epicentro e quindi non vanno ridotti semmai ampliati i cittadini devono però far corrispondere ai servizi atteggiamenti di grande responsabilità perchè la Res publica siamo noi tutti.”

Su quali punti principali farete opposizione?
“Noi pur avendo perso le elezioni siamo in Parlamento con responsabilità e dedizione. Assistiamo ad una maggioranza che diserta le Commissioni ed è telecomandata con un eccessiva ricorso al voto di fiducia, in Parlamento manca il confronto ed il dibattito perchè troppe volte le decisioni sono prese altrove e anche la minima discussione può infastidire il manovratore che sembra avere obiettivi diversi di quelli che Papa Montini dicevo essere il fine ultimo della politica; il bene degli altr. Vorrei concludere con le parole di Ted Kennedy a Barack Obama: il vecchio senatore si è dichiarato sicuro dell’elezione del candidato democratico a Presidente degli Stati Uniti, poi gli ha chiesto di battersi  da Presidente per realizzare il sogno dei suoi due frate/li drammaticamente uccisi. Quel sogno, ha detto il vecchio Senatore, consiste nell’aspirazione, tutta americana, di vedere il diritto alla salute riconosciuto a tutti i cittadini e non come pr vilegio di pochi in Italia questo diritto lo abbiamo, dobbiamo conservarlo, difendendo/o da quanti vogliano portarci indietro, ma anche supportarlo con atteggiamenti di rigore morale”.