Istat: le nozze religiose risultano essere più stabili

Istat: le nozze religiose risultano essere più stabili

Nel 2012 le separazioni nel nostro paese sono state 88.288 e i divorzi 51.319, entrambi in calo rispetto all’anno precedente (rispettivamente -0,6% e -4,6%). È quanto raccontano i dati di una ricerca dell’Istat, dalla quale emerge, però, anche che “i tassi di separazione e di divorzio, in continua crescita dal 1995, hanno una battuta d’arresto nel 2012” e che sempre più italiani vanno all’estero, in particolare in Spagna, per arrivare alla rottura del legame coniugale in tempi più rapidi. 

I 40enni i più colpiti dalla crisi coniugale. Nel 2012 all’atto della separazione i mariti hanno mediamente 47 anni e le mogli 44. Analizzando la distribuzione per età si nota come la classe più numerosa sia quella tra i 40 e i 44 anni per le mogli (19.036 separazioni, il 21,6% del totale) mentre per i mariti la 45-49 (18.461 pari al 20,9%). Nel 2000, invece, il maggior numero delle separazioni ricadeva sia per i mariti sia per le mogli nella classe 35-39. 
Le nozze religiose risultano essere più stabili… 
 
 

 

Nel 2012 le separazioni nel nostro paese sono state 88.288 e i divorzi 51.319, entrambi in calo rispetto all’anno precedente (rispettivamente -0,6% e -4,6%). È quanto raccontano i dati di una ricerca dell’Istat, dalla quale emerge, però, anche che “i tassi di separazione e di divorzio, in continua crescita dal 1995, hanno una battuta d’arresto nel 2012” e che sempre più italiani vanno all’estero, in particolare in Spagna, per arrivare alla rottura del legame coniugale in tempi più rapidi. 
I 40enni i più colpiti dalla crisi coniugale. Nel 2012 all’atto della separazione i mariti hanno mediamente 47 anni e le mogli 44. Analizzando la distribuzione per età si nota come la classe più numerosa sia quella tra i 40 e i 44 anni per le mogli (19.036 separazioni, il 21,6% del totale) mentre per i mariti la 45-49 (18.461 pari al 20,9%). Nel 2000, invece, il maggior numero delle separazioni ricadeva sia per i mariti sia per le mogli nella classe 35-39. 
Le nozze religiose risultano essere più stabili. A sopravvivere alla “crisi del settimo anno”, nel 2012, sono 933 matrimoni religiosi su 1.000 celebrati nel 2005 contro 880 su 1.000 matrimoni della stessa coorte celebrati con rito civile. L’età media alla separazione è di circa 47 anni per i mariti e di 44 per le mogli; in caso di divorzio raggiunge, rispettivamente, 49 e 46 anni. Questi valori sono aumentati negli anni per effetto della posticipazione delle nozze in età più mature e per la crescita delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne. La tipologia di procedimento scelta in prevalenza dai coniugi è quella consensuale: nel 2012 si sono concluse in questo modo l’85,4% delle separazioni e il 77,4% dei divorzi. Il 73,3% delle separazioni e il 66,2% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli avuti durante il matrimonio. L’89,9% delle separazioni di coppie con figli ha previsto l’affido condiviso, modalità ampiamente prevalente dopo l’introduzione della Legge 54/2006.
I risultati della ricerca parlano dell’Italia come di un Paese dove i “matrimoni più recenti durano di meno” con “le nozze religiose”, tuttavia, che “risultano essere più stabili”. A sopravvivere alla ‘crisi del settimo annò, infatti, “nel 2012, sono 933 matrimoni religiosi su 1.000 celebrati nel 2005 contro 880 su 1.000 matrimoni della stessa coorte celebrati con rito civile”. In totale, nel 2012 le separazioni “sono state 88.288 e i divorzi 51.319, entrambi in calo rispetto all’anno precedente (rispettivamente -0,6% e -4,6%)”. In Italia, si legge ancora nella relazione dell’Istat, per i divorzi “concessi nel 2012 l’intervallo di tempo intercorso tra la separazione legale e la successiva domanda di divorzio è stato pari o inferiore a cinque anni nel 62,3% dei casi”. In altri Paesi europei, invece, la tempistica è molto più rapida: includendo “l’intero iter amministrativo e burocratico, la sentenza di divorzio si ottiene in circa sei o sette mesi”. Negli ultimi anni, dunque, spiega ancora l’Istat, “si sta intensificando il ricorso da parte dei cittadini italiani allo scioglimento della propria unione coniugale in altri Paesi dell’Unione europea, riducendo così i tempi (e generalmente anche i costi) per l’ottenimento del divorzio e senza necessità di ‘passarè per la separazione”. Uno di questi paesi è la Spagna, dove i divorzi che hanno riguardato cittadini italiani, chiarisce l’Istituto, “sono stati quasi 500 nel 2012 e circa 2.000 nell’ultimo quinquennio”