Istat – Italia fanalino di coda nella distribuzione dei redditi tra le famiglie

Istat – Italia fanalino di coda nella distribuzione dei redditi tra le famiglie


Le minori opportunità di occupazione per le donne, il sistema fiscale e la disparità tra redditi primari sono i fattori principali che determinano la disuguaglianza. Secondo l’Istat nonostante una ”redistribuzione di entità apprezzabile” il sistema di tasse e prestazioni ”non riesce a determinare un grado di uguaglianza dei redditi disponibili monetari analogo a quello dei paesi più equilibrati”. L’Italia, si legge nell’ultimo rapporto annuale ”registra un dei più alti gradi di disuguaglianza nella distribuzione dei redditi familiari primari”, guadagnati sul mercato impiegando il lavoro e il capitale.

Il sistema pubblico, secondo l’Istat, opera una redistribuzione di entità simile, o anche superiore rispetto a paesi che hanno una distribuzione più equilibrata dei redditi familiari, come: Svizzera, Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Islanda. Nonostante una redistribuzione di entità apprezzabile, ”l’Italia rimane uno dei paesi europei con livelli più elevati di diseguaglianza economica anche dopo l’intervento pubblico”, collocandosi al quinto posto in Europa dopo Regno Unito, Grecia, Portogallo e Spagna.

Il sistema redistributivo, osserva l’Istat, ”potrebbe essere reso più efficace correggendone gli aspetti strutturali che sono poco coerenti con gli obiettivi di equità e di contrasto alla povertà”. L’evasione e l’erosione della base imponibile, osserva l’Istituto di statistica, ”riducono per ovvie ragioni la progressività del sistema”. Un altro aspetto problematico riguarda la distribuzione delle detrazioni Irpef, che non vengono rimborsate al contribuente per la parte eccedente l’imposta lorda. In sostanza, secondo l’Istat i principali problemi da risolvere sono ”l’assetto individualistico della tassazione e l’incapienza” che rendono ”difficile concentrare l’imposta sulle famiglie più povere”.