Interrogazione su istruzione università e ricerca

Interrogazione su istruzione università e ricerca

Atto Camera
lunedì 8 febbraio 2010, seduta n.279
Interrogazione a risposta in Commissione presentata dall’on.  LUDOVICO VICO e dai parlamentari: on.VICO, on. LULLI, on. BELLANOVA, on. FRONER, on. MURER, on. GINEFRA, on. BORDO, on. GRASSI,on. SERVODIO e on. CAPANO

  
Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

   – Per sapere – premesso che:
con la direttiva n. 9537 del 14 dicembre 2009, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha tagliato del 25 per cento i finanziamenti per appalti per le pulizie e per altri servizi nelle scuole, a cominciare dalla sorveglianza e dalla manutenzione ordinaria; la prima conseguenza di tale scelta è una minore igiene perseguita; richiamandosi a un regio decreto del 1923, i presidi devono comunicare alle ditte appaltatrici che possono spendere solo il 75 per cento di quanto spendevano prima..

 

Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-02453
presentata da  LUDOVICO VICO
lunedì 8 febbraio 2010, seduta n.279
VICO, LULLI, BELLANOVA, FRONER, MURER, GINEFRA, BORDO, GRASSI,SERVODIO e CAPANO

   Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

   – Per sapere – premesso che:
con la direttiva n. 9537 del 14 dicembre 2009, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha tagliato del 25 per cento i finanziamenti per appalti per le pulizie e per altri servizi nelle scuole, a cominciare dalla sorveglianza e dalla manutenzione ordinaria; la prima conseguenza di tale scelta è una minore igiene perseguita; richiamandosi a un regio decreto del 1923, i presidi devono comunicare alle ditte appaltatrici che possono spendere solo il 75 per cento di quanto spendevano prima;
in tal modo è assicurato il taglio del personale, delle ore di lavoro, una minore pulizia e inoltre la direttiva vale anche per appalti in essere con il rischio di un contenzioso legale; con la direttiva in questione sono a rischio 2.500 posti di lavoro che si aggiungono a quelli già tagliati tra docenti e non docenti; secondo i sindacati del settore, il massimo di ore di lavoro giornaliere sono 4-5 e ridurre ulteriormente questo orario significa cancellarlo del tutto; le probabili procedure di licenziamento avranno inevitabilmente gravi
conseguenze sociali, riguardando per lo più personale con rapporti di lavoro part time, prevalentemente donne e con nessuna specializzazione lavorativa, la cui ricollocazione sul mercato nell’attuale fase congiunturale sarà difficile, se non impossibile;
altro aspetto da considerare è il carattere «sociale» di questa attività che impiega molti disabili, molti immigrati, molte figure deboli in un quadro di inserimento lavorativo che sarebbe grave interrompere; in molti casi la riduzione delle prestazioni avrà forti conseguenze negative sui livelli igienici e quindi sulla tutela della salute degli alunni e degli insegnanti, sulle manutenzioni ordinarie e sulla sicurezza nelle scuole, visto che i tagli dei corrispettivi prescindono da qualsiasi valutazione dei servizi minimi essenziali che
devono essere garantiti;  va inoltre ricordato che questo settore è sprovvisto di ammortizzatori sociali, fatte salve le misure eccezionali e provvisorie varate dal Governo – la cosiddetta cassa in deroga – comunque limitate nel tempo e presumibilmente insufficienti a far fronte all’emergenza che si sta determinando; i sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil, le associazioni delle cooperative e delle imprese associate a Confindustria hanno chiesto unitariamente l’apertura di un tavolo con la Conferenza Stato-regioni, la revoca della direttiva e la sospensione dei suoi effetti -: se non ritenga opportuno revocare immediatamente la citata direttiva n. 9537 del 14 dicembre 2009 in attesa di una pronta soluzione della vertenza ed al fine di evitare che le ditte siano obbligate a ridurre il personale, innescando un altro fronte di conflitto sociale; se non ritenga a tal fine utile ed opportuno convocare un tavolo di confronto con la Conferenza Stato-regioni e con le rappresentanze datoriali e sindacali del settore.