Interrogazione dell’on. Laratta , Grassi e altri parlamentari

Interrogazione dell’on. Laratta , Grassi e altri parlamentari

INTERROGAZIONE DELL’ONOREVOLE FRANCO LARATTA, DELL’ONOREVOLE GERO GRASSI E DI ALTRI DEPUTATI PD

 

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI.

Per sapere premesso che

Il 25 giugno scorso, in una conferenza stampa indetta per illustrare i dati statistici sulla tossicodipendenza in Italia, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, on. Carlo Giovanardi, ha tra l’altro testualmente dichiarato: “…vogliamo indire per fine anno la Quinta Conferenza Nazionale sulle Tossicodipendenze per arrivare tutti assieme ad un momento di riflessione, perché – ha considerato il sottosegretario – è vero: ci sono nuove modalità di consumo, nuove mode. C’è l’ecstasy, ci sono le droghe sintetiche. C’è la cocaina, che comporta situazioni particolari. La cocaina c’’è nel Paese, negli imprenditori, c’è nei professionisti. C’è in Parlamento […]. Chi dice che in Parlamento non ci sono persone che non fanno uso di cocaina o di droga nega la realtà. Sarebbe come dire che (la cocaina) non c’è tra i professionisti e tra gli imprenditori. Ma non è neanche vero che la metà dei parlamentari fa uso di sostanze…

 

 

 

INTERROGAZIONE DELL’ONOREVOLE FRANCO LARATTA, DELL’ONOREVOLE GERO GRASSI E DI ALTRI DEPUTATI PD

 

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI.

Per sapere premesso che

Il 25 giugno scorso, in una conferenza stampa indetta per illustrare i dati statistici sulla tossicodipendenza in Italia, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, on. Carlo Giovanardi, ha tra l’altro testualmente dichiarato: “…vogliamo indire per fine anno la Quinta Conferenza Nazionale sulle Tossicodipendenze per arrivare tutti assieme ad un momento di riflessione, perché – ha considerato il sottosegretario – è vero: ci sono nuove modalità di consumo, nuove mode. C’è l’ecstasy, ci sono le droghe sintetiche. C’è la cocaina, che comporta situazioni particolari. La cocaina c’’è nel Paese, negli imprenditori, c’è nei professionisti. C’è in Parlamento […]. Chi dice che in Parlamento non ci sono persone che non fanno uso di cocaina o di droga nega la realtà. Sarebbe come dire che (la cocaina) non c’è tra i professionisti e tra gli imprenditori. Ma non è neanche vero che la metà dei parlamentari fa uso di sostanze”. Le affermazioni del sottosegretario sull’uso presunto di sostanze stupefacenti da parte dei parlamentari sono gravi e irrimediabilmente lesivi non solo della privacy e dell’immagine dei singoli deputati (e senatori), ma minano la credibilità e le fondamenta delle principali istituzioni elettive del nostro Paese. Il sottosegretario, infatti, riferisce con convinzione, ma in modo generico, che “La cocaina c’è in Parlamento”, mentre chi afferma il contrario “nega la realtà”. Ebbene, posto che l’assunto dell’esponente di governo è stato proferito senza alcun supporto documentale comprovante l’effettivo consumo di droga dei parlamentari, c’è da chiedersi se il sottosegretario conosca nomi, fatti specifici e circostanze che possano validare l’ipotesi accusatoria nei riguardi di quella parte di parlamentari di cui si ignora la percentuale, visto che lo stesso sottosegretario ammette: “Ma non è neanche vero che la metà dei parlamentari fa uso di sostanze”. Quindi, se non è la metà, che corrisponde al 50%, a quanto ammonta la percentuale dei parlamentari che sarebbero abituali consumatori di sostanze? Il 40 percento, il 20, il 10? In attesa di conoscere l’entità esatta del corpo parlamentare che fa uso di droghe, soprattutto in attesa di conoscere i nominativi, si deduce, per logico automatismo, che ciascun membro del Parlamento al momento è sospettabile di essere un potenziale consumatore di sostanze stupefacenti. E’ assai grave che un uomo delle istituzioni, come l’on. Giovanardi, si lasci andare a considerazioni di questo tipo che alimentano dubbi sulla statura morale dei parlamentari. Sarebbe il caso di accertare se siano considerazioni personali apprese nella sfera privata di ciascun deputato, oppure ci sono stime che confermano la sua dichiarazione e di cui se ne ignora l’esistenza. Resta il fatto che in assenza di riferimenti acclarati, quelle dichiarazioni trascinano in modo indiscriminato nel “tunnel della droga” tutti i membri, anche coloro che non ha mai fatto uso di cannabis o altre sostanze come la cocaina. Per fugare questo sospetto inaccettabile, soprattutto per il rispetto che si deve al corpo elettorale, sarebbe opportuno avere l’esatta dimensione del fenomeno. Anche per non alimentare il risentimento contro la cosiddetta “Casta” e sollevare nuove ventate di antipolitica. Le considerazioni dell’esponente di governo, oltretutto, contrastano fortemente con la recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione che il 10 giugno scorso ha confermato la condanna per violazione della privacy dei parlamentari nei confronti dei due giornalisti delle Iene ritenuti colpevoli di avere prelevato, «con un comportamento ingannevole e fraudolento», tamponi di sudore di 50 deputati e 16 senatori per accertare la positività all'uso di stupefacenti. I giornalisti, dal canto loro, sostenevano di non aver leso la privacy degli deputati dal momento che «i loro accertamenti non permettevano di associare l'esito del test a persone note». Ad avviso della Suprema Corte di Cassazione, però, il fatto che nel servizio televisivo, andato in onda su Italia 1, le Iene avessero diffuso la notizia che alcuni onorevoli, pur rimasti anonimi, erano positivi al test antidroga ha fatto sì che «tutti i parlamentari potessero essere indiscriminatamente sospettati di assumere stupefacenti con la conseguenza che ogni membro del Senato o della Camera dei deputati, nonchè la istituzione parlamentare, ha subito un nocumento alla sua immagine pubblica ed alla sua onorabilità». Seppure di fronte a due fatti diversi – entrambi in danno dei parlamentari -, è del tutto evidente che i due episodi riconducono alla medesima conclusione: la violazione della privacy e la lesa onorabilità del Parlamento e dei suoi membri.  – se non ritiene opportuno chiedere al suo sottosegretario maggiori dettagli per riferirli al Parlamento, ovvero se non ritenga opportuno censurare lo stesso sottosegretario, on. Carlo Giovanardi, per le gravi e gratuite insinuazioni che violano palesemente la privacy di tutti i parlamentari, anche in considerazione dell’ultima sentenza della Suprema Corte di Cassazione emessa in seguito all’ormai famoso “Test tossicologico ai Deputati” fatto dalle Iene; – quali provvedimenti intende assumere per recuperare la lesa onorabilità del Parlamento e dei suoi membri; – se al contrario non ritiene utile verificare e acquisire, al fine di stabilire la verità, effettivi riscontri interni per accertare la veridicità delle considerazioni espresse dal sottosegretario, ovvero rendere specifici dettagli sul presunto coinvolgimento dei parlamentari per garantire la netta separazione comportamentale di ciascuno.  

Roma, 1 luglio 2008