Interpellanza urgente 5permille ai sensi dell’articolo 138-bis del regolamento

Interpellanza urgente 5permille ai sensi dell’articolo 138-bis del regolamento

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’economia e delle finanze , per sapere – premesso che:

 
         


la Corte dei Conti, Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato I, II Collegio e Collegio per il controllo sulle entrate, nell’adunanza del 5 dicembre 2013, ha deliberato   la relazione concernente “Destinazione e gestione del 5 per mille dell’Irpef” - Deliberazione n. 14/2013/G,

          nella citata relazione sono evidenziati diversi aspetti, dei quali alcuni risultano, a parere degli interpellanti, condivisibili e di urgente attenzione da parte del Parlamento e del Governo;
          in particolare nel capitolo 9 recante “Raccomandazioni”, la citata Corte, propone una serie di soluzioni volte a sottolineare l’esigenza della stabilizzazione dell’istituto del 5 per mille e quindi l’interruzione del carattere sperimentale accompagnata dall’abrogazione del tetto fissato dalla legge di stabilità 2014 in 400 milioni di euro; a garantire e migliorare la trasparenza, la razionalizzazione e la diffusione dei dati; la concentrazione temporale dei pagamenti; la creazione di un unico database pubblico con dati provenienti dall’Agenzia delle entrate, dalle Camere di commercio, dal Coni e dalle altre amministrazioni coinvolte; la semplificazione delle procedure amministrative; una più chiara ed efficace pubblicazione dei dati sulla rete web;
          come più volte evidenziato nella Legislatura in corso e nelle precedenti, attraverso attività di sindacato ispettivo, il tetto di spesa annuo è in contrasto con le determinazioni dei contribuenti, riducendo, di fatto, la percentuale del contributo fissato dalla legge nella misura del 5 per mille…

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’economia e delle finanze , per sapere – premesso che:

 
         


la Corte dei Conti, Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato I, II Collegio e Collegio per il controllo sulle entrate, nell’adunanza del 5 dicembre 2013, ha deliberato   la relazione concernente “Destinazione e gestione del 5 per mille dell’Irpef” - Deliberazione n. 14/2013/G,

          nella citata relazione sono evidenziati diversi aspetti, dei quali alcuni risultano, a parere degli interpellanti, condivisibili e di urgente attenzione da parte del Parlamento e del Governo;
          in particolare nel capitolo 9 recante “Raccomandazioni”, la citata Corte, propone una serie di soluzioni volte a sottolineare l’esigenza della stabilizzazione dell’istituto del 5 per mille e quindi l’interruzione del carattere sperimentale accompagnata dall’abrogazione del tetto fissato dalla legge di stabilità 2014 in 400 milioni di euro; a garantire e migliorare la trasparenza, la razionalizzazione e la diffusione dei dati; la concentrazione temporale dei pagamenti; la creazione di un unico database pubblico con dati provenienti dall’Agenzia delle entrate, dalle Camere di commercio, dal Coni e dalle altre amministrazioni coinvolte; la semplificazione delle procedure amministrative; una più chiara ed efficace pubblicazione dei dati sulla rete web;
          come più volte evidenziato nella Legislatura in corso e nelle precedenti, attraverso attività di sindacato ispettivo, il tetto di spesa annuo è in contrasto con le determinazioni dei contribuenti, riducendo, di fatto, la percentuale del contributo fissato dalla legge nella misura del 5 per mille;
          la Corte dei Conti riscontra lungaggini e eccessiva laboriosità delle rendicontazioni relative alla distribuzione del 5 per mille, anche a causa dello scarso raccordo e dell’assenza di flussi informativi essenziali per il suo svolgimento tra i Ministeri interessati e l’Agenzia delle entrate;
          appare evidente ,alla luce della Relazione citata,l’opportunità di rideterminare la categoria dei beneficiari, stabilendo una soglia sotto la quale gli enti perdano il beneficio della ripartizione delle quote opzionate dai contribuenti, senza per questo mettere in discussione la libertà di scelta degli stessi ma al solo fine di evitare che il costo amministrativo per lo Stato sia superiore al beneficio spettante alle organizzazioni destinatarie; si legge infatti “si impone una più rigorosa selezione delle stesse, al fine di non disperdere risorse per fini impropri. D’altronde, il notevole e costoso lavoro di controllo della rendicontazione risulta, almeno finora, poco proficuo: una più rigorosa selezione degli enti risulterebbe, probabilmente, più utile per assicurare una più razionale allocazione delle risorse.”;
          in particolare si condivide l’importanza di stabilire una soglia minima di contributo sotto la quale lo stesso non venga attribuito, per la motivazione, pagina 55 della Relazione, per cui “Non mancano situazioni paradossali, quali un cospicuo numero di enti, ben superiore a 1.000 per l’ultimo anno, che non ricevono alcuna scelta, dimostrando, così, di non essere di interesse nemmeno per i propri membri e sollevando dubbi sulla loro reale consistenza. Notevolissimo anche il numero di enti con un numero di scelte minime, anche di solo una o due.”, generando un notevole costo di gestione ed un rallentamento delle procedure di erogazione, spesso per importi insignificanti;
          come esplicitato dalla Corte dei Conti ,“l’attribuzione delle risorse in base alla stretta capacità contributiva fa sì che alcuni enti che possono raccogliere il favore di optanti abbienti ottengano, anche con un basso numero di scelte, somme assai rilevanti”, a parere degli interpellanti sarebbe opportuno inserire una soglia massima nella potenziale destinazione del contribuente oltre la quale la ripartizione del 5 per mille sulle tasse dovute non viene effettuata;
          allo stesso modo di particolare importanza rivestono le attività di coordinamento, controllo e garanzia operate dalle amministrazioni interessate che appaiono, secondo la citata Corte, ancora insufficienti;
          l’articolo 4 della “Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita” al secondo periodo del comma 2, delega il Governo a procedere, in funzione delle maggiori entrate ovvero delle minori spese realizzate con l’attuazione dello stesso articolo 4, alla razionalizzazione e stabilizzazione dell’istituto della destinazione del cinque per mille dell’imposta sul reddito IRPEF sulla base delle scelte dei contribuenti
           nel novembre 2013, Vitanonprofit e i rappresentanti delle più importanti organizzazioni non profit hanno raccolto e consegnato in Parlamento 10.000 firme per chiedere la stabilizzazione del 5 per mille e l’abrogazione del tetto – :
 
          se, anche alla luce dell’articolo 4 della Delega al Governo, in corso di esame al Senato, di cui in premessa, non si ritenga necessario dar seguito, visti le puntuali osservazioni della Corte e i ripetuti solleciti operati dal Parlamento, quanto prima alla stabilizzazione dell’istituto del 5 per mille, così come alla cancellazione del tetto, disponendo l’allocazione delle risorse necessarie a soddisfare l’intero ammontare derivante dalle scelte operate dai contribuenti;
          se non si ritenga urgente e doveroso, per quanto di competenza ai soggetti destinatari, porre in essere tutto quanto necessario per realizzare e risolvere i punti espressi in premessa.
 
          Bobba, Grassi, Santerini, Vignali