IL MATTINO – Grassi: Moro, una lezione dal riscoprire

IL MATTINO – Grassi: Moro, una lezione dal riscoprire

Grassi: “Moro, una lezione dal riscoprire”
Dibattito a Palazzo Sant’Agostino gli interventi di Andria, Pinto e Valiante
 
 
Amore e politica, sentimenti e ideologie si intrecciano nel romanzo di Gero Grassi, «Il ministro e la brigadista», presentato ieri pomeriggio a Palazzo S’Agostino alla presenza del segretario regionale PD Tino Iannuzzi, di Alfonso Andria che ha introdotto l’incontro promosso dall’Associazione Nazionale "Quarta Fase", di Mariarosaria Vitiello, responsabile scuola del PD provinciale e con gli interventi del senatore Michele Pinto e di Antonio Valiante, vice Presidente della Giunta regionale. Il libro, edito da Palomar e con le note introduttive di Giuseppe Fioroni e di Nichi Vendola, descrive la storia di un incontro avvenuta all’Università di Bari tra Giovanni, figlio del bidello della sede della Democrazia cristiana di Terlizzi, che diventerà poi ministro degli Interni nel 2006, e Paola, donna dal carattere forte che, successivamente, si scoprirà essere stata una delle partecipanti al rapimento e alla successiva uccisione di Aldo Moro. Sono gli anni duri del terrorismo, i cosiddetti "anni di piombo"; gli anni del compromesso storico e della solidarietà nazionale; sono anni lontani dalla guerra fredda ma soprattutto da una democrazia perfetta nella quale il cittadino è protagonista. Giuseppe, democristiano intelligente, ritiene che la protesta vada fatta all’interno dello Stato che Moro vuole rinnovare, che la libertà e la democrazia debbano sprigionare la creatività e la fantasia dei cittadini. Paola, invece, contesta tutto e non accetta ingiustizie, sostenendo che fino a quando la violenza dello Stato continuerà a chiamarsi giustizia, la giustizia del proletariato si chiamerà violenza. L’autore, vice presidente della Commissione Affari sociali della Camera dei deputati, ha svelato uno dei motivi per il quale ha scelto la formula del romanza d’amore per parlare di quegli anni e di Aldo Moro. «All’Università di Catania nei test di accesso alla facoltà di Storia, il 70% dei partecipanti alla domanda su chi fosse Moro, scelsero la risposta che lo indicava quale capo delle Brigate Rosse. Così come all’ateneo di Bologna, gli aspiranti laureandi risposero che lo statista fosse il nemico di Berlinguer. Insomma, ho ritenuto che forse una modalità come quella del romanzo avrebbe in qualche modo favorito l’approccio all’opera, al messaggio e alla figura di Aldo Moro». Grassi ha inoltre raccontato di avere parlato con i brigatisti-carcerieri di Moro i quali, a distanza di tempo, gli riferirono che l’obiettivo originario era Fanfani, poi diventò Andreotti: ma poi compresero che il vero artefice del nuovo Stato era lui, Aldo Moro. Nel corso della presentazione un’immagine, tra le tante, che la tv pubblica in quel 9 maggio del 1978 diffuse. L’avvocato salernitano Nicola Lettieri, allora Sottosegretario agli Interni, ha ricordato Andria, fu tra i primi, ha ricordato Alfonso Andria, a vedere il corpo ormai senza vita di Moro in Via Castani nella Renault 4 rossa.