IL CONGRESSO DEL PD NON SIA SCONTRO TRA DUE PERSONE

IL CONGRESSO DEL PD NON SIA SCONTRO TRA DUE PERSONE


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Gruppo Pd Camera dei Deputati
Sul Congresso Pd sento rumori di foderi, non di sciabole. Troppa personalizzazione, troppa visibilità per l’io.
Penso che il Congresso Pd non debba essere una conta tra truppe, nè tantomeno una conta solo tra due persone che si sfidano a chi mette insieme più consensi.
Fuori discussione dal Congresso deve essere il Governo Letta, non per proteggerlo a prescindere ma perchè il Governo ci unisce e non può essere oggetto di contesa congressuale. Sarebbe davvero strano che a seconda di chi vince il congresso, il Governo diventa più debole o più forte.
Il Congresso deve essere su due modelli di società e due modelli di partito, senza scomodare i pesi di quest’ultimo…


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Gruppo Pd Camera dei Deputati
Sul Congresso Pd sento rumori di foderi, non di sciabole. Troppa personalizzazione, troppa visibilità per l’io.
Penso che il Congresso Pd non debba essere una conta tra truppe, nè tantomeno una conta solo tra due persone che si sfidano a chi mette insieme più consensi.
Fuori discussione dal Congresso deve essere il Governo Letta, non per proteggerlo a prescindere ma perchè il Governo ci unisce e non può essere oggetto di contesa congressuale. Sarebbe davvero strano che a seconda di chi vince il congresso, il Governo diventa più debole o più forte.
Il Congresso deve essere su due modelli di società e due modelli di partito, senza scomodare i pesi di quest’ultimo.
Temi centrali per la società possono essere l’Europa, il lavoro, il welfare, la sanità e la pubblica istruzione, la necessità di rivedere il ruolo di regioni ed Enti locali, la destinazione delle spese militari, i diritti civili.
Per il partito, invece, dobbiamo discutere sul ruolo degli iscritti e quello degli elettori, sul ruolo degli eletti, sulla democrazia interna, sul modo di finanziare il partito  che deve continuare ad essere libero da padrini e padroni, sulla selezione della classe dirigente, sulle incompatibilità elettive.
Il Congresso non elegge solo il segretario ma delinea un ‘modu esistendi’ del partito per i successivi tre anni.
Basta a vivere di esaltazioni che si rivelano frustrazioni qualche mese dopo.
Per far questo serve una squadra, plurale e composita con un segretario capace di includere e di recuperare tutti, nelle diversità, per il rilancio del Pd da proiettare verso il Governo di un’Italia più giusta.