IL CONFRONTO DELLE IDEE – Il nuovo romanzo di Gero Grassi risveglia ricordi straordinari

IL CONFRONTO DELLE IDEE – Il nuovo romanzo di Gero Grassi risveglia ricordi straordinari

Il nuovo romanzo di Gero Grassi risveglia ricordi straordinari
 
di Giannamaria Villata – architetto
 
 
Ho appena terminato di leggere l’ultimo romanzo scritto dall’on.Gero Grassi “La principessa e il figlio del professore” (Palomar 2009) ed oltre a constatarne la delicatezza, la sobrietà dei toni e la lucida descrizione storica, impostata quasi a formare un regesto dei fatti che in quei difficili anni si sono succeduti (ma sono la persona meno indicata per formulare la recensione di un libro), ha evocato in me tanti, tantissmi ricordi legati alla mia passata gioventù.
Pur essendo io torinesissima da sempre (non so da quante generazioni!) sono molto legata alla bella terra di Puglia. Tanto per cominciare: la mia migliore amica e compagna di classe Gianna, a partire dalla prima media al liceo, era di origini brindisine. Sua nonna Lucia era piccola, corpulenta, severa ma simpaticissima, sempre disponibile a preparaci -solo a compiti ultimati- delle gustose friselle bagnate con acqua e ricoperte con pomodoro fresco e olio, od altre volte ci offriva delle profumate verdurine sott’olio (proprio come accade nel romanzo dell’on. Grassi!). Inoltre trovavo molto buffo il suo lessico, non sempre facilmente comprensibile e spesso intercalato dalla parola mò, che da allora ho fatto mia e che uso ancora oggi, ormai cinquantenne. Trascorrevamo insieme molte domeniche e, secondo una perfetta tradizione piemontese, il pranzo era sempre ricco e composto da piatti tipici che mia nonna Natalina preparava per la mia amica. Per contro, ricordo le abbuffate a base di orecchiette (strascinate) fatte a mano da nonna Lucia. Al ritorno dalle vacanze estive Gianna mi faceva morire di invidia raccontandomi del bel mare di Capo Cavallo, di Isola S.Andrea e delle visite allo Zoo Safari di Fasano. Non l’ho mai visto!
Venni, o meglio scesi, per la prima volta in Puglia all’età di dodici anni, al seguito dei miei genitori che furono inviati ad Ortanova da una coppia di amici pugliesi che per motivi di lavoro viveva a Torino e che scendeva a trovare i parenti. Il viaggio in automobile fu rocambolesco, ed io più capricciosa del solito, non vedevo l’ora di incontrare Elena, la figlia quattordicenne dei padroni di casa (quindi nipote degli amici dei miei). Arrivammo con molto ritardo, rispetto all’orario previsto, ma malgrado ciò fummo accolti con tanto calore e con infinita gentilezza.
Su un grande tavolo imbandito a festa per l’occasione vi era disposta una quantità incredibile di piatti, che confesso, contenevano cibi a me sconosciuti. Più che un tavolo sembrava la vetrina di una gastronomia! Altra cosa che mi stupì favorevolmente fu l’incredibile ospitalità e generosità di questa famiglia a noi totalmente sconosciuta. Questa famiglia riuscì a farci sentire completamente a nostro agio mettendo a nostra disposizione di tutto e di più, con molto garbo e simpatia.
Malgrado fosse ottobre ormai inoltrato (beh a Torino a fine ottobre piove, c’è la nebbia ed indossiamo già il cappottino), trascorremmo molto tempo all’aperto, nel "capanno" tra le sterminate coltivazioni di carciofi a gustare appunto, i carciofi con prezzemolo cotti sulla brace, le scamorze e la carne di cavallo. Alla sera andavo serenamente a spasso per Ortanova con Elena ( a Torino i miei genitori non mi avrebbero mai permesso di uscire alla sera! A dodici anni…) malgrado mi sentissi un "poco osservata" dalle persone che stavano sedute davanti alle loro abitazioni…. che buffo talvolta si spostavano da una casa all’altra portandosi dietro la sedia! Con la seggia in cap come descritto ne "La principessa e il figlio del professore"…..quanti ricordi.
Passarono ben dieci anni prima ch’io scendessi nuovamente in Puglia. Questa volta visitai il Gargano, Rodi Garganico, Vieste con le sue torri normanne e angioine, il quartiere medievale (un libro a cielo aperto per un architetto in erba), il monolite di Pizzomunno e con la baia di san Felice, Manacore, Peschici, Pugno Chiuso…che spettacolo! Che mare (quello descritto dalla mia amica Gianna e che suscitava in me invidia e curiosità)….il  luogo ideale per una studentessa universitaria: cibo, vino (assaggiai il Falcone e fu colpo di fulmine…oltre che bella sbronza), sole, simpatia, gentilezza… l’apertivo sulla piazza di Vieste, a prezzi più che abbordabili! In quell’occasione andai a Trani per assistere un concerto, ma in quel pomeriggio si scatenò un temporale infernale. Il concerto venne annullato e la Città in gran parte allagata (sistema fognario un poco precario?), i bar -quelli non sommersi dalla pioggia- erano super affollati, ed io avevo un gran appetito e non riuscivo a farmi servire dai baristi. Una signora – mai saputo chi fosse- mi si avvicinò e mi offrì un panino a base di capperi: che buono! Volli pagare questo angelo ristoratore, ma la signora mi mandò "al diavolo", quasi offendendosi.
Dopo altri tredici anni ritornai in Puglia e precisamente a Terlizzi: dovevo compiere degli studi archivistici per un mio cliente nativo di Terlizzi, ma ben radicato in Piemonte. Decisi di iniziare le mie ricerche presso l’archivio storico della Cattedrale. Tanto per cambiare, l’aereo atterrò in ritardo, quindi -accompagnata da Gero Grassi, allora non ancora canuto! – giunsi in Cattedrale con un vergognoso ritardo. L’Arciprete don Michele Cipriani fu gentilissimo! Malgrado la mia spavalderia l’ora tarda, mi mise a disposizione tutta la documentazione necessaria. Che stupore per me, abituata ad orari rigidi rigidi, ai quali non si può "rubare" nemmeno un minuto!
Anche gli operatori dell’archivio comunale furono assai disponibili ed indulgenti con le mie curiosità.
Di Terlizzi ricordo l’essenzialità dei materiali e la ricchezza delle forme con le quali sono costituiti alcuni edifici. L’oratorio della Madonna del Rosario: perfetto palinsesto storico!
Lo scorso anno ho ascoltato un programma radio, in cui il governatore della Regione Nichi Vendola ha raccontato e descritto alcuni spaccati della Sua Puglia (luoghi, prodotti, ecc.). Lo ha fatto parlando con il cuore, in modo sincero e passionale, assolutamente accattivante e stimolante, tanto da sollecitare il desiderio di ritornare in Puglia.
Purtroppo è da molto tempo che non vengo in Puglia, ma voglio ringraziare l’on. Gero Grassi che con il "Suo" libro mi ha dato la possibilità di ripercorre un viaggio nella memoria in una terra non mia, ma che mi affascina molto per la sua poliedrica cultura, per la sua gente, la natura, per il cibo ed il vino.. non è piaggeria..è solo un bellissimo ricordo risvegliato leggendo un libro.