IL CONFRONTO DELLE IDEE – Nel cuore dell’Europa anche una delegazione di terlizzesi

IL CONFRONTO DELLE IDEE – Nel cuore dell’Europa anche una delegazione di terlizzesi

 
 
Nel cuore dell’Europa
…anche una delegazione di terlizzesi
 
di Nicolò Marino Ceci
 
L’aria fredda increspa la pelle. Le guance s’intorpidiscono. I sanpietrini sono bagnati dall’umidità al calar della sera. Su di essi si stagliano edifici alti, irti, appuntiti, ricoperti da merletti di pietra e lunette scure; una gotica solennità grigia è squarciata da piccole finestre e archi disposti con ordine quasi rituale. Per strada pochi si concedono il lusso di passeggiare; ma entrando in uno dei tanti locali che riempie di vita vie buie ed inanimate, sembra di essere ingoiati in un grande caldo alveare di persone, odore di tè e risa rilassate.
Una volta giunti nella “Grande Place” è facile rendersi conto di esser nel centro dell’Europa, nel cuore della sua capitale. Bruxelles è una città che si presenta sincera nella sua meravigliosa malinconia. Una città che non fa mistero di avere buone caffetterie e donne tutte more di bassa statura, ma che in compenso fa della sua apertura a culture “estere” la sua forza. Bruxelles ha infatti una forte presenza di cittadini “extraeuropei” e al contempo ospita la sede del Parlamento Europeo, l’organo probabilmente più politico dell’Unione Europea.  
Ad inizio febbraio un gruppo di pugliesi – con delegazione terlizzese – è stato in visita al Parlamento Europeo, ospite dell’On Mario Pirillo – Deputato del gruppo “Socialisti e Democratici Europei”, il secondo partito più grande dopo il Partito Popolare Europeo.
L’Europarlamento è un monumento d’arte contemporanea di specchi, vetrate, piloni, pilastri e ancora vetri; bandiere, porte scorrevoli e tanta luce. Muri bianchi e pavimenti chiari incorniciano un’atmosfera calda e serena, senza austerità o eccessivi formalismi.  
Una struttura concepita per accogliere e per esser crocevia di idee, proposte, e progetti; ponte di condivisione e di scambio. La sede dei lavori parlamentari sembra un immenso anfiteatro dorato, pieno di luci con un tabellone a scandire la durata degli interventi e pattuglie di interpreti pronti a tradurre ogni discussione per il pubblico che assiste in silenzio.
La visita è stata l’opportunità per fare un viaggio nel cuore dell’Unione Europea, osservandone i meccanismi, le ambizioni e contraddizioni.
Sapevate ad esempio che l’Unione Europea ha ben tre sedi ufficiali – Strasburgo, Bruxelles, Lussemburgo? E quindi per ogni seduta ci sono aerei e treni di documenti e carteggi che si spostano da Stato a Stato con tanto di Deputati, segretari, portavoce e Commissioni che si muovono come pendolari a scuola.
10 mila dipendenti e 37 mila commissari sono i funzionari europei: cifra a prima vista esorbitante, ma irrisoria se paragonata ai 14 mila dipendenti del Comune di Milano.
Tante donne nel mastodontico parlamento, tanti visi giovani profumati di cambiamento; tutti attori di un processo che sta cambiando culturalmente l’Europa.
L’On. Pirillo – calabrese – viene eletto nella competizione elettorale del 2009 tra le fila del Partito Democratico nella Circoscrizione Meridionale, con quasi 100 mila voti. E subito ha riconosciuto come l’Unione Europea sia una grande macchina con ingranaggi complessi, ma molto affascinante perché vive per unire e armonizzare le diversità in ricchezze, senza mutilarle, ma salvaguardandole.
Il Parlamento Europeo si configura come l’unico organo – dell’architettura istituzionale dell’Unione – ad esser di carattere elettivo ed è quindi quello che più di tutti è collegato alle viscere e agli umori dei singoli Stati.
Bruxelles sembra essere la metafora più calzante di ciò che è l’UE oggi. Il Belgio infatti non riesce ad eleggere un proprio Governo da oltre 200 giorni, dato che le due culture predominanti – francese e fiamminga – non riescono a trovare un’intesa di idee e programmi. Allo stesso modo l’Ue si trova ad esser oggi un’unione di tipo economico e monetario che stenta tuttavia ad acquisire autorevolezza in ambito politico. Perché ad esempio non costituire un unico Ministero degli Esteri per l’intera organizzazione? Potrebbe esser un punto d’inizio per un processo federativo e più armonico di composizione dei diversi interessi nazionali.
Tornando a casa è forte l’entusiasmo che portiamo con noi: il sogno di un’Europa unita che si scioglie nel sorriso di una ragazza che – alle porte del Parlamento – ripone le speranze del suo futuro in un progetto formativo finanziato proprio dall’UE. Il sorriso della speranza, la solare serenità del cambiamento. E’ questo ardore che portiamo a casa salutando il freddo Belgio dall’aereo in partenza. Un ardore che vorremmo far esplodere a partire dalla nostra Terlizzi. Un paese piccolo non tanto per le dimensioni ma per certi modi di agire e di pensare.