IL CONFRONTO DELLE IDEE – Michele Bisceglia: avvocato e magistrato

IL CONFRONTO DELLE IDEE – Michele Bisceglia: avvocato e magistrato

Michele Bisceglia: avvocato e magistrato
 
Terlizzi 20 ottobre 1846- Trani 18 aprile 1921
 
Michele Bisce glia nasce da famiglia di agricoltori possidenti e sin da bambino studia lettere, aiutato da un zio arciprete che ebbe per lui massima attenzione. Il padre è Pietro, la madre Francesca Paola De Nicolo. È alunno di due illustri sacerdoti terlizzesi, don Ferdinando Fiore e don Domenico Mastrorilli che assecondano l’inclinazione verso gli studi urbanistici. Si laurea a Napoli brillantemente con lode e:’inse prestissimo il concorso in magistratura svolgendo il ruolo di Sostituto procuratore dèl Re prima a Foggia e poi a Bari. A Lucera conobbe Emilia Pitta figlia e sorella di due grandi giuristi ed umanisti. Se ne innamora e la sposa.
A 36 anni lascia la magistratura, Si stabilisce a Trani ed inizia l’attività legale con immensa passione, partecipando a processi di grande valenza Tra i processi famosi cui partecipa ricordiamo quello del fallimento della Banca Diana e quello del ‘caso Modugno un tenente accusato di aver ucciso la moglie Cenzina Di Cagno.
Tanto era famoso e benvoluto, che in occasione della sua morte, il Consiglio Forense stabili che la salma stazionasse nella sede dell’ordine. Il 12 giugno del 1921 è commemorato nell’aula della Corte di Assise di Trani. Parla un altro grande avvocato di Trani, Francesco Paolo De Bartolo, guarda caso anch’egli nato a Terlizzi, dice tra l’altro: “Studiavo il liceo a Bari e ricordo i giudizi molto lusinghieri sul suo conto, dati da colleghi ed avvocati, ed ho ancora nell’animo, vibrante di commozione, il ricordo della sua fama, che era gloria del mio paese; ricordo legittimo, naturale. immanente, come è naturale e costante ed orgoglioso è il nostro rapporto conio terra dove siamo nati: e che rinverdisce nelle nostre ore al prossimo tramonto, col crollo di tutte le illusioni, quando unica cosa salda ed eterna resta la terra dove si produsse il nostro primo palpito. ed alla quale vorremmo restituire l’ultimo, l’uno e l’altro come proprietà della stessa”.
 Dal 1915 alla morte del Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, poi consigliere comunale di Troni nelle elezioni del 29 settembre 1886, consigliere ed assessore provinciale.
In consiglio comunale a Trani dice “Quantunque non ho avuto i natali in questa città purtuttavia sento per essa sentimenti di vivo affetto e sono dolente che in questo Consiglio, tenuto sempre in alta estimazione, si siano sollevate questioni personali, ponendo in seconda linea, l’adempimento’ del mandato
La orazione funebre dell’ avvocato De Bartolo cosi si conclude “Michele Bisceglia aveva un cuore d’oro. Sentiva vivamente la pietà e la indulgenza per le miserie, le debolezze e le sventure umane, specialmente se non addebitabili a vizi o a colpe, sentiva come nelle traversie o nelle burrasche della vita, l’unico porto in cui possa trovare quiete l’animo umano è la bontà e come il maggiore compiacimento che l’uomo possa provare è quello di fare del bene e di farsi volere béne nella famiglia; nel paese, nella società. La sua grande bontà traluceva dagli occhi sempre dolci e sereni e dalla parola sempre cortese e affettuosa’.
Maria Teresa de Scisciolo e Gero Grassi