Il CONFRONTO DELLE IDEE – Giuseppe Ayala

Il CONFRONTO DELLE IDEE – Giuseppe Ayala

I partiti abbiano il coraggio di far pulizie nelle liste
 
di Nicolò Marino Ceci
 
Era il lontano 1992 e mentre Terlizzi viveva la tragica vigilia dello scioglimento del Consiglio Comunale per sospetto di Infiltrazioni Mafiose,  che sarebbe giunta l’anno successivo , a Palermo morivano in due diversi attentati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Testimone esclusivo di quell’epoca di solitudini eccellenti è Giuseppe Ayala, Pubblico Ministero del primo Maxi Processo a Cosa Nostra – istruito da Falcone e Borsellino – che in quello stesso anno scese in politica ‘per tentare un lavoro di raccordo dall’interno delle Commissioni Giustizia e Antimafia con Giovanni e Paolo. Ma non facemmo in tempo’.
Venerdì 13 luglio questi è giunto a Terlizzi per presentare il suo ultimo libro ‘Mafia, Politica, Apparati Deviati, Giustizia: Relazioni pericolose e Occasioni perdute. Troppe coincidenze’, alla presenza di Vito Bernardi – Direttore della Biblioteca, di Ninni Gemmato – Sindaco di Terlizzi e dell’On. Gero Grassi – Deputato del PD.
Rispetto a quando ha lasciato la Magistratura, com’è cambiata la mafia oggi?
Per fortuna sono 18 anni e mezzo che non ci sono più attacchi violenti della mafia – e questo è un dato oggettivo. Assieme a ciò si assiste ad una crescita all’interno dell’organizzazione in senso finanziario ed economico (pur non essendo cambiato il suo ‘know how’ criminale): mentre domattina in qualche attività commerciale di Palermo un mafioso andrà a riscuotere il pizzo, che è il tipico delitto mafioso, un altro mafioso, magari in giacca e cravatta, davanti ad un computer movimenta enormi capitali sulla piazza finanziaria. Queste sono le due facce della stessa realtà, che è la mafia del 2012.
E la politica rispetto a questo cambiamento come si pone?
Per quello che io vedo, c’è un buon tasso di risposta repressiva da parte della Magistratura; certo si può far meglio, ma i risultati ci sono. Per quanto concerne i rapporti della Mafia con pezzi della politica, non percepisco grandi novità rispetto al passato: i rapporti di forza – seppur un po’ ‘acciaccatelli’- si mantengono sempre. E’ una vecchia storia che purtroppo continua.
Cosa pensa del “papello”?
Mi sembra molto verosimile. Che sia nata questa trattativa non c’è dubbio, ma non posso dir nulla di più per rispetto al lavoro dei miei colleghi che stanno indagando.
Quando sapremo la verità… tra 20 anni?
Speriamo di arrivarci  - non sarà facile e lo sappiamo – perché questo paese ci ha abituato a non conoscere le verità importanti: ancora oggi non sappiamo tutto sulla strage di Piazza Fontana (dicembre ‘69), di Piazza della Loggia a Brescia (1973), su Ustica (1980). Io però sono un fiducioso.
Come mai un magistrato decide di scendere in politica?
Il mio è un caso particolare, perché ero già fuori ruolo: non facevo più il magistrato ma il consulente della Commissione Antimafia in Parlamento. Mi consultai con Falcone che volle avere un colloquio con Giorgio La Malfa – che mi propose il posto nel collegio -, per comprendere l’opportunità di questa mia scelta. Infatti poi aderì alla Commissione Giustizia e Antimafia. Avremmo potuto lavorare di concerto, ma non c’è stato tempo perché presto son giunti gli attentati.
Vede un nuovo Falcone e Borsellino oggi?
Come molti italiani sono un appassionato di calcio e penso che Falcone e Borsellino fossero come Maradona e Pelè. Ci sono ottimi calciatori ma uno come loro non nasce in ogni generazione.
Come la politica può ostacolare le corporazioni criminali?
Innanzitutto i partiti devono avere il coraggio di far pulizie nelle liste, non candidando persone che siano sospettati di intrattenere certi rapporti; in secondo luogo l’elettore dev’esser più attento quando fa le sue scelte.
Un duro ammonimento finale che dovrebbe far riflettere tutta la politica, anche locale, ma anche l’elettorato – spesso pronto alla lamentazione per ciò che gli amministratori non fanno,  dimenticando invece quanto sia importante entrare informati e consapevoli nella cabina elettorale per uscirne sereni e moralmente appagati.
pubblicato sul numero di agosto