IL CONFRONTO DELLE IDEE – Dal Polesine al Mezzogiorno d’Italia

IL CONFRONTO DELLE IDEE – Dal Polesine al Mezzogiorno d’Italia

Dal Polesine al Mezzogiorno d’Italia
Riflessioni sul romanzo di Gero Grassi
 
del Cav. Paolo De Ruvo
 
 
In questo concitato tempo di cultura verista e postmoderna, di rivoluzioni di popoli ed insorgenze politiche, specie contro i Primi Ministri, scrivere un romanzo, con fatti e luoghi reali, verissimi e riscontrabili, quasi uguali all’epoca nostra, è dicotomia certa. Ma il bravissimo romanziere Gero Grassi, già collaudato da lavori precedenti, vede e parla con gli occhi della mente, dagli anni ‘50 al 2000, come attore dietro alle quinte e come artefice di quegli anni.
Sconcertanti fatti di votazioni, alternanti tra la marea della valanga cristiana, rappresentata dallo Scudo Crociato coi suoi Santi dotti Leader ed il Partito Comunista, guidato, in quel tempo, specie nei paesini o paesoni come il nostro, da gente rozza, ignorante, incolta ma che, con la forza della prepotenza: “io sciolgo i cani”, “infesteremo le strade di.. .e le donne correranno a casa, senza tacchi”, “le nostre squadracce faranno assaggiare le nostre dure mani di calzolai e ruvidi siti contadini” ecc.
 Descrivere le alterne onde elettorali, i brevi o lunghi racconti, è arte difficile che pochi reggono ma soltanto per salvarsi. Pur lo scritto del Grassi, per la trasparenza, direi diafana, dei fatti; lo scarno linguaggio, direi facilissimo e scorrevole, come approccio al lettore anche di media cultura, e pei limpidi messaggi, penetranti e piacevoli, per significazione di una pur umile suora, che chiama “figlia mia” una trovatella, dello spaventoso alluvione del Polesine; che si sposta imprevedibilmente e con successo, nel meridione d’Italia, arriva a scrivere un vero testo semplice per ogni testa corredata anche di poco vocabolario.
Piccoli episodi intrecciati con la storia scritta e non scritta che recan gaudio e vuole scoprire la fine delle due protagoniste: la piccola suora divenuta Madre Superiora dell’Istituto delle Ancelle e la povera orfanella diventare nientemeno medico ostetrico, ricca, per donazione e Sindaco di un grosso Comune del Meridione, per merito del Segretario Provinciale stima di una intera popolazione e piacevolissimo il monosillabo di doti Peppe, alias Giuseppe Tedeschi, nipote di “Peppino u Cont” vero humor, senza chiasso o grasse risate volgari come m TV di questi tempi.
Si è fatto leggere girando pagina su pagina, per conoscere la forza della natura umana, impersonata da una trovatella che fortunatamente ha trovato, lungo il suo percorso di vita, un angelo custode, che ha saputo custodirla e coltivarla, come una delicata piantina, quotidianamente, avendo solo a disposizione la Parola del Cristo Vivente che aiuta, gli audaci, con la divina Provvidenza che governa il mondo pur senza apparire. Un solo boccone amaro ho dovuto ingoiare: non ho trovato, nel riepilogo lo sposalizio, come per secoli, ci ha abituati il Maestro dei romanzieri, Alessandro Manzoni, che, infine, fa sposare la Lucia col bravo Enzo d avere quattro figli. Mi si può obiettare: ma il dottor Giacomo de Napoli ha già tre figli: un altro non avrebbe guastata la minestra e sarebbero divenuti quattro come i quattro evangelisti od i quattro celebri moschettieri della Regina di Francia.
Bravo Gero sei un bravo lavoratore come tuo nonno di cui porti il nome ed un augurone che tu possa darci un prossimo di migliaia di pagine, letto in tutte le lingue del mondo come la Divina Commedia od il burattino dì legno, Pinocchio. Ad maiora!!!