03 Ago IL CONFRONTO DELE IDEE – Troppe Coincidenze?
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in Rassegna
A vent’anni dalle stragi in cui persero la vita Falcone e Borsellino, presentazione dell’ultimo libro del Senatore Giuseppe Ayala.
di Anna Maria Grieco
“Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere,
qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana” Giovanni Falcone
Venerdì 13 luglio, nella sala De Paù della Biblioteca Comunale, il Comune di Terlizzi ha avuto l’onore di ospitare il Senatore Giuseppe Ayala per la presentazione della sua ultima fatica letteraria “Troppe coincidenze. Mafia, politica, apparati deviati, giustizia: relazioni pericolose e occasioni perdute” edito da Mondadori. Presenti alla serata, oltre al magistrato, il Sindaco Gemmato e l’Onorevole Gero Grassi. Il Sindaco, presentando l’evento, ha sottolineato quanto sia importante – a distanza di vent’anni – ricordare le figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, “martiri” della Mafia che incuranti e consci del pericolo a cui il loro lavoro di magistrati gli esponeva, hanno voluto comunque continuare a svolgere il loro lavoro con dignità, passione e professionalità. Lo stesso Borsellino pochi giorni prima di morire ebbe a dire una frase che è rimasta tristemente famosa “sono un morto che cammina”. I due magistrati al di fuori dell’ambito lavorativo erano amici e la loro vita è trascorsa parallela nella Sicilia, soffocata dal potere ingombrante della Mafia. A distanza di tanti anni, i due, sono diventati eroi, ma non bisogna dimenticare quanto il loro senso del dovere, abbia provocato – da contrappeso – un terribile isolamento da parte di un organo – lo Stato – che avrebbe dovuto proteggerli.
Il Deputato Grassi, oltre ad associarsi alle parole del Sindaco sull’importanza di non dimenticare i due magistrati simbolo della lotta alla Mafia, ha sottolineato quanto importante sia nella politica la creazione di una sinergia tra le diverse parti politiche. Ciò significa che al di là del colore del’amministrazione, di destra o di sinistra, è importante che i partiti dialoghino tra loro per il bene comune della città, o dello Stato perchè il rischio principale nella politica è quello dell’ostruzionismo con il quale l’opposizione fissa una regola interna di cercare al limite del possibile di essere distruttiva, cieca e sorda.
Ayala, classe 1945, senatore per i Democratici di Sinistra, è noto per essere stato uno stretto collaboratore di Falcone e Borsellino durante gli anni di lotta alla Mafia. Il magistrato, ha deciso di scrivere il suo terzo libro principalmente per due motivi; in primo luogo perchè vivere vicende come le stragi di mafia e Tangentopoli da Parlamentare è ben diverso da viverle attraverso i media. E secondo perchè è importante che i giovani d’oggi conoscano ciò che è avvenuto nel biennio 92-94. Oggi la mafia ha cambiato strategia, perchè i servitori dello Stato non vengono più uccisi e non vi sono più stragi. Si pensa – erroneamente – che ciò sia dovuto all’introduzione del 41 bis (il cosiddetto carcere duro) ; ma questo non equivale alla realtà dei fatti perchè la verità è che oggi la criminalità organizzata preferisce un rapporto diretto, quasi di scambio, con i poteri forti della malavita. Oggi la giustizia italiana è al 156° posto nella classifica mondiale e l’Italia è lo stato europeo più condannata dalla Corte Europea non per sentenze errate o lesive dei diritti costituzionali, ma per l’enorme lentezza delle sentenze. Questo significa che la giustizia nostrana è così placida per motivi ben precisi che nascondono dietro diversi interessi che fanno capo ai poteri forti. Facendo delle stime, oggi l’illegalità produce 70 milioni di Euro ; la Mafia porta “a casa” un reddito di 150 milioni e infine l’evasione produce introiti equivalenti a 140 milioni di Euro. Sommando tutte queste cifre si supera l’importo di 300 milioni di euro, l’equivalente della manovra – lacrime e sangue – messa in atto dal Governo Monti. Tutto ciò significa che ogni anno sopportiamo – per colpa dell’illegalità – il costo di diverse manovre finanziarie; questa circostanza è conosciuta dai professionisti dei mercati e dal mercato azionario stesso, che rispondono automaticamente, provocando così un continuo innalzamento della soglia dello spread ai livelli massimi. Se solo l’Italia riuscisse a superare questi problemi, il nostro tasso di crescita sarebbe il più elevato della media europea. Tutto ciò ci fa comprendere che in Italia, alcuni mali come la Mafia e l’evasione non sono combattuti al meglio perchè alimentano tutta una serie di interessi torbidi ed è da qui che bisogna partire per riuscire a comprendere che tipi di rapporti vi siano tra Mafia, politica e apparati di Stato deviati. Sembra assurdo, ma alcuni uomini del mondo dell’Antimafia e della politica, negli anni, non solo hanno poco collaborato, ma si sono anche apertamente combattuti al loro interno: infatti una parte della politica insisteva a dare alla Magistratura una funzione anomala di “pulizia” sociale e una parte della magistratura invece si ritagliava uno spazio formale all’interno della comoda “coperta” di vecchie leggi di competenza. Forse la verità sui rapporti ambigui tra Stato e criminalità non emergeranno mai alla luce del sole, ma ciò che ogni buon cittadino dovrebbe cominciare a fare è lottare contro tutti i piccoli illeciti che quotidianamente vengono messi in atto alle volte quasi in maniera fortuita e involontaria come ad esempio non richiedere lo scontrino fiscale subito dopo una transazione; perchè forse l’insegnamento più importante che Falcone e Borsellino hanno voluto lasciarci è che l’illegalità si combatte dal basso ogni giorno.
pubblicato sul numero di agosto