Il 16 marzo 1978 veniva rapito l’on. Aldo Moro e uccisa la sua scorta

Il 16 marzo 1978 veniva rapito l’on. Aldo Moro e uccisa la sua scorta

Ricordare quel che accadde perché non abbia mai più a ripetersi.
 
Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
  
Il 16 marzo del 1978 è una data che non si può dimenticare. Era un giovedì come tanti altri e nessuno immaginava che gli eventi che stavano per consumarsi avrebbero sconvolto la vita di milioni di cittadini italiani, forse del mondo intero.
Il Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, usciva dalla sua abitazione per recarsi in Parlamento. Avrebbe dovuto aver luogo la votazione di fiducia al Governo Andreotti. Ma nulla andò come previsto.
In via Fani Aldo Moro venne rapito dalle Brigate Rosse e i cinque uomini della sua scorta Leonardi, Jozzino, Rivera, Ricci, Zizzi, furono barbaramente uccisi.
Cominciarono così 55 giorni di prigionia che tennero l’Italia intera col fiato sospeso. Si sperava, si immaginava il rilascio del Presidente Moro, ma alla fine la via intrapresa, quella della non trattativa, quella di non cedere al terrorismo, portò alla morte.
Il rapimento Moro mise in discussione il sistema politico italiano che viveva un momento difficile e di transizione nel 1978.
 

Ricordare quel che accadde perché non abbia mai più a ripetersi.
 
Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
 
Il 16 marzo del 1978 è una data che non si può dimenticare. Era un giovedì come tanti altri e nessuno immaginava che gli eventi che stavano per consumarsi avrebbero sconvolto la vita di milioni di cittadini italiani, forse del mondo intero.
Il Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, usciva dalla sua abitazione per recarsi in Parlamento. Avrebbe dovuto aver luogo la votazione di fiducia al Governo Andreotti. Ma nulla andò come previsto.
In via Fani Aldo Moro venne rapito dalle Brigate Rosse e i cinque uomini della sua scorta Leonardi, Jozzino, Rivera, Ricci, Zizzi, furono barbaramente uccisi.
Cominciarono così 55 giorni di prigionia che tennero l’Italia intera col fiato sospeso. Si sperava, si immaginava il rilascio del Presidente Moro, ma alla fine la via intrapresa, quella della non trattativa, quella di non cedere al terrorismo, portò alla morte.
Il rapimento Moro mise in discussione il sistema politico italiano che viveva un momento difficile e di transizione nel 1978.
Un uomo solo si trovò a dover pagare le colpe di un “sistema” che si mostrò fragile e deficitario. Un uomo solo portò sulle spalle la croce che l’intera classe politica dell’epoca avrebbe dovuto reggere. Un uomo solo pagò con il sangue contrasti sociali che sfociarono nel terrorismo dilagante.
Gli anni di piombo non sono un’invenzione della letteratura. Sono il frutto di un disagio sociale forse sottovalutato e per questo cresciuto in maniera esponenziale, fino a determinare gli eventi cruenti ben noti a tutti.
Per questo motivo dobbiamo tenere sempre alta la guardia e continuare a ricordare quel che accadde quel tragico 16 marzo 1978. Perché non abbiano mai più a ripetersi eventi nefasti come il rapimento e l’assassinio dell’on. Aldo Moro.