Gli anziani: il nostro passato ed il nostro futuro

Gli anziani: il nostro passato ed il nostro futuro

di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
E’ stato presentato il 28 gennaio a Brindisi il “Rapporto Nazionale 2009 sulle condizioni ed il pensiero degli anziani: una società diversa”. Un evento frutto della collaborazione di: Federsanità, ANCI, Ageing Society, Osservatorio Terza Età, IRCCS, I.N.R.C.A., Agenzia Nazionale per l’invecchiamento e Provincia di Brindisi assessorato ai servizi sociali.
Il Rapporto era stato presentato in anteprima alla Camera dei Deputati. L’evento brindisino è stata l’occasione per approfondire il tema della politiche per l’anziano nella Regione Puglia.
 

di Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
E’ stato presentato il 28 gennaio a Brindisi il “Rapporto Nazionale 2009 sulle condizioni ed il pensiero degli anziani: una società diversa”. Un evento frutto della collaborazione di: Federsanità, ANCI, Ageing Society, Osservatorio Terza Età, IRCCS, I.N.R.C.A., Agenzia Nazionale per l’invecchiamento e Provincia di Brindisi assessorato ai servizi sociali.
Il Rapporto era stato presentato in anteprima alla Camera dei Deputati. L’evento brindisino è stata l’occasione per approfondire il tema della politiche per l’anziano nella Regione Puglia.
L’iniziativa mi ha visto direttamente coinvolto come Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e come Parlamentare firmatario, insieme ad altri colleghi, della proposta di Legge n. 739 per la istituzione di un Fondo per il sostegno delle persone non autosufficienti.
Tale proposta di Legge presentata il 6 maggio 2008, ribadisce che in Italia la cura e l’assistenza delle persone non autosufficienti, sono da sempre affidate, prevalentemente, alle pratiche familiari. Si sottolinea la difficoltà, spesso manifestata dalle famiglie più giovani, di conciliare lavoro e accudimento dei congiunti.
L’invecchiamento della popolazione ha fatto emergere due problemi a cui il sistema assistenziale italiano è chiamato a dare risposte: da un lato è cresciuto il numero degli anziani che vivono soli, dall’altro aumenta il numero di anziani esposti al rischio di perdere l’autosufficienza fisica o psichica.
Il “Rapporto Nazionale 2009 sulle condizioni ed il pensiero degli anziani” è stata la giusta occasione per affrontare una tematica di grande attualità, che interessa l’intera popolazione italiana. Si è discusso di dati, indici, indicatori, strategie, programmazione, guardando all’invecchiamento con occhi nuovi ed un approccio sociale teso a trovare risoluzioni che garantiscano l’anziano e chi ne ha la tutela e responsabilità.
Stiamo assistendo ad una trasformazione demografica del nostro Paese, non è un luogo comune affermare che la popolazione anziana è in crescita e le nascite in calo; frutto dei tempi, frutto delle difficoltà economiche con le quali si misurano quotidianamente le famiglie, frutto di uno stile di vita che ha modificato profondamente la struttura interna della famiglia.
E’ necessario che queste importanti mutazioni vengano recepite dal sistema legislativo italiano che deve tutelare le fasce più deboli, deve intervenire in favore degli anziani che vivono una situazione di disagio.
Noi tutti abbiamo il dovere di garantire una qualità di vita dignitosa a chi con il proprio lavoro ha contribuito a far crescere il Paese e poi sul finire degli anni si trova a dover pesare sugli altri perché la malattia, gli acciacchi fisiologici della vecchiaia, lo portano a non essere più autosufficiente.
Stiamo assistendo ad una profonda trasformazione strutturale della popolazione italiana che impone scelte politiche di fondo, capaci di dare risposte concrete ai cittadini.
Analizzando i dati attuali e la tendenza per il futuro, appare fin troppo evidente che il processo di invecchiamento è progressivo, tanto da portarci nel 2050 (come sostengono studiosi e statistiche) ad avere una popolazione con una percentuale di anziani sul totale, oltre due volte e mezzo i giovani. Si stima che in quella data le aspettative di vita si aggireranno intorno agli 86 anni per gli uomini e 88 per le donne.
Tutto ciò è positivo se si considera che la scienza ha migliorato ed allungato la durata vita. Ma nel contempo è necessaria una strategia complessiva per affrontare il fenomeno “invecchiamento”.
Bisogna cominciare a lavorare seriamente sul nostro futuro, che vedrà una presenza importante di popolazione anziana. E non ci si può limitare a studiare il fenomeno da lontano, perché è a noi più vicino di quanto non immaginiamo. Dobbiamo comprendere che investire in favore della popolazione anziana significa anche investire sui giovani e sulla famiglia.