12 Mag LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO – Bersani a Blasi: non dimetterti. Ma Grassi attacca: è inadeguato
PARTITO DEMOCRATICO IL SEGRETARIO NAZIONALE LO BLINDA: È LUI LA VOCE DEL PARTITO PUGLIESE. BOCCIA: CHI LO CRITICA GIOCA ALLO SFASCIO
Bersani a Blasi: non dimetterti Ma Grassi attacca: è inadeguato
«Ho ribadito a Sergio Blasi la mia assoluta fiducia nei suoi riguardi; si occupi lui, a nome del Pd, di tutte le questioni che riguardano i rapporti con gli altri partiti e con il presidente della Regione ». Pierluigi Bersani, chiamato in causa per dirimere i conflitti interni al Pd pugliese e «blindare» il segretario regionale, oggetto di fuoco incrociato da parte di molti dirigenti del partito, respinge la richiesta di dimissioni formalizzata ieri da Blasi a margine della riunione convocata a Roma con i segretari regionali del partito. E rassicura il partito pugliese con la sua discesa in campo: una una riunione da tenersi a Roma con tutte le «anime» del partito pugliese, onde fare quadrato sul segertario regionale e ribadire che è lui l’unica voce a poter parlare, e una telefonata a Nichi Vendola per ammorbidire gli attriti con il Pd sia sulle nomine in giunta che sulla presidenza del consiglio regionale.
La mossa di Blasi, che aveva annunciato di voler mollare tutti dopo le critiche rivoltegli nella riunione dell’ufficio politico dei giorni scorsi, ha colpito nel segno: da un lato il «no, resta» di Bersani gli ha creato uno scudo dalle delegittimazione e le accuse rivoltegli da un pezzo del partito, dall’altro gli ha assicurato per l’immediato futuro un «tutoraggio» del leader nazionale onde evitare che il segretario puglise continui a fare da «parafulmine » tra i veti incrociati del partito e le battaglie con il governatore sui posti di governo e assise regionale. «Il segretario mi ha garantito il suo appoggio – dice rinfrancato Blasi, che ha fissato per venerdì la riunione della segreteria -nel mio ruolo di unico interlocutore a nome del Pd». Ma le critiche, soprattutto da parte di Area democratica, non si plac a n o. «Apprendo con piacere che il segretario regionale dopo l’incontro con Bersani ha deciso di non dimettersi più. Non capisco chi gli abbia chiesto le dimissioni. Area Democratica ha aiutato Blasi ad essere eletto e lo ha sostenuto nell’in teresse generale del partito fino a quando lo stesso Blasi non ha evidenziato tutta la sua inadeguatezza – attacca Gero Grassi a svolgere l’importante ruolo di segretario regionale. Blasi resti al suo posto, ma comprenda che chi guida un partito non ricerca infruttuosamente incarichi di governo regionale per sé ed affronta il confronto con il presidente Vendola con il partito unito. Oggi il Pd pugliese va ricostruito perché da Blasi sono stati commessi tutti gli errori possibili. Area Democratica ritiene che se la Presidenza del Consiglio deve andare a Onofrio Introna, come chiede il presidente Vendola in base agli accordi stipulati con il segretario regionale Blasi, è bene che si ritorni subito a fare politica seria lasciando stare patteggiamenti e contropartite pusillanimi alle quali solo Blasi continua a credere, forse ancora per se stesso». Cerca di gettare acqua sul fuoco Mario Loizz o: «non comprendo, in una fase così delicata, a chi giovi l’esasperazione della polemica interna». E Francesco Boccia incalza: «È un atteggiamento da irresponsabili quello di Grassi, è l’atte ggiamento di chi ha sempre utilizzato i partiti e quando gli è convenuto li ha anche svenduti. Questa non è politica, ma un letamaio ». Sostegno a Blasi anche da Enzo Lavar ra, che intravede nel conflitto sulla presidenza del consiglio con Vendola la sfida ingaggiata da Nichi col Pd per la leadership nazionale del centrosinistra. «Sono in gioco due questioni: la prima è di principio, mettere cioé in equilibrio il riconoscimento della prerogativa dei consiglieri eletti con quella esercitata da Vendola nelle scelte della giunta. La seconda è se questa legislatura – dice – deve essere segnata dalla cooperazione con Vendola o se deve subire il rischio di una conflittualità permanente, che deriva dal suo disegno nazionale». (B. MART)