EUROPA – Renzi tolga il segreto sugli atti del caso Moro

EUROPA – Renzi tolga il segreto sugli atti del caso Moro

EUROPA
«Renzi tolga il segreto sugli atti del caso Moro»
Intervista a Gero Grassi, vicepresidente del Pd a Montecitorio, firmatario del disegno di legge per la istituzione della commissione sul caso Moro
26 marzo 2014
Ad appena quattro giorni dall’approvazione della camera, come già era previsto nel disegno presentato ad agosto e successivamente a novembre, si parlava della necessità di aprire il caso Moro e, quasi a suggello, è arrivata la prima novità…
Ogni notizia sul caso Moro va verificata. Io non ho tesi preconcette. Dico che agli atti della magistratura e delle commissioni d’inchiesta il caso della moto Honda era segnalato. Ma è anche segnalata l’affermazione di Alberto Franceschini che sostiene la tesi secondo cui a via Fani le Brigate Rosse non potevano fare tutto da sole. Dobbiamo avere prudenza, ma nello stesso tempo accertare tutto, anche nel rispetto delle persone che dimostrano di volerci raccontare la verità. Non dimentichiamo il caso Tortora quando fu arrestato. Solo Enzo Biagi scrisse sul Corriere della Sera: «E se fosse innocente?» mentre gli altri lo accusavano delle più grandi nefandezze. Prudenza, ma ricerca della verità.
Lei aveva accennato a diverse incongruenze che emergono dalle 800mila pagine degli atti della magistratura e aveva parlato anche della moto Honda. Ci può dire qualcosa di più approfondito rispetto al lancio dell’Ansa in merito a questo fatto specifico? Può sintetizzare quanto è documentato su questo aspetto oscuro della strage di via Fani nella documentazione “Aldo Moro: il Partito Democratico vuole la verità”?
I due uomini della moto Honda sono stati condannati per tentato omicidio dalla magistratura, nonostante non si conoscessero i nomi. I brigatisti hanno sempre sostenuto di aver sparato solo da un lato, ma le perizie dimostrano che i colpi provengono anche dall’altro lato. La vedova del maresciallo Leonardi ha sostenuto che chi ha dato il colpo di grazia al marito era persona a lui conosciuta. La quantità di bossoli sparati solo da un’arma; il fatto che chi uccise Leonardi sparò da una pistola 7,65 non in dotazione alle Brigate rosse, perché è accertato che la pistola di Bonisoli non sparò; la presenza di bossoli non identificabili in possesso a strutture militari segrete, la presenza di un’auto dei servizi segreti in via Fani ed altro ancora sono elementi che dovrebbero indurci ad essere prudenti prima di parlare di “bufale”.
E’ stata riscontrata anche qualche altra incongruenza?
La presenza strana ed ingombrante del colonnello Guglielmi a duecento metri da via Fani, all’ora del delitto, è un dato certo.  Il colonnello ha sempre sostenuto che andava a pranzo da un amico, ma l’amico ha sempre detto che non lo aveva invitato e che dopo una visita breve Guglielmi andò via. Ma va sottolineato che Guglielmi, deceduto, era del Sismi, struttura che all’epoca controllava Gladio e fu poi condannato con il generale Musumeci per la strage alla stazione di Bologna dove entrambi, iscritti alla P2, depistarono le indagini. Eleonora Moro ha sempre dichiarato di essere giunta in via Fani quindici minuti dopo la strage e di aver saputo immediatamente da autorevoli rappresentanti delle forze dell’ordine che gli autori erano le Brigate Rosse, quando nessuno aveva ancora rivendicato l’attentato.
Questa prima grossa novità può considerarsi quasi un viatico per accelerare e pervenire all’approvazione definitiva della istituzione della Commissione Moro al senato?
La commissione d’inchiesta è un atto doveroso. La verità per il caso Moro non ha scadenza. Il paese è colpevole di non aver voluto la verità e la classe politica di non averla favorita.
Recentemente lei aveva sottolineato la volontà del presidente del consiglio Renzi di favorire la nascita di questa nuova commissione: qual è organo governativo che segue la istituzione della commissione?
La commissione è autonoma. Matteo Renzi alcuni anni fa, con Lapo Pistelli,  scrisse un libro dal titolo Ma le Giubbe rosse non uccisero Aldo Moro. Credo oggi ci possa essere la conferma.  Il presidente del consiglio ha pubblicamente detto qualche giorno fa che auspica la verità sul caso Moro. Credo possa dare una grande mano di aiuto, desecretando tutti gli atti ancora secretati.