Emigrazione: l’Italia guarda col cannocchiale quanto accade in Egitto, che non è poi così lontano

Emigrazione: l’Italia guarda col cannocchiale quanto accade in Egitto, che non è poi così lontano

Nota dell’on Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
Ciò che sta accadendo in Egitto in questi giorni, deve essere seguito dal Governo italiano con più attenzione di quanto non si stia facendo ed invece, sembra che si osservi tutto con un cannocchiale, per la molta distanza.
Analizzare la animosa protesta, messa in atto dal popolo egiziano, come qualcosa di molto lontano, è sbagliato, perché è solo una lingua di mare a dividerci dallo Stato Egiziano. Quella stessa lingua di mare che, al momento, rappresenta per moltissimi egiziani, la strada per sfuggire alla violenza e alla miseria.

Nota dell’on Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati.
 
Ciò che sta accadendo in Egitto in questi giorni, deve essere seguito dal Governo italiano con più attenzione di quanto non si stia facendo ed invece, sembra che si osservi tutto con un cannocchiale, per la molta distanza.
Analizzare la animosa protesta, messa in atto dal popolo egiziano, come qualcosa di molto lontano, è sbagliato, perché è solo una lingua di mare a dividerci dallo Stato Egiziano. Quella stessa lingua di mare che, al momento, rappresenta per moltissimi egiziani, la strada per sfuggire alla violenza e alla miseria.
E’ urgente attivare tutte le procedure necessarie per predisporre accoglienza e risoluzioni successive o si andrà incontro a problemi legati all’immigrazione, ben più importanti di quelli vissuti sino ad oggi. C’è il rischio di una vera emergenza umanitaria, perché questa volta a scappare saranno intere famiglie, comprese donne e bambini, con tutto ciò che ne consegue.
Le coste della Sicilia, prima ancora che quelle della Calabria e della Puglia, rappresentano un miraggio per chi scappa da guerre civili e miseria ed il mediterraneo, importante crocevia del commercio nei secoli, è oggi spettatore di grandissime tragedie umane.
Il Governo italiano non può essere ostaggio della Lega ed intervenire nei confronti dell’immigrazione soltanto con i “respingimenti”. Non ci si può comportare in maniera disumana quando gli immigrati sono dei minori, la cui colpa è quella di essere nati poveri, in un Paese povero.
L’Italia si deve fare portavoce di questa particolare situazione presso il Parlamento Europeo, cercando una soluzione che affronti con responsabilità il flusso migratorio. Va garantita la sicurezza ai cittadini italiani, ma vanno anche rispettati i diritti umanitari di chi soffre.
Da molte settimane la situazione in nord Africa è delicata. La Tunisia prima e l’Egitto in seguito con la loro ribellione, nei confronti di un sistema che soffoca la democrazia, stanno mettendo in pericolo la vita di moltissimi connazionali, spingendoli a viaggi della speranza verso mete sicure.
Per questo motivo il Governo italiano ed il Ministro Frattini in particolare devono intervenire repentinamente per studiare un piano strategico di interventi umanitari che trovi l’avvallo e la collaborazione dell’Europa tutta.
Immaginare che il Nord Africa sia lontano da noi e che i problemi possiamo chiuderli fuori di casa servirà solo ad andare incontro ad un’implosione.