Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie

Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie

CAMERA DEI DEPUTATI

COMMISSIONE AFFARI SOCIALI

17 e 18 GIUGNO 2008

DL. n 93/08 “Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie”

La XII Commissione

Esaminato, per le parti di propria competenza, l’AC 1185 recante il disegno di legge di conversione del D.L. n. 93/2008 “Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie”;

rilevato che le misure contenute nel provvedimento hanno effetti meramente marginali sulla distribuzione del reddito e non comportano aiuti concreti per quel 66,1 per cento di famiglie che non riesce più a risparmiare o per quel 15 per cento di famiglie che non arriva alla quarta settimana e deve ricorrere all’indebitamento o ancora per quel 30 per cento di nuclei familiari che non riesce ad affrontare una spesa imprevista di 600 euro; rilevato che il provvedimento in esame non risolve concretamente il problema della crisi del potere d’acquisto delle famiglie, il cui reddito è crollato del 13 per cento rispetto ai Paesi dell’unione europea ; rilevato che la totale esenzione dal pagamento dell’lei sulla prima casa, sulle pertinenze e sulle abitazioni assimilate previsto all’articolo 1 esclude le famiglie più svantaggiate non proprietarie di immobili e pone il problema del minor gettito da compensare ai Comuni, specialmente a quei comuni che già oggi vivono una difficoltà di cassa e che si trovano nelle regioni più povere della penisola; rilevato che la detassazione degli straordinari, di cui all’ articolo 2 è iniqua, in un Paese come l’Italia, che conserva uno dei più bassi tassi di occupazione femminile d’Europa, una disoccupazione elevata in molte aree territoriali nonché salari e stipendi inferiori rispetto agli altri paesi europei;  rilevato che la rinegoziazione dei mutui di cui all’articolo 4 non aiuta le famiglie che si vedranno sempre più indebitate e per periodi sempre più lunghi; rilevato che i costi elevati di questo provvedimento, che non aiuta i nuclei più bisognosi, comportano una drastica riduzione delle risorse destinate dal Governo Prodi alle politiche sociali ed in particolare, oltre alla riduzione lineare del 6,78 per cento di tutti gli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa determinate dalla Tabella C della legge finanziaria 2008 (L. 285/97 “promozione diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, L. 328/00 fondo per le politiche sociali, D.L. 223/2006 “Fondo per le politiche della famiglia”, D.L. 223/2006 “fondo per le pari opportunità”), una riduzione di 60,1 milioni per il 2008 e di 165, 1 milioni di euro dal 2010 al Ministero della solidarietà sociale, nonché la totale decurtazione degli stanziamenti previsti dalla finanziaria 2008 per il “Fondo violenza contro le donne”, per il “Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa”, per il “Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati”, degli stanziamenti della finanziaria 2007 per “l’istituto nazionale salute migranti e contrasto malattie della povertà” e quelli previsti per il “Fondo inclusione sociale degli immigranti”;

rilevato che anche il ministero della salute subisce la riduzione lineare del 6,78 per cento di tutti gli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa determinate dalla Tabella C della legge finanziaria 2008 (L. 502/1992 “Fondo da destinare ad attività di ricerca e sperimentazione, D.lgs. 267/1993 “riordino dell’istituto superiore di sanità”, D.lgs. n. 268/1993 “Riordinamento dell’Istituto superire di prevenzione e sicurezza del lavoro, DPR n. 613 del 1980 “Contributo alla Croce rossa italiana”, L. 434/1998 “prevenzione randagismo”, D.L. n.l7/2001 “Agenzia per i servizi sanitari regionali”), nonché la riduzione di 20,7 milioni di euro per il 2008 e di 151,7 milioni a decorrere dal 2010, insieme alla decurtazione degli stanziamenti previsti nella finanziaria 2008 relativi “al Fondo transitorio per le regioni con elevati disavanzi sanitari”, al dimezzamento di quelli a favore dell’ “Istituto mediterraneo di ematologia”, a quelli previsti nel D.L. n. 269/2003 relativi all’esternalizzazione dei servizi delle aziende sanitarie ed ospedaliere.

Esprime parere contrario