DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SICUREZZA DELLE CURE E DELLA PERSONA ASSISTITA …

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SICUREZZA DELLE CURE E DELLA PERSONA ASSISTITA …

 Il testo unificato, approvato in via definitiva alla Camera, è il frutto della sintesi di numerose proposte di legge di iniziativa parlamentare presentate sin dall’inizio della legislatura sul tema della responsabilità professionale del personale sanitario.  Il provvedimento affronta e disciplina i temi della sicurezza delle cure e del rischio sanitario, della responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie e delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private, le modalità di svolgimento dei procedimenti giudiziari aventi ad oggetto la responsabilità sanitaria, l’obbligo di assicurazione e l’istituzione del Fondo di garanzia per i soggetti danneggiati da responsabilità̀ sanitaria. Si disciplina dettagliatamente il procedimento che porta all’emanazione delle linee guida, che costituiscono il presupposto per l’accertamento della responsabilità penale. Finalità principale del provvedimento, sicuramente complesso per i temi trattati, è quella di conciliare – ha affermato il relatore del provvedimento Federico Gelli (PD) – l’esigenza di garantire la sicurezza delle cure a tutela dei pazienti, definita come parte costitutiva del diritto alla salute, con quella di assicurare maggiore serenità agli esercenti la professione sanitaria. Questi ultimi sono quelli che al momento subiscono gli effetti di un enorme contenzioso, talvolta con effetti devastanti sotto l’aspetto del ricorso alla cosiddetta medicina difensiva 1 , che incide in modo assai negativo sulla spesa pubblica e sull’incremento dei costi delle polizie assicurative, diventato ormai inaccessibile soprattutto per i giovani medici. Il costo stimato per gli effetti della medicina difensiva è di 10 miliardi di euro: lo 0,75 per cento del PIL e, senza un intervento correttivo attraverso cui si superi la paura, da parte degli operatori sanitari, della denuncia nei loro confronti, diventa inutile continuare a parlare di appropriatezza come chiave di volta per la sostenibilità del sistema. «Eppure – ha affermato Maria Amato (PD) nel suo intervento in discussione generale in Aula del 13 febbraio 2017 – la medicina difensiva non giova, non cura, meno che mai guarisce. Detta così è una definizione quasi asettica che forse non fa comprendere fino in fondo la portata del fenomeno che non è fatto solo dei dieci miliardi assorbiti dalla medicina difensiva ma di professionisti che necessitano di percorsi formativi impegnativi e di coraggio per superare la paura di incorrere in denunce, processi o condanne essenzialmente per fare il proprio lavoro»…
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