Decreto Sviluppo: senza il giusto riconoscimento al Sud operazione difficile se non impossibile

Decreto Sviluppo: senza il giusto riconoscimento al Sud operazione difficile se non impossibile


dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Su una cosa la politica italiana concorda da sempre, l’Italia non può crescere senza l’apporto del Sud.
Dopo la ‘fase uno’ del governo Monti, chiamato a rimettere a posto i conti e a lavorare per ridurre il debito pubblico, puntando al difficile, quanto necessario, pareggio di bilancio, arriva la ‘fase due’ ovvero il Decreto per lo Sviluppo. Si punta alla crescita e al superamento della ‘grande’ crisi.
Può una piramide ergersi verso il cielo forte e maestosa se i blocchi di pietra alla sua base, corrosi dal tempo, non vengono sottoposti ad interventi di consolidamento?
Allo stesso modo l’Italia non può pensare di far funzionare un’operazione di crescita, senza investire nello sviluppo del Sud. Il Nord Italia è ben collegato al resto d’Europa con strade, ferrovie, aeroporti.
Il Sud aspetta ancora il completamento dei tanti cantieri aperti sulla Salerno-Reggio Calabria, che d’estate, in particolare, diviene un calvario per quanti decidono di attraversarla. E’ molto importante agevolare i trasporti nel Sud Italia per avvicinare i territori, favorire lo scambio di merci, intensificare l’insediamento delle attività produttive. Il Decreto per lo Sviluppo deve creare al Sud le condizioni per far ripartire il lavoro…


dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Su una cosa la politica italiana concorda da sempre, l’Italia non può crescere senza l’apporto del Sud.
Dopo la ‘fase uno’ del governo Monti, chiamato a rimettere a posto i conti e a lavorare per ridurre il debito pubblico, puntando al difficile, quanto necessario, pareggio di bilancio, arriva la ‘fase due’ ovvero il Decreto per lo Sviluppo. Si punta alla crescita e al superamento della ‘grande’ crisi.
Può una piramide ergersi verso il cielo forte e maestosa se i blocchi di pietra alla sua base, corrosi dal tempo, non vengono sottoposti ad interventi di consolidamento?
Allo stesso modo l’Italia non può pensare di far funzionare un’operazione di crescita, senza investire nello sviluppo del Sud.
Il Nord Italia è ben collegato al resto d’Europa con strade, ferrovie, aeroporti.
Il Sud aspetta ancora il completamento dei tanti cantieri aperti sulla Salerno-Reggio Calabria, che d’estate, in particolare, diviene un calvario per quanti decidono di attraversarla.
E’ molto importante agevolare i trasporti nel Sud Italia per avvicinare i territori, favorire lo scambio di merci, intensificare l’insediamento delle attività produttive.
Il Decreto per lo Sviluppo deve creare al Sud le condizioni per far ripartire il lavoro.
L’IMU deve essere rimodulata guardando alle condizioni economiche dei nuclei familiari e immaginando agevolazioni per le piccole aziende in difficoltà.
Le aziende che puntano sulla green economy, sulla agricoltura biologica e sul potenziamento delle energie alternative, vanno incentivate, senza soffocarle con la pressione fiscale che annulla ogni ambizione imprenditoriale giovanile.
La disoccupazione al Sud ha raggiunto percentuali che sfiorano la metà della popolazione giovanile. Per combattere questa piaga bisogna pensare ad agevolazioni per le imprese che assumono. Anche il precariato va analizzato come fenomeno sociale. Lo si può accettare in una  fase di transizione ma non lo si può considerare condizione definitiva di vita. Sulle sabbie mobili non si costruisce nulla.
La crisi che stiamo vivendo è una crisi economica importante, che va attraversata e superata. Le banche dovrebbero dare maggiore fiducia alle piccole imprese, per sopperire alla momentanea carenza di liquidità. E’ chiaro che devono esserci garanzie, ma dobbiamo pensare che dietro ogni azienda che chiude i battenti per mancanza di aiuto, ci sono famiglie che finiscono sul lastrico.
Dobbiamo puntare sull’ottimismo, lavorare e decidere per il meglio.
Il Sud Italia, da sempre, nonostante le ataviche difficoltà, è ottimista, I meridionali sono abituati a lavorare sotto il sole cocente nei campi, sui pescherecci quando il mare è in burrasca e non si tirano indietro neppure quando le difficoltà generano un’enorme sforzo, a fronte del quale giunge un piccolissimo beneficio.
I meridionali sono lo zoccolo duro dell’Italia. Senza il loro apporto il Paese non può decollare.
Che li si consideri una ‘forza’ come è giusto che sia, o una ‘zavorra’ secondo l’ottusaggine leghista di qualcuno, i meridionali sono un tassello importante dell’Italia e senza di esso lo sviluppo è di difficile, se non impossibile da raggiungere.
Siamo all’inizio della ‘fase due’ del governo Monti, per dar vita ad un’operazione di crescita che tranquillizzi i mercati economici e porti serenità alle famiglie italiane. Perché ciò accada è necessario che il Nord ed il Sud si tendano la mano e mettano l’uno a disposizione dell’altro competenze, professionalità, capacità imprenditoriali.
Chi immagina uno sviluppo dell’Italia svincolato dal Sud ha un’idea di sviluppo povera, che è fallimentare in partenza.