DATA GIOVANI registra: -94 mila imprenditori giovani nella crisi

DATA GIOVANI registra: -94 mila imprenditori giovani nella crisi


Nel nostro Paese si contano alla fine del 2013 circa 408 mila cariche imprenditoriali detenute da giovani, che rappresentano poco più del 5% delle cariche imprenditoriali complessive (quasi 7 milioni e 800 mila). Il 32% delle cariche giovanili è detenuto da donne (132 mila circa). Il numero di giovani imprenditori appare dunque consistente, ma fortemente ridimensionato dagli anni di crisi: nel 2008, infatti, se ne contavano 94 mila in più, ed in un solo anno se ne sono persi 16 mila.
Giù tutte le cariche, crescono solo s.r.l. con unico socio e semplificate. La diminuzione si è registrata in tutte le tipologie di carica, con particolare rilevanza soprattutto nel caso dei soci (-5,4% rispetto al 2012, -22,9% dall’inizio della crisi) e tra gli amministratori di impresa (-3,7% e -21,7%). Le cariche detenute in società di persone ed imprese individuali, in cui si annoverano oltre l’80% delle cariche, sono quelle che hanno registrato le flessioni maggiori, in particolare per le s.n.c. (-9,6% sul 2012 e -34% sul 2008). Crescono invece nell’ultimo anno gli imprenditori che hanno scelto la forma giuridica delle società di capitale (60.355 cariche, +2,1% sul 2012): l’aumento di cariche in s.r.l. con unico socio (+3,4%) e delle s.r.l. semplificate (4.508 cariche, non paragonabile alle appena 365 cariche del 2012) sono riuscite a compensare le flessioni di giovani nelle s.r.l. (-6,6% sul 2012, che continuano comunque a raccogliere quasi tre quarti delle cariche complessive in società di capitale)…


Nel nostro Paese si contano alla fine del 2013 circa 408 mila cariche imprenditoriali detenute da giovani, che rappresentano poco più del 5% delle cariche imprenditoriali complessive (quasi 7 milioni e 800 mila). Il 32% delle cariche giovanili è detenuto da donne (132 mila circa). Il numero di giovani imprenditori appare dunque consistente, ma fortemente ridimensionato dagli anni di crisi: nel 2008, infatti, se ne contavano 94 mila in più, ed in un solo anno se ne sono persi 16 mila.
Giù tutte le cariche, crescono solo s.r.l. con unico socio e semplificate. La diminuzione si è registrata in tutte le tipologie di carica, con particolare rilevanza soprattutto nel caso dei soci (-5,4% rispetto al 2012, -22,9% dall’inizio della crisi) e tra gli amministratori di impresa (-3,7% e -21,7%). Le cariche detenute in società di persone ed imprese individuali, in cui si annoverano oltre l’80% delle cariche, sono quelle che hanno registrato le flessioni maggiori, in particolare per le s.n.c. (-9,6% sul 2012 e -34% sul 2008). Crescono invece nell’ultimo anno gli imprenditori che hanno scelto la forma giuridica delle società di capitale (60.355 cariche, +2,1% sul 2012): l’aumento di cariche in s.r.l. con unico socio (+3,4%) e delle s.r.l. semplificate (4.508 cariche, non paragonabile alle appena 365 cariche del 2012) sono riuscite a compensare le flessioni di giovani nelle s.r.l. (-6,6% sul 2012, che continuano comunque a raccogliere quasi tre quarti delle cariche complessive in società di capitale).
Uno sguardo territoriale: nel breve periodo soffre di più l’imprenditoria giovanile del Nord Ovest, dall’inizio della crisi il Nordest. Focalizzando l’attenzione su amministratori e titolari Under 30, nonostante non siano i territori in cui l’imprenditoria giovanile è più diffusa, è nell’Italia Settentrionale che la “sparizione” di cariche imprenditoriali giovanili si è fatta maggiormente sentire. Il Nordovest ha sofferto più di altri nell’ultimo anno (-4,6%, pari ad oltre 4 mila cariche Under 30 in meno), in particolare Piemonte e Liguria che hanno superato quota -5%.
Settori in crisi e settori in crescita: in fuga da costruzioni, manifatturiero, attività immobiliari e professionali, più orientati verso ristorazione, servizi alle imprese, informazione e comunicazione e finanza. Il settore che soffre di più, il secondo in assoluto per numero di imprenditori giovani, è quello delle costruzioni, con l’11% di titolari ed amministratori Under 30 in meno rispetto al 2012 (quasi 6.500), seguito da altri due dei comparti più rilevanti, vale a dire l’agricoltura (-6,2%) e le attività manifatturiere (-4,7%). Vi sono poi, al contrario, settori che hanno evidenziato aumenti di cariche: si tratta in primis del comparto degli alloggi e della ristorazione (quasi 40 mila titolari e amministratori Under 30, +1,1%), ma vanno citati anche i servizi di noleggio e consulenza alle imprese (+4,7%), i servizi informatici e di comunicazione (+2%) e le attività finanziarie ed assicurative (+12,9%).
Uno sguardo europeo: l’Italia tra i grandi Paesi ha il record di lavoratori in proprio senza dipendenti, ma uno di quelli in cui questa componente lavorativa è più in difficoltà. In Italia si contano oltre 1 milione e 300 mila own-account workers Under 40, vale a dire lavoratori in proprio senza dipendenti, che rappresentano il 15% del totale degli occupati della fascia d’età, un record quasi assoluto per l’Europa (se si esclude tra i principali Paesi la Grecia, che arriva al 18% ma con numeri assoluti ben lontani dai nostri). La media dell’area Euro si ferma praticamente alla metà (7,5%), Francia e Germania al di sotto del 5%. Si conferma dunque come l’Italia sia un Paese in cui è particolarmente vivo lo spirito di auto imprenditorialità. L’altra faccia della medaglia è che, assieme alla Germania, il nostro Paese è l’unico tra gli 8 considerati a registrare una flessione di lavoratori in proprio nel 2013, e di dimensioni consistenti (-8,3%).