IL CORRIERE DELLA SERA – Nel PD Fioroni: c’è uno scenario nuovo

IL CORRIERE DELLA SERA – Nel PD Fioroni: c’è uno scenario nuovo

Nel Pd Fioroni: c’è uno scenario nuovo
Il «terzo polo» attrae gli ex popolari
Monica Guerzoni
ROMA – «Mi sono stufato di sentirmi dire che sto con la valigia in mano…». Nelle ore della rissa sulla fiducia, nell’ala del Transatlantico tradizionalmente frequentata dai deputati democratici, va in scena un altro dramma. Protagonista, Beppe Fioroni. Lo descrivono irresistibilmente attratto dal terzo polo di Fini, Casini e Rutelli e il responsabile Welfare del Pd smentisce con forza: «Non ho intenzione di uscire, il Partito democratico è la mia casa». Nello sfogo di Fioroni, affidato a una nota, compaiono altri due personaggi chiave, Franco Marini e Dario Franceschini. L’ex ministro ne parla come di «amici personali» e chiude una vicenda che da due giorni divide l’area dei cattolici democratici. Tutta colpa di una «pizzata di fine anno», come la definisce per sdrammatizzare Pierluigi Castagnetti. Stando alla versione dei fioroniani, il loro leader aveva diramato gli inviti per lunedì raccogliendo una cinquantina di adesioni. Secondo la ricostruzione dei franceschiniani invece, il padre nobile Marini e il capogruppo Franceschini avrebbero messo in moto un giro di telefonate per stoppare l’iniziativa. A quel punto Fioroni, rimasto con un pugno di commensali, avrebbe rinviato il tutto. Tant’è che la cena è stata riconvocata e martedì sera, alla «Capricciosa», erano attovagliati in settanta, compresi Franceschini e Marini. «Io avrei detto cattiverie su di loro? Sono polpette avvelenate» placa gli animi Fioroni e spera che «tornino parole di verità». La sua verità è che gli ex popolari non si muovono, ma di certo «il terzo polo apre uno scenario nuovo
ed è un elemento determinante per rinvigorire il progetto originario del Pd». La querelle sulla cena ha riaperto la sfida sui numeri. Su quanti parlamentari può contare Fioroni? Settanta e oltre, fanno di conto i fedelissimi ed elencano Grassi, D’Ubaldo, Gasbarra, Pedoto, Viola, Ginoble… Mentre i detrattori si fermano alle dita di due mani. «Non ce n’è uno che voglia andare via», rassicura Franceschini. Per Castagnetti «il malessere dei cattolici non c’è» e Antonello Soro, che pure sta stretto in un Pd «vecchio partito», chiede a Fioroni di non farsi interprete di tutti i popolari: «Abbiamo voluto il Pd e qui restiamo». Eppure l’altro ieri Fioroni ha parlato un’ora con Enzo Carra, deputato di grande esperienza che ha lasciato il Pd per l’Udc e che gli avrebbe esposto la «preoccupazione» di Casini, il quale teme di dover presto imbarcare un pezzo di classe dirigente
del Pd. «E chi ci vuole andare, con l’Udc? Io sono per l’alleanza col terzo polo – ribadisce Fioroni – Se poi qualcuno si è messo a far la conta peggio per lui. Io non cerco rotture. Ma forse sperano di mandarci via…».
 
 
La cena
Mercoledì sera gli ex Popolari del Partito democratico si sono incontrati per una cena prima della pausa estiva: a guidarli, Beppe Fioroni (nella foto sotto), Dario Franceschini e l’ex presidente del Senato, Franco Marini. C’era anche Pierluigi Castagnetti
I numeri Secondo i fedelissimi dell’ex ministro dell’Istruzione, l’area degli ex ppi che fa capo a Fioroni può contare su una settantina di deputati e senatori
Gli ex Nei mesi scorsi altri ex popolari come Renzo Lusetti, Enzo Carra e Paola Binetti hanno lasciato i democratici per posizioni centriste.