IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO – VeltroniI a Emiliano: Apri il partito in Puglia

IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO – VeltroniI a Emiliano: Apri il partito in Puglia

 

Il leader del Pd intervistato alla festa dei democratici
“Federalismo, se sarà una cosa seria noi ci staremo”
di Lorena Saracino
 
BARI — “Michele, devi aprire il partito al tesseramento, non puoi continuare a tenerlo ingessato”. Il segretario nazionale del Pd, Wa1ter Veltroni ieri sera, ha bonariamente tirato le orecchie al segretario regionale del suo partito, Michele Emiliano, prima di salutare i militanti non più di trecento- all’Arena della Vittoria nel corso della festa provinciale del Pd, a Bari. In una cena frugale al ristorante “Antico Fizzarotti” che ha preceduto l’arrivo allo stadio, al tavolo con il senatore Nicola Latorre e i deputati Gero Grassi e Dario Ginefra, poi raggiunti da Emiliano, sono emerse chiare le divrsità di vedute con l’ala dalemiana; seppure attutite da battute e motteggi (Latorre a Veltroni: “Perché non ti iscrivi a Red?”). Un’occasione per i parlamentari per chiedergli l’abolizione del doppio incarico istituzionale e di partito in una norma statutaria che ne codifica l’incompatibilità. Verso le otto, poi, Veltroni ha lasciato il tavolo ed è arrivato all’Arena della vittoria, salutato calorosamente dal pubblico, per essere intervistato dalla vicedirettora del Corriere del Mezzogiorno, Maddalena Tulanti, (inviata dell’Unità in Russia, quando Veltroni ne fu il direttore).
Un saluto affettuoso, una breve introduzione di Emiliano e Ginefra dal palco e poi, via alle domande a tutto campo, alle quali Veltroni ha risposto punto su punto, nonostante la stanchezza dopo la vivace direzione nazionale, aperta fin dal mattino a Roma, nella quale è tornato a sottolineare la politica degli annunci del Governo.
D’obbligo, il suo parere sul federalismo nella stessa giornata in cui il disegno di legge è stato sdoganato dal Governo e mentre, in contemporanea, a poche centinaia di metri dallo stadio, il Pdl in pieno centro città mette in scena un talk show su questo tema con il ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto. “Al momento il federalismo è solo un annuncio – attacca Veltroni – se diventerà una cosa seria noi ci saremo. E’ una di quelle cose che possono fare bene al Paese e in Parlamento avremo un atteggiamento assolutamente responsabile”.
Alla giornalista che lo incalza gli chiede maggior chiarezza: “Il Pd vuole il federalismo ma vuole sapere se ci sono problemi per farlo. Al momento non c’è una cifra. Hanno detto di si a tutti, ai siciliani per le accise sulle benzine, ai sardi per la stessa ragione, al Trentino, alla Valle d’Aosta. Alla fine bisognerà mettere delle cifre”.
Quanto alla concreta realizzazione ci sarà da aspettare, per il leader del Pd:” Due anni per i decreti delegati, poi cinque per la prima attuazione,e se non si conclude, altri cinque anni. In tutto 12 anni”. E’ la politica degli annunci di un Governo che, per Veltroni, allontana il Paese dalla realtà e lo avvicina in un mondo virtuale, senza valori, “come l’Italia dei naufraghi in tv”. Eppure, un irresistibile specchietto per le allodole per i più giovani, come gli ha raccontato un suo amico, Marco Lodoli di professione insegnante: “Professore, vede quel buco nero là (l’occhio di bue n.d.r.).
Io voglio stare là dentro, non essere dall’altra parte”, è stata la confessione di una giovane studentessa.
“Ci stiamo abituando a cose alle quali non ci dobbiamo abituare. Io mi voglio sottrarre da questa grande commedia, mentre c’è chi non arriva a fine mese e riaffiorano elementi di razzismo e xenofobia”. Inevitabilmente il richiamo a Martin Luther King. “Se negli anni Sessanta avesse fatto un sondaggio per sapere se i negri dovevano avere li stessi diritti dei bianchi sarebbe andato sotto di parecchio, ma aveva ragione lui e gli altri torto. Bisogna avere il coraggio di andare controcorrente”. Ritorna sulla vicenda Alitalia, rimarcando il suo ruolo. E sulla sicurezza:”Soffiano sulla paura, ma se si securizza la società non si vive più tranquilli. La pena di morte in America, lo dimostra”. Spiega l’importanza della manifestazione “democratica” del 25 ottobre prossimo dalla quale ripartirà l’offensiva al Governo. Attacca il piano di risanamento offerto al Comune di Catania per salvarlo dalla bancarotta “se c’è un piano di risanamento, Taranto non può starne fuori. Dico no ad elementi di arbitrio sulla base della simpatia politica”. E spiega la sua idea di partito, “una casa aperta, un partito grande è così. Non può essere una federazione di realtà organizzate. E per entrarci nessuno deve chiedere con chi stai. Non sarà un cappio di piombo”. Gioca sul “tafazzismo della sinistra” sempre pronta a piangersi addosso, invece di rimboccarsi le maniche e ricominciare all’indomani della sconfitta. La risalita è già pronta con la manifestazione, il congresso programmatico, gli organismi giovanili, la tv di area. “Mai un partito riformista aveva superato il 30%. Noi e gli spagnoli abbiamo raggiunto questo risultato”. Inevitabile il passaggio sul presidente della Regione, Nichi Vendola. “Io non faccio inviti ad entrare nel pd. Nichi ha un suo tragitto culturale netto, ho molta stima di lui e ci vogliamo bene fin da ragazzi, so che sta facendo bene in Puglia, con il Pd mi pare in sintonia nel suo governo. Se deciderà di fare ancora il presidente della giunta lo sosterremo con determinazione”.