CONTRASTO DEL REATO DI “NEGAZIONISMO”

CONTRASTO DEL REATO DI “NEGAZIONISMO”

 LE RAGIONI DI QUESTA LEGGE A differenza del revisionismo, che sulla base di nuove fonti e modelli interpretativi tende a reinterpretare determinati fatti della Storia in modo diverso o contrario a quello comunemente accettato, il negazionismo si spinge fino a negare la realtà storica di alcune vicende, nonostante esse siano state accertate sulla base di documenti, testimonianze e prove materiali del tutto evidenti e inoppugnabili. Il caso più clamoroso – e odioso – di questo atteggiamento riguarda i crimini commessi dal nazismo e la Shoah, lo sterminio di milioni di ebrei nel corso della seconda guerra mondiale.  Uno sterminio che i “negazionisti” – tra i principali e più discussi ci sono il francese Robert Faurisson e l’inglese David Irving, mentre tra gli italiani si può citare Carlo Mattogno – sostengono non sia mai avvenuto, minimizzando la portata di quel che accadde o rifiutandolo del tutto: non è vero che Hitler abbia mai pianificato un’azione di questo tipo, non è vero che lager come quello di Auschwitz-Birkenau fossero adibiti all’eliminazione quotidiana di migliaia di ebrei – e di prigionieri politici, zingari, omosessuali – e non è vero che a questo scopo fossero in funzione camere a gas e forni crematori. L’Olocausto sarebbe dunque solo un “mito” costruito dagli Alleati e dall’Unione Sovietica per garantire i propri interessi geopolitici alla fine del conflitto, con il pieno sostegno del popolo ebraico desideroso di giustificare la creazione dello Stato di Israele. Si tratta di posizioni talmente infondate e aberranti che è impossibile farle rientrare nella categoria delle “correnti storiografiche”. Il negazionismo – nel caso della Shoah, perché poi esso è purtroppo applicabile a diversi genocidi e crimini contro l’umanità – è ben altro: è una forma di vero e proprio antisemitismo, è un tipo di propaganda ideologica basata sull’odio, è una grave lesione al diritto alla tutela della dignità della persona. Come ha sottolineato il relatore Walter Verini (Pd), colpire il negazionismo significa prevenire e contrastare meglio fenomeni di oggi, non di settant’anni fa. Individuare le forme migliori per frenare e sconfiggere il diffondersi di queste teorie è dunque un compito delle istituzioni democratiche che, al tempo stesso, per loro stessa natura, hanno il dovere di salvaguardare il pieno diritto alla libertà di opinione.  
In tal senso, con questo provvedimento non si intendono colpire le opinioni, ma coloro che, in nome di teorie negazioniste, istigano alla violenza o commettono e conducono degli atti di violenza…

Per leggere il testo clicca qui