CONTENIMENTO DEL CONSUMO DEL SUOLO E RIUSO DEL SUOLO EDIFICATO

CONTENIMENTO DEL CONSUMO DEL SUOLO E RIUSO DEL SUOLO EDIFICATO

I temi del consumo di suolo, del riuso del suolo edificato e della valorizzazione delle aree agricole stanno assumendo ormai da qualche tempo una rilevanza crescente e sono finalmente giunti all’attenzione anche del legislatore, sulla spinta di una maggiore consapevolezza dell’opinione pubblica, del mondo scientifico e delle professioni riguardo al tema dei limiti di un modello di sviluppo, che per molto tempo non si è misurato in modo adeguato con il tema della finitezza delle risorse ambientali e territoriali.
Dal 1971 al 2010 l’Italia ha perso il 28 per cento della superficie agricola1, una superficie equivalente a quella di Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna. Ed ancora oggi, afferma Chiara Braga (relatore del PD per la VIII Commissione Ambiente), nonostante la crisi del settore delle nuove costruzioni, si continua a perdere suolo a una velocità di 55 ettari al giorno. L’evoluzione della superficie agricola utilizzata peraltro registra una tendenza inversa rispetto all’andamento demografico, e la continua perdita di terreno agricolo porta l’Italia a dipendere sempre più dall’estero per l’approvvigionamento di risorse alimentari. Molte variabili incidono sulla perdita di superfici agricole e possono essere ricondotte a due macro-fenomeni: l’abbandono dei terreni e la cementificazione.
L’espansione delle aree urbanizzate è guidata da processi di diffusione e di dispersione, che causano la perdita del limite tra aree urbane e rurali, con un impatto negativo amplificato in termini paesaggistici e ambientali dovuto a una limitazione delle funzioni del suolo e degli ecosistemi naturali, ma anche di natura economica e sociale, con costi sempre maggiori, legati alla mobilità, alla realizzazione e alla gestione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria e all’impatto dell’aumento dell’esposizione al rischio di parti rilevanti del territorio italiano…
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