CONFCOMMERCIO ridurre il peso della spesa pubblica sul Pil

CONFCOMMERCIO ridurre il peso della spesa pubblica sul Pil


Si è aperta a Cernobbio la quindicesima edizione del Forum Confcommercio. Il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, ha presentato una ricerca sugli aspetti della spesa pubblica e sull’andamento dell’economia. “E’ possibile ridurre il peso della spesa pubblica sul Pil – ha detto Bella - e ci sono Paesi che l’hanno fatto negli ultimi venti anni e hanno avuto una crescita. C’è necessità e urgenza di un processo di riqualificazione della spesa pubblica eliminando inefficienze e sprechi da destinare in parte alla riduzione del carico fiscale e in parte a re-investimento in aree dell’intervento pubblico produttive di benefici per i cittadini”. La spesa pubblica delle regioni italiane potrebbe essere tagliata di oltre 82 miliardi. Secondo Bella, se tutte le regioni italiane si adeguassero ai costi unitari sostenuti dai cittadini lombardi, con la spesa procapite effettiva per consumi finali più bassa (pari a 2.651 euro), si otterrebbe un risparmio di 82,3 miliardi. Il 43,3% delle inefficienze delle spese delle regioni è attribuibile alla Sicilia, alla Campania e al Lazio….


Si è aperta a Cernobbio la quindicesima edizione del Forum Confcommercio. Il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, ha presentato una ricerca sugli aspetti della spesa pubblica e sull’andamento dell’economia. “E’ possibile ridurre il peso della spesa pubblica sul Pil – ha detto Bella - e ci sono Paesi che l’hanno fatto negli ultimi venti anni e hanno avuto una crescita. C’è necessità e urgenza di un processo di riqualificazione della spesa pubblica eliminando inefficienze e sprechi da destinare in parte alla riduzione del carico fiscale e in parte a re-investimento in aree dell’intervento pubblico produttive di benefici per i cittadini”. La spesa pubblica delle regioni italiane potrebbe essere tagliata di oltre 82 miliardi. Secondo Bella, se tutte le regioni italiane si adeguassero ai costi unitari sostenuti dai cittadini lombardi, con la spesa procapite effettiva per consumi finali più bassa (pari a 2.651 euro), si otterrebbe un risparmio di 82,3 miliardi. Il 43,3% delle inefficienze delle spese delle regioni è attribuibile alla Sicilia, alla Campania e al Lazio. Per Confcommercio, “le distanze tra i livelli di servizio pubblico nelle regioni italiane assieme alle differenze nella spesa pubblica procapite suggeriscono che un’ampia frazione del gap tra regioni è davvero aggredibile”. Secondo la ricerca dell’Ufficio Studi, una famiglia di tre persone nel 2013 ha speso più o meno 4.100 euro per interessi sul debito pubblico, 2.100 euro per sostenere i sussidi alle imprese, 8.200 euro per i dipendenti pubblici (parlamentari e sindaci inclusi). “Questi esempi – ha spiegato Bella – chiariscono dove vada a finire il 44% del Pil prodotto da ciascun italiano attraverso la pressione fiscale che estrae risorse da destinare alla spesa pubblica”. Parlando poi della situazione economica generale, Bella ha sottolineato che quest’anno la “crescita per l’economia italiana l’Italia sarà fiacca. Il Pil nel 2014 crescerà solo dello 0,5% per poi risalire con un +0,9% il prossimo anno. Anche se lenta si tratta comunque di una inversione di tendenza rispetto agli anni passati quando si è registrato un calo del Pil del 2,4% nel 2012 e dell’1,9% nel 2013. Nella precedente stima, Confcommercio prevedeva una crescita del Pil dello 0,3% per quest’anno”.”Se a maggio – ha aggiunto Bella - cosi’ come previsto dal Governo Renzi, saranno erogate risorse per 12 miliardi netti alle famiglie (anche tramite le imprese) il Pil potrebbe crescere di un ulteriore 0,3% portando la nostra stima per l’anno a un +0,8%. Mentre la previsione per i consumi si alzerebbe a un +1%. I consumi delle famiglie quest’anno rimarranno piatti (-2,6% nel 2012), per registrare un timido risveglio (+0,7%) nel prossimo. Praticamente lo stesso discorso per gli investimenti, che quest’anno cresceranno solamente dello 0,9% (-4,7%) per poi registrare un +1,1% nel 2015″. Notizie negative anche dal mercato del lavoro, con gli occupati che continueranno a scendere anche quest’anno (dell’1,2% dopo il -2,1% nel 2012), per tornare a crescere dello 0,4% nel 2015. Tra le poche stime relativamente positive messe in conto dagli analisti di Confcommercio ci sono la stabilita’ della pressione fiscale (al 44,1%), che poi dovrebbe scendere al 43,9% nel 2015, il modesto recupero del reddito disponibile (+0,2% quest’anno e nel prossimo, dopo il -1,2% nel 2012) e un’inflazione sempre sotto stretto controllo (0,8% nel 2014, 1,7% nel 2015, dopo 1,2% nel 2012).