CITTA’ DOMANI – La Puglia è nostra e non Dalemiana

CITTA’ DOMANI – La Puglia è nostra e non Dalemiana

di Franco De Bartolo
 
È sembrato di rivivere un deja vù.
Si dice che la storia non si ripete, ma il popolo delle primarie ha dimostrato che qualche volta non è così. Per usare una terminologia pugilistica, possiamo dire che se cinque anni fa, Vendola, sempre su Boccia vinse ai punti, oggi il presidente della Regione Puglia ha vinto per 1(0. I numeri sono impietosi, il leader di “Sinistra e Libertà” si. è attestato nell’intera Regione con oltre il 70% dei voti e nella sua città natale ha sfiorato il 100% dei consensi. Duecentomila pugliesi domenica 24 gennaio caparbiamente hanno voluto dissentire e dire la loro con il voto, schierandosi apertamente contro il gioco delle tre carte appositamente predisposto dalla nomenclatura del centro-sinistra pugliese.
Quasi centocinquantamila di quei duecentomila (cinque anni fa furono ottantamila) hanno voluto fare un pernacchio ai dirigenti pugliesi del PD. Con Vendola hanno avuto ragione quanti si erano spesi ed espressi per le primarie. Due nomi per tutti: Franceschini e Grassi. Si, proprio Gero Grassi, il tanto-bistrattato onorevole terlizzese
che in più occasioni si era espresso per le primarie, ha dato dimostrazione di un notevole fiuto politico. È stato singolare vedere che fuori la sede del PD, ex DS, c’era il
manifesto con la faccia di Boccia e, invece, davanti la sede del Centro studi Aldo Moro, ex Margherita, un manifesto invitava a votare Vendola. Insomma, gli ex comunisti invitavano a votare un ex democristiano e gli ex democristiani votavano un ex comunista. Senza ombra di dubbio il Centro studi Aldo Moro ha tenuto una linea ferma senza sbandamenti, ritenendo giusto sin dall’inizio appoggiare alla luce del sole il Presidente Vendola. Che dire invece dei dirigenti del PD terlizzesi? In pubblico promuovono Boccia, in privato votano Vendola. Questo modo sotterraneo di concepire la politica è sconcertante. Abbiate l’onestà intellettuale di chiedere scusa a Franceschini e soprattutto all’Onorevole Grassi per i giudizi pesanti espressi su quel vostro famoso manifesto fatto affiggere all’indomani dell’elezione del segretario nazionale e
regionale del PD. Il segreetario del PD pugliese Blasi, subito dopo l’esito della consultazione, ha esclamato: “Abbiamo vinto tutti!”. Ma che storia è mai questa. Allora perché si è voluto mettere in discussione la ricandidatura di Vendola? Questi sono dirigenti che se mai hanno avuto qualche contatto con la gente ora l’hanno perso. Confondono le proprie ambizioni con le aspirazioni dei pugliesi.
Durante gli anni Settanta c’era uno slogan che gridavamo nelle manifestazioni: La Puglia è rossa e non democristiana”. Mi piace, a distanza di più di trenta anni, parafrasarlo ‘La Puglia è nostra e non dalemiana”. Questi sono i segni dei tempi che cambiano, quello che non può cambiare è la Politica intesa come Servizio.