CITTA’ DOMANI – Tra memoria e presente

CITTA’ DOMANI – Tra memoria e presente

Tra memoria e presente
E una serata uggiosa di inizio autunno e nella nostra città c’è la presentazione del libro “Da Terlizzi a Ventotene, isola di confino”: non è un libro tra tanti.
Questo libro non parla di fascismo e antifascismo con lente ideologica, ma scava, va in profondità nelle vite di questi nostri concittadini.
E un libro bellissimo perche fa capire al lettore che, oltre alla fede politica, c’è la Famiglia. Gli affetti Familiari negati, tutto il tempo rubato da quel regime ai figli e alle mogli. In quegli anni, negli anni del fascismo, si poteva essere spediti al confino per “aver partecipato al Funerale di un’ comunista, deposto fiori sulla tomba di un antifascista,- aver usato frasi denigratorie o ironizzato sul faicismo, aver diffuso notizie ascoltate ad una radio straniera, essere in possesso di un’immagine di Matteotti, non aver salutato romanamente il nero gagliardetto, non aver partecipato ai festeggiamenti fascisti, aver letto libri o riviste ritenuti eversivi, cantato inni rivoluzionari, aver festeggiato, il i ° maggio” e così via. Per questo, solo per queste cose, delle persone venivano private della libertà e come scritto bene nel libro, fiumi di dolore scorsero. Questo libro è un’opera importante perché fa luce sulla vulgata ancora oggi in auge : che il fascismo al sud è stato bonario o tuttalpiù goliardico. In realtà basta scorrere le pagine di questo lavoro per rendersi conto di quanto dolore fu arrecato ai meridionali. Questo libro ci rende orgogliosi di essere concittadini di Gaetano Vallarelli, Giovanni Gesmundo, Antonio Leovino, Michele Vallarelli, Michele De Palo. Quella sera la sala, nella Pinacoteca De Napoli, era stracolma. I Familiari dei protagonisti del libro con
la loro presenza resero l’atmosfera grondante di pensieri e riflessioni, rendendoci tutti protagonisti di una storia, la storia di cittadini terlizzesi sacrificatisi per la libertà, I racconti dei figli e dei ‘nipoti hanno reso poi, la serata indimenticabile, ci siamo tutti emozionati, loro, i nostri concittadini hanno vinto più volte, e non solo perché anche con loro sacrificio l’Italia è diventata una repubblica antifascista. Penso che le vittorie di questi antifascisti siano attuai..Non avrebbero mai immaginato che un giorno due terlizzesi, per lo più mai stati comunisti, avrebbero raccontato le oro vite, e men che mai avrebbero pensato che un giorno il presidente di una grande regione come è la nostra, un giorno sarebbe stato lì in un salone a parlare di loro. Non è stata una commemorazione ma un ridare vita a persone dalle vite esemplari. Questo nostro paese però è estraneo: in ogni altra comunità il primo cittadino o chi per lui sarebbero stati lì in prima fila. Si, insomma un’Amministrazione comunale a guida di “sinistra” (Sel) compatta, si sarebbe presentata quella sera ad onorare la vita e le sofferenze patite dai nostri concittadini per la libertà.
Caro Presidente Vendola vuoi cambiare la Puglia, pensi di cambiare l’Italia, ma nel tuo paese, nel paese di Nichi, gli amministratori comunali compatti partecipano all’inaugurazione di un ponte, preferendo non partecipare alla presentazione di questo bel libro che parla della nostra storia. Le – corde di questi amministratori per nulla di Sintstra, vengono toccate e solleticate solo quando si parla di cemento. Gaetano Vallarelli, Giovanni Gesmundo, Antonio Leovino, Michele dello Russo, Michele De Palo non meritavano questo. Si sarebbero indignati e anche molto, vedendo che nella loro città c’è un fascismo strisciante. Se dici e scrivi quello che pensi sei trascinato in tribunale, se spieghi ai lettori i comportamenti di alcuni consiglieri comunali sei ingiuriato ed ‘avvisato”, se ti permetti di contestare apertamente i comportamenti e le scelte sei confinato nell’isola di chi non si adeguo. Noi sbagliavamo perché le nostre vite erano annullate dal Partito. Tutto si faceva per il Partito. Questo è stato uno dei grandi errori del marxismo. Oggi invece si fa tutto per i Partito solo però per meri scopi personali. Quella sera c’era la gente che ci poteva, doveva e voleva stare, forse è giusto così e comunque la si pensi, un grazie, un grazie di cuore va dato all’onorevole Grassi e al dottor Brucoli, perché hanno colmato un buco dello nostra storia. Sarebbe bello che le scuole del nostro territorio, nell’ambito dell’autonomia scolastica, dedichino un po’ del loro tempo alle vicende che questo libro così bene racconta. Penso che in ogni casa la storia di questi cinque concittadini, racchiusa in queste pagine, non può mancare.
P.S. Le carte trasudano due verità: quella dell’autorità e la sindone del perseguitato, per nulla combacianti, anzi opposte, giammai coincidenti (Gero Grassi, Renato Brucoli).
Conoscendo meglio come eravamo, possiamo intendere meglio come siamo e ciò che desideriamo essere (Nichi Vendola).
Franco de Bartolo