Certificati on line. Per i medici la spada di Damocle. Per i cittadini caos e disservizi.

Certificati on line. Per i medici la spada di Damocle. Per i cittadini caos e disservizi.

Nota dell’On. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Il Governo delle contraddizioni colpisce ancora. Questa volta a pagare le conseguenze di una programmazione tanto affrettata quanto approssimativa, è la categoria dei medici.
Da martedì primo febbraio entrerà in vigore il sistema dei certificati “on line”. I medici che non riusciranno ad “entrare nel sistema” rischiano sanzioni e addirittura il licenziamento.
La spada di Damocle, quindi, pende sulla loro testa.
I sindacati di categoria affermano che il sistema messo a punto presenta ancora troppe criticità: “la piattaforma che spesso si blocca, fino al call center che non funziona”.
Al momento solo il 50% dei medici è davvero in grado di procedere per via informatica e se facciamo un’analisi geografica della situazione, notiamo che la Lombardia è molto più avanti rispetto ad altre realtà regionali. Ma ai nastri di partenza devono esserci tutti.
Una proroga è l’unica soluzione ragionevole. Il problema finirà per investire non solo la categoria dei medici ma l’intero Paese, perché quando parliamo di Sanità inglobiamo nella discussione tutti i cittadini, senza distinzione di età, sesso e professione…..

Nota dell’On. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Il Governo delle contraddizioni colpisce ancora. Questa volta a pagare le conseguenze di una programmazione tanto affrettata quanto approssimativa, è la categoria dei medici.
Da martedì primo febbraio entrerà in vigore il sistema dei certificati “on line”. I medici che non riusciranno ad “entrare nel sistema” rischiano sanzioni e addirittura il licenziamento.
La spada di Damocle, quindi, pende sulla loro testa.
I sindacati di categoria affermano che il sistema messo a punto presenta ancora troppe criticità: “la piattaforma che spesso si blocca, fino al call center che non funziona”.
Al momento solo il 50% dei medici è davvero in grado di procedere per via informatica e se facciamo un’analisi geografica della situazione, notiamo che la Lombardia è molto più avanti rispetto ad altre realtà regionali. Ma ai nastri di partenza devono esserci tutti.
Una proroga è l’unica soluzione ragionevole. Il problema finirà per investire non solo la categoria dei medici ma l’intero Paese, perché quando parliamo di Sanità inglobiamo nella discussione tutti i cittadini, senza distinzione di età, sesso e professione.
Se non si procede con razionalità, si rischia di paralizzare il Paese perché il non rispetto della normativa potrebbe portare a licenziamenti a raffica.
Non è con le sanzioni e le intimidazioni che si può ammodernare il Sistema Sanitario Nazionale, ma con corsi di formazione e periodi di rodaggio necessari per ogni mutamento.
Il segretario della Fimmg Giacomo Milillo, auspica giustamente una proroga.  Massimo Cozza della Cgil Medici, afferma “da dicembre 2009, quando è entrato in vigore il decreto legislativo 150, ad oggi, il ministro Brunetta non ci ha mai ricevuto”.
Serve un tavolo di discussione attorno al quale siedano: il Ministro Brunetta, il Ministro della Salute Ferruccio Fazio ma anche il Ministro della Funzione Pubblica, per risolvere le criticità del sistema messo punto a 360° e dare il via ad un sistema informatico che funzioni veramente. Che faciliti ai medici il compito di redigere certificati, piuttosto che complicarlo, avendo sul capo la spada di Damocle del licenziamento e che agevoli i cittadini.