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Rassegna stampa / 10.03.2012

 

Una legge regionale per le polizie locali. Tante le novità
Di Antonio Cavallo*
 
 
Il 5 dicembre scorso il Consiglio Regionale della Puglia all’unanimità ha approvato il Nuovo Testo di riordino normativo delle Polizie Locali. Se la Prima legislazione della Puglia è passata alla storia per essere stata l’antesignana regionale a comparire sul nostro scenario nazionale, subito dopo la nascita dell’Istituto Regionale; questa, arrivata dopo considerevole ritardo rispetto a tutte le altre legislazioni in materia, ha certamente saputo riconquistare un indubbio primato contenutistico.
I preliminari di questo storico evento per tutti gli appartenenti alle Polizie Municipali e Provinciali di Terra di Puglia e per gli stessi cittadini, beneficiari di questa nuova cultura comportamentale nel rispettivi riguardi, partono, miracolosamente, nel corso della celebrazione della Festività 2011, tenutasi nella Pinacoteca del Comune di Terlizzi in onore del nostro Santo Protettore San Sebastiano, nel. momento in cui l’onorevole Gero Grassi, Presidente della Commissione Affari Sociali, udite le grida di dolore espresse dalla categoria, prometteva di far propria la nostra causa tendente a lavorare con più congrui strumenti operativi, con più certa identità professionale e di più umana dignità sociale.
Da tanta promessa è scaturita una adeguata movimentazione di tutti gli apparati regionali, diretti da Marida Dentamaro, Assessore alla Polizia Locale, che è riuscita a coagulare in termini conclusivi e positivi l’intero mondo interessato alla tanto attesa Riforma.
Il nuovo Testo-Statuto della nostra Regione adegua l’ordinamento delle funzioni e l’organizzazione dei Corpi dei Servizi al moderno assetto istituzionale dei rapporti tra i diversi livelli di governo territoriale, elencando le specifiche competenze dei Comuni e delle Province, contestualmente offrendo una giusta collocazione giuridica al mutato ruolo assunto negli ultimi anni soprattutto dalle Polizie Municipali, sempre più protagoniste della vita cittadina, sempre più primi presidi di sicurezza sul territorio, sempre più esposte a pericoli di disordini fisici, ambientali e di crescente degrado comportamentale.
Fondamentale si presenta l’incipit della Legge, strutturata su ‘-25’ artlcoli che all’articolo 1 così dice:
1. La presente legge (...) detta norme giuridiche sull’organizzazione funzionale del relativi servizi ed attività e sul coordinamento degli stessi, al fine di renderli omogenei su tutto il territorio regionale e di migliorarne l’efficacia e l’efficienza, nonché di integrare le politiche per la sicurezza delle persone e delle comunità e per il controllo del territorio con le politiche sociali, educative, ambientali e territoriali della Regione e degli Enti Locali.
 2. Tali finalità sono perseguite essenzialmente promuovendo rinnovazione nei servizi, l’utilizzazione di tecnologie avanzate, la formazione delle risorse ‘umane adeguatamente professionalizzate é, la gestione dei servizi in forma associata, la collaborazione tra istituzioni e con le organizzazioni del volontariato.
E’ questo il Manifesto programmatico assunto dalla Regione Puglia, che mette in primo piano la:nuova cultura europea del principio di sussidiarietà, verticale (in sostituzione e coperture di vuoti) ed orizzontale (di aiuto reciproco con le locali Università, Circoli vari di cittadini e di Cultura, Scuole, Parrocchie educative,etc.), principio derivato dalla tradizione secolare della dottrina sociale della Chiesa, fatto proprio dalla Convenzione di Mastrich, da dove è poi balzato nell’art. 118 della nostra Costituzione e destinato ad evitare anche confusione di doppioni di Comandi sullo stesso territorio, nonché ad estendere la civiltà della necessaria cooperazione ed armonia tra i diversi Organi dello Stato.
Con la sussidiarietà orizzontale la Regione utilizzerà non solo il personale ausiliario organico ma anche personale volontario con speciali convenzioni aventi specifiche finalità indicate, volte alla tutela dell’immenso patrimonio regionale dei beni culturali, immateriali e paesaggistici, alla difesa dei parchi, giardini, piazze, spazi pubblici e luoghi di aggrégazioni sociali, ll tuffo nel rispetto ed esaltazione del principio del «genius loci».
Strategico è l’impegno assunto dalla Regione in un suo ruolo attivo di coordinamento e di interventi concreti per il potenziamento dei servizi, delle strutture ed attrezzature operative.
Alla Regione viene attribuito un essenziale ruolo di promozione della collaborazione istituzionale attraverso reintegrazione delle politiche locali di settore: esemplare la definizione del nuovo concetto di sicurezza urbana, substrato basilare di ordine sociale, di polizia, di prossimità, intesa come garanzia e supporto di armonia, di tranquillità e coesione sociale, indispensabili e complementari alla funzioni statali di sicurezza pubblica.
Utile ed originaria la definizione delimitativa del ruolo dei Corpi di Polizia Provinciali, regolati dal principio di specializzazione funzionale in ben definiti ambiti, in applicazione, del principio di adeguatezza ed unitarietà nell’esercizio delle rispettive competenze, con reciproca collaborazione ed in ossequio dell’esigenza di non sovrapposizioni di compiti tra Corpi e servizi operanti sullo stesso territorio.
Altra novità’ è data dalla particolare disposizione che prevede la possibilità per le Polizie Locali di utilizzare le strutture ed attrezzature regionali della Protezione Civile. Straordinario appare l’art. 17, che prevede mia riserva della quota di alloggi in favore del personale della Polizia Locale nell’ambito dei programmi regionali di edilizia residenziale pubblica. L’art. 19 ridetermina composizione e funzioni della Commissione tecnica-consultiva per la Polizia Locale, già prevista dalla precedente legge regionale del 24.1.’89 n.2, con funzioni di monitoraggio sulle attività dei Corpi regionali, di proposta di supporto e consulenza tecnico-giuridica.”
Assi portanti della nuova legislazione’ regionale possono considerarsi i valori dell’innovazione, con la costituzione di un albo professionale, di respiro deontologico, idoneo ad eliminare le scelte indiscriminate dei Comandanti dei Corpi, l’incentivazione all’associazionismo dei’ Comuni attraverso la concessione di finanziamenti regionali con preferenza per le unioni e le gestioni in forma associata, la formazione e qualificazione delle risorse umane, sempre più professionalizzate ed all’altezza dei tempi: a tal fine,- come in passato, è stato previsto un sistema di formazione permanente per i neo assunti nei moli e di qualificazione professionale per tutti gli addetti alle Polizie Locali regionali, cori partecipazione obbligatoria, a rotazione, almeno una volta ogni 3 anni. In materia di formazione è saltata l’ipotesi della costituzione di una nostra Accademia Regionale, fermandosi ancora, ai soli Corsi regionali, interregionali ed altro. L’importante Riforma è stata presentata presso l’Auditorium del Corpo di Pm di Bari, dalla prof. assessore, Marida Dentamaro, con commento da parte del Comandante Stefano Donati e generale consenso da parte dei numerosi colleghi presenti.
 
* già Comandante di PM - Direttore Rivista e Sito, Associazione Nazionale
 Comandanti e Ufficiali di PM
(ANCUPM)
Comunicati Stampa / 09.03.2012


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
Da tempo evidenzio la necessità di lavorare in sinergia, per risolvere le problematiche di cui soffre la sanità pugliese, includendo tra queste la vicenda del blocco delle stabilizzazioni.
Ho evidenziato che tale blocco genera disoccupazione per gli addetti ai lavori e disagi per i cittadini, soprattutto per le frange più deboli, penso agli anziani che non hanno la fortuna di vivere con i figli accanto. Meno personale a disposizione si traduce in lunghe liste d’attesa, pochi infermieri per le corsie d’ospedale, orari ridotti per gli ambulatori, turni massacranti al pronto soccorso...
Comunicati Stampa / 07.03.2012


Nota dell’on. Gero Grassi - Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
 
'Oltre 2 milioni di giovani  nel nostro Paese, non studiano, non lavorano e non partecipano a un’attività formativa: di questi 1,2 milioni sono donne’. A ribadire questa triste verità è il governatore di Bankitalia Ignazio Visco.
Ciò che fa riflettere è la motivazione che spinge le donne a vivere una tale rassegnazione. Esse, infatti, non  cercano attivamente un impiego perché ritengono di non avere sufficienti probabilità di trovarlo, tra coloro che sono alla ricerca di un’occupazione.
Tradotto in parole semplici potremmo dire che le donne nonostante gli studi, le specializzazioni e la spiccata propensione alla serietà e responsabilità, si sentono penalizzate dal mondo del lavoro. Troppo spesso accade che la maternità venga vista dal mondo del lavoro come un ostacolo alla crescita, motivo per cui la scelta delle imprese cade sul collega maschio...