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Comunicati Stampa / 01.07.2014

 
Ansa - Da oggi (30 giugno) si potrà pretendere quindi di pagare con carta di debito dovunque: il conto del ristorante come la parcella del dentista o del notaio; la fattura dell'idraulico o del falegname, la messa in piega dal parrucchiere. Tuttavia nessuna sanzione è prevista per le imprese, artigiani, studi professionali che decideranno di non adeguarsi. Tranne quella del cliente che potrà rivolgersi altrove.
Critica la Confesercenti, secondo la quale la misura, che muove da esigenze di trasparenza e lotta all'evasione, rappresenta ''un intervento pesante, che si trasformerà in un costo aggiuntivo di circa 5 miliardi l'anno per le imprese. E che rischia di essere poco utile, visto che la grande maggioranza degli italiani (il 69%) non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di pagamento'' sostiene sulla base di un'indagine con Swg.
Per una Pmi media (50mila euro di transazioni l'anno), il costo sarà di 1.700 euro l'anno, secondo le stime dell'ufficio economico Confesercenti che calcola canoni, commissioni, costi di installazione e di utilizzo. ''Una batosta insomma che rischia di mettere in difficoltà le imprese proprio nel momento in cui si vedono i primi barlumi di ripresa'' dice l'organizzazione del commercio. I costi avranno poi un'incidenza maggiore per ''gli esercizi caratterizzati da pagamenti di piccola entità e da piccoli margini - come i gestori carburanti, i tabaccai, gli edicolanti, i bar ed altri - che vedranno il proprio utile dimezzarsi o azzerarsi, andando addirittura in rosso''.
Di diverso avviso i consumatori: l'obbligo di accettare pagamenti con moneta elettronica "rappresenta un grande passo avanti in termini di tracciabilità dei pagamenti e lotta all'evasione", nonchè "un ampliamento ed un'agevolazione a favore del cittadino, che disporrà di un ulteriore metodo di pagamento" osservano Federconsumatori e Adusbef, aggiungendo che "la circolazione di meno contanti rappresenta un elemento di maggiore sicurezza, sia per il cittadino che per l'esercente".
Il Codacons critica invece l'assenza di sanzione: "Ciò significa - dice - che, nonostante vi sia un obbligo, lo Stato non e' in grado di farlo rispettare. Il solito pasticcio all'italiana". ''La rete italiana di Pos e Atm - evidenziano fonti di settore - sono una realtà con numeri in crescita anche se ancora lontani da paesi come Francia o Gran Bretagna. Attualmente ci sono 1,4 milioni di Pos e 34 milioni di carte Bancomat che salgono a 90 se si aggiungono quelle di credito o le prepagate.
Anche le transazioni sono in aumento. Per quanto riguarda i costi, questi sono di pertinenza delle singole banche anche se ultimamente si stanno registrano numerose offerte commerciali.
L'utilizzo è una questione culturale che ci distanzia ancora dagli altri paesi europei''. Nelle previsioni, la novità dovrebbe far raddoppiare il numero di imprese con moneta elettronica.
Comunicati Stampa / 29.06.2014

 

Tre milioni di persone povere in più (+93,9%), 3,7 milioni in più cui manca lavoro (+122,3%). Confindustria traccia "come siamo caduti in basso" dai livelli pre-crisi: -9% Pil, -23,6% produzione industriale, -43,15% costruzioni, -8% consumi famiglie, -27,5% investimenti, -7,8% di occupazione e quasi 2 milioni (1,968) di unità di lavoro perse.
Gli economisti di Confindustria hanno rivisto "all'ingiù le previsioni per l'economia italiana nel 2014-2015". Il Centro studi di via dell'Astronomia prevede ora che il Pil dell'Italia si fermerà al +,02% nel 2014, un taglio rispetto alle previsioni del scorso dicembre che indicavano un +0,7%. Per il 2015 la crescita attesa scende dal +1,2% al +1%....
"Complessivamente durante la crisi un milione di persone hanno perduto il posto" di lavoro. Un numero "che quasi raddoppia in termini di Ula", il dato statistico della unità di lavoro. Lo calcola il centro studi di Confindustria. "L'occupazione misurata con le unità di lavoro - stima - cade dello 0,6% nel 2014 e sale dello 0,4% nel 2015". "La turbolenza politica", avverte il centro studi di Confindustria, "rimane un freno seppure si sia molto attenuata e abbia preso corpo nel Paese l'aspettativa di importanti riforme". In questo scenario "la morale è che è necessaria una scossa politica molto forte per riportare l'Italia su un più alto sentiero di sviluppo". "Non appare necessaria nè opportuna alcuna manovra correttiva". Così il CSC. Sul fronte dei conti pubblici, ed in particolare del debito pubblico, secondo gli economisti di Confindustria "la strada maestra per ridurlo è il rilancio della crescita; la sola austerità è controproducente".
Comunicati Stampa / 26.06.2014



Nel 2012 le separazioni nel nostro paese sono state 88.288 e i divorzi 51.319, entrambi in calo rispetto all'anno precedente (rispettivamente -0,6% e -4,6%). È quanto raccontano i dati di una ricerca dell'Istat, dalla quale emerge, però, anche che "i tassi di separazione e di divorzio, in continua crescita dal 1995, hanno una battuta d'arresto nel 2012" e che sempre più italiani vanno all'estero, in particolare in Spagna, per arrivare alla rottura del legame coniugale in tempi più rapidi. 
I 40enni i più colpiti dalla crisi coniugale. Nel 2012 all’atto della separazione i mariti hanno mediamente 47 anni e le mogli 44. Analizzando la distribuzione per età si nota come la classe più numerosa sia quella tra i 40 e i 44 anni per le mogli (19.036 separazioni, il 21,6% del totale) mentre per i mariti la 45-49 (18.461 pari al 20,9%). Nel 2000, invece, il maggior numero delle separazioni ricadeva sia per i mariti sia per le mogli nella classe 35-39. 
Le nozze religiose risultano essere più stabili...