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Comunicati Stampa / 27.01.2015

 


Ansa - Non tutto, 70 anni dopo, si può fotografare ad Auschwitz. Ma proprio gli scatti proibiti restano davanti agli occhi per sempre. Le "impronte" dell'orrore sono in grado di trasmettere eventi che numeri e fatti non possono raccontare. E il prossimo 27 gennaio, nel luogo in cui la memoria del genere umano conserva la sua pagina più buia, si celebreranno i 70 anni dalla liberazione, avvenuta grazie all'Armata rossa. Protagonisti saranno i sopravvissuti. Sono oltre 300, molti quasi centenari.
Il campo di concentramento di Auschwitz I, in Polonia, a pochi km da Cracovia, è il primo di tre lager sul posto concepiti dai nazisti per i prigionieri di guerra - il primo "carico" umano arrivò il 14 giugno del 1940 - e poi destinati a realizzare quella "soluzione finale della questione ebraica", decisa nella famigerata conferenza di Wansee. La 'soluzione finale', proprio in questo luogo, significò lo sterminio di 1.100.000 persone: il 90%, ebrei. Fra i 1.300.000 prigionieri che furono rinchiusi nel lager più grande del regime nazionalsocialista, fra il 1949 e il 1945, c'erano anche 140-150 mila polacchi, 33 mila rom, 15 mila sovietici e 25.000 persone di diverse nazionalità.
Ad Auschwitz 1 è possibile vedere ancora il primo forno crematorio, messo in uso in occasione degli esperimenti con lo Zyklon B, il gas in grado di uccidere centinaia di persone in 10-15 minuti... 
Comunicati Stampa / 25.01.2015



In occasione della settimana della memoria...
Gero Grassi presenta il libro di Antonio Volpe:
"Classe 1924: la guerra, la prigionia, il ritorno alla vita e ... all’arte".
Nel libro l'autore, novantenne, ricorda la prigionia in un campo di concentramento in Polonia.
Non è facile ricordare e raccontare quanto vissuto.
Antonio Volpe soltanto oggi ha trovato la forza di farlo.
Volpe ha fortemente voluto che fosse Gero Grassi a scrivere la prefazione del suo libro, presentandolo successivamente al pubblico.




Questi ricordi non sono semplici indumenti, qualcosa di cui ci si può spogliare e mettere nell’armadio. Sono incisi nella nostra pelle! Non possiamo liberarcene.
Trudi Birger
 
Comunicati Stampa / 24.01.2015



Nell'ultimo trimestre 2014 è diminuito il debito pubblico e sono aumentate le vendite al dettaglio
 
Il debito pubblico italiano è sceso al 131,8 per cento del Pil nel terzo trimestre del 2014, registrando un calo di 2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, anche se su base annua il debito italiano è cresciuto del 4 per cento. Lo certifica oggi Eurostat, che conferma il debito italiano come il più oneroso tra i paesi Ue, preceduto solo da quello greco (176 per cento del Pil).
In termini assoluti, Eurostat rileva che il debito italiano e' sceso a 2134 miliardi di euro nel terzo trimestre 2014, riducendosi dunque di una trentina di miliardi rispetto ai 2168 registrati nel secondo trimestre 2014.
Se si considera l'intera Europa, l'Eurostat segnala che lo stock di debito dei 28 paesi membri è sceso all'86,6 per cento del Pil Ue, rispetto all'87 per cento del secondo trimestre 2014. Nell'eurozona (esclusa la Lituania che nel 2014 ancora non ne era divenuta membro) il debito pubblico nel terzo trimestre 2014 si è attestato al 92,1 per cento del pil dell'eurozona, in calo dal precedente 92,7 per cento.
Intanto in Italia tornano a crescere anche le vendite al dettaglio, aumentate dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente, come reso noto dall'Istat. Nella media del trimestre settembre-novembre 2014, l'indice però mostra una flessione dello 0,2 per cento sui tre mesi precedenti.
"Nel confronto con ottobre 2014, le vendite aumentano dello 0,2 per cento per i prodotti alimentari mentre restano invariate per quelli non alimentari", fa sapere l'istituto di statistica. "Rispetto a novembre 2013, l'indice grezzo del valore del totale delle vendite registra una diminuzione del 2,3 per cento. L'indice del valore delle vendite di prodotti alimentari diminuisce del 2,2, quello dei prodotti non alimentari segna un calo del 2,4".