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Comunicati Stampa / 12.02.2015

 

Un quarto degli italiani guadagna meno di 10mila euro l'anno e meno del 3% supera i 70mila.
Lo riferisce l'Istat che prende in considerazione i dati relativi al 2012. L'istituto di statistica conferma inoltre le difficoltà del Sud: il pil pro-capite del Mezzogiorno è infatti circa la metà di quello del Centro-Nord.
Per quanto concerne le entrate annuali, i numeri elaborati dall'Istat evidenziano come, nel 2012, "oltre la metà dei redditi lordi individuali (54%)" sia tra 10.001 e 30.000euro, il 25,8% sia sotto i 10.001 e il 17,6% sia tra 30.001 e 70.000. Solo il 2,4% supera i 70.000 euro". Oltre la metà dei redditi lordi individuali da lavoro autonomo - e precisamente il 55,6% - al netto dei contributi sociali è sotto i 15 mila euro annui. Nel dettaglio il 40,3% è sotto i 40 mila, mentre il 15,3% si colloca tra i 10 e i 15 mila euro annui.
Notizie poco confortanti per i lavoratori anche sul fronte del cuneo fiscale. Il costo medio del lavoro dipendente, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è di 30.953 euro all'anno. Il lavoratore, sotto forma di retribuzione netta, ne percepisce poco più della metà (il 53,3%), ovvero 16.498 euro.
Quindi, calcola sempre l'Istat, "la differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore, il cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, è pari, in media, al 46,7%: i contributi sociali dei datori di lavoro ammontano al 25,6% e il restante 21,1% è a carico dei lavoratori in termini di imposte e contributi". Quanto al reddito medio da lavoro autonomo, "al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è pari a 23.432 euro annui, il reddito netto rappresenta il 69,3% del totale, (16.237 euro)".
 
Comunicati Stampa / 10.02.2015



 Il Nord-ovest si è confermato anche nel 2013 la locomotiva d’Italia. In base all’ultimo report diffuso dall’Istat sui “Conti economici trimestrali”, il Pil per abitante nel 2013 è risultato pari a 33,5 mila euro, superiore ai 31,4 mila euro del Nord-est e ai 29,4 mila euro del Centro. Il Mezzogiorno, con un livello di Pil pro capite di 17,2 mila euro, presenta un gap molto ampio con il Centro-Nord, dove si registra un livello di Pil pro capite di 31,7 mila euro; il valore registrato nel Mezzogiorno è quindi inferiore del 45,8 per cento rispetto a quello del Centro-Nord. Nel 2013, il Pil per abitante ha registrato una riduzione rispetto al 2011 in tutte le regioni italiane, con l’eccezione di Bolzano e della Campania. Risulta in testa Bolzano con un Pil per abitante di 39,8 mila euro, seguito da Valle d’Aosta e Lombardia (rispettivamente con 36,8 e 36,3 mila euro). Prima tra le regioni del Mezzogiorno è l’Abruzzo, che registra un livello paragonabile a quello delle regioni del Centro, con 23 mila euro. Le altre regioni del Mezzogiorno presentano tutte valori inferiori ai 19 mila euro. All’ultimo posto della graduatoria si trova la Calabria con 15,5 mila euro, ovvero un livello inferiore del 61 per cento rispetto a Bolzano e del 57 per cento rispetto alla Lombardia. Nel 2013, la spesa per consumi finali delle famiglie valutata a prezzi correnti (in Italia pari a 16,3 mila euro), è risultata di 18,3 mila euro nel Centro-Nord a fronte di 12,5 mila euro nel Mezzogiorno, con un differenziale negativo del 31,7 per cento, molto inferiore a quello registrato per il Pil.
La spesa per consumi finali delle famiglie per abitante è in calo, rispetto al 2011, in tutte le regioni. Tra il 2011 e il 2013 la graduatoria regionale non subisce cambiamenti e nelle due prime posizioni si collocano Valle d’Aosta e provincia autonoma di Bolzano (rispettivamente con 22 e 21,8 mila euro), nelle ultime due Campania e Basilicata (11,6 e 12,1 mila euro). Tutte le regioni del Mezzogiorno si posizionano alla fine della graduatoria. Differenze territoriali più contenute si registrano per il reddito da lavoro dipendente per occupato che nel Mezzogiorno è pari a 31,8 mila euro, inferiore del 14,8 per cento rispetto a quello delle regioni del Centro-Nord (37,3 mila euro). In particolare, si contano 38,4 mila euro nel Nord-ovest, 37,1 mila nel Nord-est e 35,9 mila euro nel Centro. Al primo posto della classifica regionale dei redditi da lavoro si trova la Lombardia con 38,9 mila euro per occupato, seguita da Bolzano (38,3 mila euro) e Friuli-Venezia Giulia (38,1 mila euro). Le regioni con redditi da lavoro più bassi sono Calabria e Campania, rispettivamente con 29,5 e 30 mila euro per occupato.
 
Comunicati Stampa / 09.02.2015

 
Il calo di voci di spesa 'tradizionali' quali abbigliamento, auto, mobili e arredamento da parte delle famiglie, ''non è frutto soltanto della crisi dei redditi ma anche di nuovi modi di vivere''. A rilevarlo l'Ufficio studi Confcommercio analizzando i driver di spesa degli italiani dal 1995 a oggi: così ''capi classici di valore più elevato attraggono sempre meno consumatori condizionando negativamente i volumi di spesa''. Al contempo sono cresciuti i consumi per servizi culturali, ristoranti, telefonia (+1,1%).
La casa ai figli: resiste il pilastro patrimoniale del ceto medio. Lasciare la casa ai figli è il modo in cui oggi 11,3 milioni di famiglie italiane pensano di dare un aiuto ai loro discendenti. Emerge da un'analisi del Censis. Sono 2,3 milioni le famiglie che li sosterranno dandogli un anticipo per l'acquisto di un'abitazione o fornendo le garanzie per ottenere un mutuo. E 1,1 milioni di famiglie aiuteranno i figli lasciando loro un immobile di proprietà diverso dalla casa. Il mattone come forma di sostegno per il futuro è una propensione antica, confortata dai più recenti segnali di ripresa del mercato immobiliare. Le compravendite di abitazioni sono ripartite: +3,7% nel terzo trimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e +13,9% i mutui. I tassi di interesse sui mutui ai minimi storici (i variabili all'1,5%, i fissi intorno al 3%) danno una spinta al mercato. ..