Articoli

Comunicati Stampa / 14.04.2015

 

ISTAT - A febbraio 2015 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,6% rispetto a gennaio. Nella media del trimestre dicembre 2014-febbraio 2015 la produzione è aumentata dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a febbraio 2015 l’indice è diminuito in termini tendenziali dello 0,2% (i giorni lavorativi sono stati 20 come a febbraio 2014). Nella media dei primi due mesi dell’anno la produzione è diminuita dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’indice destagionalizzato presenta variazioni congiunturali positive nei raggruppamenti dell’energia (+3,6%) e dei beni strumentali (+1,1%); diminuiscono i beni intermedi (-0,4%) mentre i beni di consumo segnano una variazione nulla. In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a febbraio 2015, aumenti nei comparti dell’energia (+3,5%) e dei beni strumentali (+2,0%); diminuiscono invece i beni intermedi (-2,8%) e, in misura più lieve, i beni di consumo (-1,4%).
Per quanto riguarda i settori di attività economica, a febbraio 2015 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+16,3%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+12,2%) e della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+4,4%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori dell’attività estrattiva (-13,4%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-7,7%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-4,9%)
 
Comunicati Stampa / 13.04.2015

 

ANSA - Nel decreto si stabilisce come l'Inps abbia 15 giorni di tempo per mettere a punto i modelli attraverso cui inviare domanda per ricevere l'assegno.
"La domanda per l'assegno è presentata all'Inps per via telematica secondo modelli predisposti dall'Istituto entro il quindicesimo giorno dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto", si legge nel testo uscito nella G.U. di ieri sera. Si prevede anche che l'Inps assicuri "le modalità più idonee per facilitare l'accesso alla misura da parte dei nuclei familiari, anche mediante le proprie sedi territoriali, il contact center e procedure telematiche assistite".
Quanto ai tempi entro cui presentare la domanda, nel dpcm viene riportato come possa essere avanzata "dal giorno della nascita o dell'ingresso nel nucleo familiare a seguito dell'adozione del figlio". Inoltre viene specificato che "ai fini della decorrenza dell'assegno dal giorno della nascita o dell'ingresso nel nucleo familiare a seguito dell'adozione, la domanda deve essere presentata non oltre il termine di 90 giorni dal verificarsi dell'evento ovvero entro i 90 giorni successivi all'entrata in vigore del presente decreto". Nel caso in cui la domanda sia presentata oltre i tempi previsti, "l'assegno decorre - si chiarisce - dal mese di presentazione della domanda". L'incentivo alla natalità, viene ricordato nel decreto, passa attraverso un assegno pari ad 960 euro per figlio, ovvero 80 euro mensili, per le famiglie con un Isee non superiore ai 25 mila euro. Per i nuclei sotto 7.000 euro il bonus raddoppia. L'assegno è concesso fino al terzo anno di età o d'ingresso nel nucleo familiare a seguito dell'adozione. Nel decreto viene anche riportato l'arco temporale di validità del bonus, che opera per "per ogni figlio nato o adottato tra il 1 gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017". Il decreto, un dpcm, è composto da sei articoli e porta le firme del premier Matteo Renzi, oltre che dei ministri dell'Economia, Pier Carlo Padoan, del Lavoro, Giuliano Poletti, e della Salute, Beatrice Lorenzin (siglato il 27 febbraio, registrato dalla Corte dei Conti il 31 marzo).
 
Comunicati Stampa / 12.04.2015


Per i prossimi ponti del 25 aprile e, soprattutto, del 1 maggio le città d’arte del nostro Paese tornano a registrare un incremento delle richieste, con una quota di posti letto già prenotati che raggiunge fino all’80% a Venezia, il 79% a Torino e il 76% a Roma.
E’ quanto emerge dallo studio Cst sulle prospettive turistiche nel 2015 diffuso da Assoturismo Confesercenti in occasione della conferenza di presentazione della Borsa Turistica delle 100 città d’arte, che ha avuto luogo oggi a Roma.
A livello generale, per il 2015, si prevede infatti un quadro di sostanziale stabilità per gli arrivi stranieri e una domanda interna ancora debole. L’Italia dovrebbe però recuperare parte dei mercati tradizionali e incrementare gli arrivi dagli altri bacini di origine. La crescente domanda proveniente dai mercati esteri investirà prima alcune tipologie di offerta, principalmente enogastronomia, cultura, shopping e proposte sportive.
A trainare il comparto turistico saranno comunque le performance delle città d’arte, superiori alla media nazionale del settore. Dal 2010 al 2014, gli arrivi turistici nelle città di interesse storico e artistico sono cresciuti infatti dell’11,3%, circa 3,9 milioni, mentre le presenze sono aumentate del 9,9% (+9,3 milioni), contro una variazione complessiva italiana del 5% degli arrivi e del -1,2% delle presenze. Nel 2014 quasi un turista su tre (il 27,8%) ha scelto di soggiornare in una delle tante città d’arte del nostro Paese. I flussi turistici, nel periodo in esame, sono cresciuti soprattutto a Padova (+27,5%) e a Roma (+23,7%).
Le città d’arte piacciono soprattutto agli stranieri, che tra il 2010 ed il 2014 sono aumentati del 14,4%, contro una crescita totale in Italia dell’11,6%. Non solo: gli stranieri che visitano i centri di interesse storico e culturale spendono anche di più. Chi viaggia per motivi culturali o in una città d’arte spende in media ogni giorno il 25% in più degli altri turisti: 129€ al giorno rispetto ai 103€ euro in media rilevati nel 2013.
Ma come spendono i turisti culturali stranieri? Soprattutto in moda e cultura, binomio indissolubile nel nostro Paese: il 43,2%, nella sua permanenza in Italia, acquista articoli di abbigliamento, circa il 42% acquista biglietti e card per musei mentre il 24,4% compra anche calzature.