di Gero Grassi – Parlamentare del Partito Democratico
“Noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire. Il domani non appartiene ai conservatori o ai tiranni. E’ degli innovatori attenti, seri, senza retorica.”
Questo affermava Aldo Moro nel 1963, motivo per cui ricordarlo oggi a distanza di 32 anni dalla sua morte, non è un esercizio della retorica, né nostalgico rimembrare.
Nel 1946, quando si svolsero le prime elezioni politiche, si registrò una grande novità: per la prima volta in Italia votarono tutti i cittadini. Soprattutto, votavano le donne fino ad allora escluse. Il manifesto della Democrazia Cristiana dichiarava: “Se le donne avessero potuto votare prima, non ci sarebbe stata la guerra e il fascismo”.
Il manifesto del Partito Comunista affermava: “Le donne per la nuova famiglia e per il futuro dell’Italia”.
“Noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire. Il domani non appartiene ai conservatori o ai tiranni. E’ degli innovatori attenti, seri, senza retorica.”
Questo affermava Aldo Moro nel 1963, motivo per cui ricordarlo oggi a distanza di 32 anni dalla sua morte, non è un esercizio della retorica, né nostalgico rimembrare.
Nel 1946, quando si svolsero le prime elezioni politiche, si registrò una grande novità: per la prima volta in Italia votarono tutti i cittadini. Soprattutto, votavano le donne fino ad allora escluse. Il manifesto della Democrazia Cristiana dichiarava: “Se le donne avessero potuto votare prima, non ci sarebbe stata la guerra e il fascismo”.
Il manifesto del Partito Comunista affermava: “Le donne per la nuova famiglia e per il futuro dell’Italia”.