Comunicati Stampa

Comunicati Stampa / 22.09.2014

  

(ANSA) - ROMA, 20 SET - "Ha ragione Maria Fida Moro: la commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Moro e' bloccata perche' alcuni gruppi, alla Camera e al Senato, non hanno ancora indicato i loro componenti, un atto indispensabile per il suo insediamento. Questo comportamento non e' accettabile, come ho denunciato piu' volte sollecitando i presidenti delle Camere ad intervenire". Lo afferma il vice presidente dei deputati del Pd, Gero Grassi, tra i promotori della Commissione d'inchiesta. "Le parole di Maria Fida Moro sono giustamente molto dure e spero che servano a far riflettere chi oggi sta ostacolando la Commissione. E' evidente che questo ostruzionismo e' molto pericoloso perche' colpisce direttamente la serieta' dell'iniziativa, delegittimando di fronte all'opinione pubblica le istituzioni che l'hanno promossa. Continuo a girare l'Italia. 
Comunicati Stampa / 22.09.2014

 

(ANSA) - ROMA, 20 SET - "Sarebbe ridicolo, se non fosse tragico, che nel nostro paese i gruppi parlamentari votino quasi alla unanimita' la costituzione di una nuova commissione d'inchiesta sul caso Moro e poi tutto venga ibernato, perche' da alcuni gruppi non sono stati nominati i propri componenti". E' quanto afferma Maria Fida Moro, figlia del presidente della Dc ucciso il 9 maggio 1978. "La verita', che e' lontanissima, non serve ad Aldo Moro (in salvo nell'eternita') e neppure a chi ha assistito alla massima tragedia italiana dal dopoguerra. Serve, al contrario, ai ragazzi e alle ragazze del futuro che non vivranno mai in un paese normale se non verra' - almeno parzialmente - chiarita questa terribile vicenda. Il 'delitto di abbandono' pesa sugli italiani, quelli consapevoli e quelli troppo giovani per ricordare. Ma, senza sincera ricerca della verita', non ci si puo' affrancare da un passato che rende il futuro incerto e spaventoso. Non e' in funzione di Aldo Moro e' in funzione dell'Italia che sembra aver perduto con quell'uomo buono la capacita' di lavorare insieme a favore del bene. E non va neppure dimenticato che tutte le stragi impunite sono in modo diretto ed indiretto collegate al delitto Moro. Chiarirlo, quindi, serve a districare un cinquantennio della trama oscura che, con diversi scenari, ha insanguinato ed immobilizzato l'Italia fermandone lo sviluppo alla primavera del '78. Ma e' pur vero che sulla verita' e la sua luce poggia ogni bellezza e che essa e' presupposto di giustizia e di pace. A noi di scegliere cosa lasciare in eredita' alle generazioni future, se prospettive gioiose o dolore tenebroso ed incombente. Ricordando che le nostre scelte saranno giudicate dalla storia", conclude. 
Comunicati Stampa / 19.09.2014

 
(ANSA) - ROMA, 18 SET - Il vicepresidente del gruppo Pd, Gero Grassi, è intervenuto con un'interrogazione per chiedere al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, "che tempi siano previsti per la conclusione del processo di liberalizzazione di molti documenti che riguardano le stragi nel nostro Paese ed anche il caso Moro".
Grassi spiega che "il processo avviato e' molto complesso mentre, nel frattempo, ricercatori e studiosi continuano a vedersi spesso negato l'accesso agli atti perche' gli enti che li hanno emessi non provvedono alla loro declassifica. Una decisione, e' bene ricordarlo, che puo' essere presa solo dagli enti stessi". 
"Per quanto riguarda il caso Moro circa il 30% dei documenti conservati dall'Archivio storico del Senato e' classificato, circostanza che impedisce a questo archivio, com'e' noto autorevole luogo di raccolta di documenti che riguardano i casi più controversi della nostra storia recente, di poter rispondere positivamente alle richieste dell'utenza. Inoltre – continua Grassi - ho sollevato nella mia interrogazione il problema del taglio dei finanziamenti all'Archivio Centrale dello Stato, struttura che conserva la storia del Paese attraverso milioni di documenti". "La questione - aggiunge - e' stata anche sollevata da una recente inchiesta giornalistica e richiede attenzione da parte del governo anche perché è  proprio li' che dovrebbero arrivare le centinaia di faldoni legati alle stragi desecretate dal governo Renzi". 
"E' vero - chiede il parlamentare - che la sede potrebbe essere trasferita a Pomezia, come paventano alcuni? E' un'ipotesi che ci preoccupa, naturalmente. Siamo convinti che il nostro Paese ha bisogno della verità, ma occorre grande determinazione perché è  davvero inaccettabile che alcuni gruppi parlamentari non abbiano ancora indicato ai presidenti di Camera e Senato i loro componenti della nuova Commissione d'inchiesta sul caso Moro: si tratta di uno strisciante tentativo di boicottaggio che ho già denunciato pubblicamente".