Comunicati Stampa

Comunicati Stampa / 01.11.2014


Nel 2013, il 28,4% delle persone residenti in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale, secondo la definizione adottata nell'ambito della strategia Europa 2020. L'indicatore deriva dalla combinazione del rischio di povertà (calcolato sui redditi 2012), della grave deprivazione materiale e della bassa intensità di lavoro e corrisponde alla quota di popolazione che sperimenta almeno una delle suddette condizioni.
Rispetto al 2012, l'indicatore diminuisce di 1,5 punti percentuali, a seguito della diminuzione della quota di persone in famiglie gravemente deprivate (dal 14,5% al 12,4%); stabile la quota di persone in famiglie a rischio di povertà (19,1%) e in leggero aumento quella di chi vive in famiglie a bassa intensità lavorativa (dal 10,3% all'11,0%).
La diminuzione della grave deprivazione, rispetto al 2012, è determinata dalla riduzione della quota di individui in famiglie che, se volessero, non potrebbero permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni (dal 16,8% al 14,2%), di coloro che non riescono a sostenere spese impreviste di 800 euro (dal 42,5% al 40,3%) o non hanno potuto riscaldare adeguatamente la propria abitazione (dal 21,2% al 19,1%).
Il rischio di povertà o esclusione sociale mostra la diminuzione più accentuata al Centro e al Nord (-7,7% e -5,9% rispettivamente), mentre nel Mezzogiorno, dove si registra una diminuzione del 3,7%, il valore si attesta al 46,2% (più che doppio rispetto al resto del Paese).
Oltre che nel Sud e nelle Isole, valori elevati dell'indicatore si osservano tra le famiglie numerose (39,8%), con un solo percettore (46,1%), con fonte di reddito principale proveniente da pensione o altri trasferimenti (34,9%) e tra quelle con altri redditi non provenienti da attività lavorativa (56,5%); è inoltre più elevato tra le famiglie con reddito principale da lavoro autonomo (30,3%) rispetto a quelle con reddito da lavoro dipendente (22,3%).
Rispetto al 2012, il rischio di povertà o esclusione sociale diminuisce tra gli anziani soli (dal 38,0% al 32,2%), i monogenitori (dal 41,7% al 38,3%), le coppie con un figlio (dal 24,3% al 21,7%), tra le famiglie con un minore (dal 29,1% al 26,8%) o con un anziano (dal 32.3% al 28,9%). Tra le famiglie con tre o più figli si osserva, invece, un peggioramento: dal 39,8% si sale al 43,7%, a seguito dell'aumento del rischio di povertà (dal 32,2% al 35,1%).
La metà delle famiglie residenti in Italia ha percepito, nel 2012, un reddito netto non superiore a 24.215 euro l'anno (circa 2.017 al mese); nel Sud e nelle Isole il 50% delle famiglie percepisce meno di 19.955 euro (circa 1.663 euro mensili). Il reddito mediano delle famiglie che vivono nel Mezzogiorno è pari al 74% di quello delle famiglie residenti al Nord (per il Centro il valore sale al 96%).
Il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia percepisce il 37,7% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta il 7,9%.
Anche per il 2012, la disuguaglianza misurata dall'indice di Gini (pari allo 0,32 a livello nazionale) mostra un valore più elevato nel Mezzogiorno (0,34), inferiore nel Centro (0,31) e nel Nord (0,29).
Rispetto al 2011, rimangono sostanzialmente stabili sia l'indice di Gini sia l'indicatore relativo alla quota di reddito posseduta dal 20% più ricco e più povero della popolazione.
Comunicati Stampa / 29.10.2014

 

(ANSA) - ROMA, 28 OTT - "Ho visto oggi la macchina nella quale fu abbandonato Aldo Moro. Guardare quell'auto e' non solo molto commovente ma anche  di estremo interesse ancora oggi per cogliere nuovi elementi di verita' sulla uccisione del leader democristiano. La R4 racconta insomma qualcosa di quella storia". Lo afferma Gero Grassi, vicepresidente dei deputati del Pd e componente della Commissione d'inchiesta sul caso Moro, che oggi si e' recato a visionare la Renault 4 che fu lasciata in via Caetani il 9 maggio del 1978 con dentro il cadavere di Moro.
"Dobbiamo molto al senso civico del suo proprietario, Filippo Bartoli, scomparso nel dicembre del 2013 il quale l'ha ben conservata ma soprattutto tutelata da ogni possibile uso commerciale, anche rinunciando a laute ricompense.  Tutto di quella macchina emoziona, anche il suo colore, che ricorda tragicamente il colore del sangue. Mi auguro che presto questo simbolo della nostra storia venga esposto al Museo delle auto della Polizia di Stato che, senz'altro, e' il luogo piu' idoneo per custodirla e per metterla a disposizione di tutti i cittadini". Grassi aggiunge che oggi si e' riunita la Commissione Moro  e ha stabilito un elenco di nominativi per le audizioni. Si comincera' dal sottosegretario Minniti e dai ministri Alfano, Pinotti, Orlando, Padoan, Franceschini e da quello degli Esteri, per proseguire con poi con ex presidenti ed ex componenti delle precedenti Commissioni d'inchiesta (Bianco, Pellegrino, Guzzanti e Flamigni, Violante, Mattarella, Manca, Ando' e Bielli), tra i politici Claudio Signorile e i magistrati che sono stati in prima linea nelle indagini (Ionta, Monastero, Priore, Infelisi, Marini, Imposimato, Pomarici, Caselli, Tindari Baglione, Spataro e Pignatone).
 
Comunicati Stampa / 29.10.2014

 



(ANSA) - ROMA, 28 OTT - "Il presidente Giorgio Napolitano ha saputo gestire con alto senso delle istituzioni una giornata difficile nella quale non solo ha dato prova del suo alto profilo morale, ma e' riuscito con forza a mostrare come si tutela la democrazia. Le speculazioni o le insinuazioni diventano cosi' solo pallidi e inutili tentativi di screditare la piu' alta carica dello Stato".  Cosi' il vice presidente dei deputati Pd Gero Grassi.