Comunicati Stampa

Comunicati Stampa / 31.03.2015

 

Ansa - La fiducia delle imprese è in ''deciso miglioramento'' a marzo e sale a 103 dal 97,5 di febbraio toccando il livello più alto da luglio 2008. E' quanto comunica l'Istat nelle prime elaborazioni diffuse con la nuova base 2010=100. La crescita riguarda tutti i settori. La manifattura passa a 103,7 da 100,5 segnando un record da giugno 2011. 
Nella manifattura migliorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese di produzione. Nelle costruzioni l'aumento dell'indice è a 116,0 da 108,5 e il progresso riguarda i giudizi sugli ordini e piani di costruzione, ma anche ''seppur lievemente'', secondo l'Istat, le attese sull'occupazione. Per i servizi di mercato la fiducia cresce a 108,1 da 100,4 e per il commercio al dettaglio a 103,0 da 101,0.
La fiducia dei consumatori segnala un nuovo aumento a marzo e sale al 110,9 dal 107,7 di febbraio (quando aveva segnato il livello più alto da giugno 2002). A crescere è soprattutto la componente economica rispetto a quella personale.
La crescita della fiducia dei consumatori registrata dall'Istat porta l'indice al livello più alto da quasi 13 anni (maggio 2002). Migliorano i giudizi sulla situazione economica del Paese e le aspettative sulla disoccupazione con una crescita in particolare della quota di coloro che si attendono una diminuzione lieve di quest'ultima (saliti al 36,6% dal 32,6%). Sono in ''lieve aumento'' anche le attese future sull'economia.
Altri segnali positivi arrivano dai giudizi e dalle attese sulla dinamica dei prezzi al consumo che sono in ''leggero miglioramento'', secondo l'Istat. Quanto alla situazione personale, a marzo sia i giudizi che le attese sulla situazione economica della propria famiglia sono più ottimistici. Coloro che esprimono giudizi negativi, per esempio, calano al 39,1% dal 41,5. Sono in crescita, infine, i giudizi sulla convenienza di effettuare acquisti immediati di beni durevoli.
    
Comunicati Stampa / 29.03.2015

 


Affido alle parole di don Tonino Bello

i miei auguri per la Festività delle Palme

                                  On. Gero Grassi







… Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire
che la pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.

La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento.
Non tollera atteggiamenti sedentari.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale "vita pacifica".

Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.
E, per giunta, cammino in salita.
Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi,
i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici,
i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste.

Se è così, occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di pace,
non chi pretende di trovarsi all'arrivo senza essere mai partito, ma chi
parte…
                                                                                          don Tonino Bello
Comunicati Stampa / 26.03.2015

 

Cresce l'export a febbraio di quest'anno. L'Istat diffonde i dati sul commercio estero extra Ue: hanno registrato un aumento del 4,5% rispetto a gennaio e del 7,1% rispetto a febbraio 2014. Le importazioni sono invece cresciute dell'1,1% su base mensile e diminuite del 4,1%. La crescita dell'export di febbraio su base annua, è determinata dai beni strumentali (+19,9%) e, in misura minore, dai prodotti intermedi (+4,6%). Le vendite di energia sono invece in forte calo (-23,9%). Al netto dei mezzi di navigazione marittima, l'incremento tendenziale dell'export è pari a +3,3%. Il più contenuto incremento congiunturale dell'import, invece, è sostenuto dai beni strumentali (+9,5%), mentre energia (-1,6%) e prodotti intermedi (-0,4%) sono in debole riduzione. A febbraio 2015, sottolinea l'istituto, l'avanzo tra l'Italia e i paesi extra Ue è sto pari a 2.840 milioni di euro, in rialzo rispetto ai 1.338 milioni di febbraio 2014. L'Istat precisa poi che il surplus nell'interscambio di prodotti non energetici è pari a 5,0 miliardi rispetto ai 4,7 miliardi di febbraio 2014.
 
Comunicati Stampa / 24.03.2015

 
Ansa- Quello che è spazzatura per alcuni, è ormai noto da tempo, può diventare un'incredibile risorsa per altri. Ne sono più che mai convinti alcuni scienziati dell'Università americana di Purdue, nell'Indiana, che in occasione del summit della American Chemical Society hanno presentato uno studio che mostra come sia possibile trasformare le 'sfere' di polistirolo che riempiono gli imballaggi ('patatine' in polistirolo espanso) in componenti per batterie ricaricabili in grado di essere ancora più performanti di quelle ora in commercio.
Vinodkumar Etacheri, ricercatore nel laboratorio guidato da Vilas Pol, spiega che tale materiale per imballaggi è leggero ma occupa molto spazio e i costi del trasporto verso i centri di riciclaggio sono alti. "Infatti - spiega - viene riciclato appena il 10% circa di questo materiale realizzato negli Usa". Il resto finisce in discariche con rischi per l'ambiente per via di sostanze chimiche - contenute anche nelle versioni più eco-friendly di queste 'sfere' - che possono contaminare gli ecosistemi.
I ricercatori hanno pensato di trasformare questo materiale da imballaggio e sono riusciti a convertirlo in micro-fogli e nanoparticelle di carbonio che hanno testato come anodi nelle batterie agli ioni di litio ricaricabili. Gli scienziati affermano che gli anodi così ottenuti funzionano talmente bene da superare quelli in commercio, con una capacità di memoria superiore a quella della grafite, che è al momento il materiale più usato per gli anodi. I ricercatori pensano di poter ottenere micro-fogli e nanoparticelle di carbonio pronti all'uso commerciale entro due anni.
 
Comunicati Stampa / 22.03.2015

 

(ANSA) - Aumentano le tariffe del servizio idrico integrato: l'acqua costa il 6,6% in più rispetto al 2013 e il 52,3% in più rispetto al 2007; una famiglia italiana ha speso nel 2014 in media 355 euro all'anno, con un picco che spetta a Firenze come città più cara con 563 euro. Questa la fotografia scattata dal report, sui costi sostenuti dai cittadini per il servizio idrico integrato nel corso del 2014, realizzato dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva e presentato in occasione della Giornata mondiale dell'acqua (che si celebra il 22 marzo).
Dall'analisi emerge anche che le reti del nostro Paese sono come un 'colabrodo': una dispersione che arriva fino al 60% in casi come quello della Calabria e del Lazio; il che, tradotto, significa che per avere 40 litri d'acqua si devono immettere in rete 100 litri, lasciando che altri 60 litri si perdano nei tubi. Va male anche in Basilicata dove le perdite arrivano al 58% e in Abruzzo (53%), in Sicilia (49%) e in Campania (46%). Le regioni meno 'sprecone' sono la Valle d'Aosta (20%) e il Trentino Alto Adige (26%). In media però l'Italia perde il 37% delle proprie risorse idriche acqua nel suo viaggio lungo gli acquedotti, con un aumento del 3% rispetto al 2013.
Cittadinanzattiva mette poi in rilievo anche i "disservizi", catalogandoli in base alle aree geografiche, a cominciare dal "caso dell'arsenico nell'acqua in alcuni quartieri di Roma nord" e "il superamento dei limiti" sempre di "arsenico e fluoro" nei comuni in provincia di Viterbo, o il caso di richiesta di pagamento di alcuni conguagli tariffari, in diverse parti del Paese, riferiti ad anni precedenti. "E' necessario - spiega la responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, Tina Napoli - nell'ambito dei servizi idrici garantire a tutti l'accessibilità e la qualità del servizio e ridurre la dispersione idrica".
Oltre a Firenze, il podio delle città più care è occupato da altre due toscane: a Prato e Pistoia il costo dell'acqua è 563 euro all'anno; a seguire Grosseto e Siena (562 euro). Mentre la meno cara è Isernia, dove si spendono 120 euro all'anno; al secondo posto c'è Milano con 136 euro (con un aumento dell'8,7%). Le regioni centrali si caratterizzano per tariffe più alte con una media di 468 euro all'anno. Il primato alla Toscana, con sette delle prime dieci città più care: qui, la spesa media in un anno è di 526 euro, con un incremento del 5,6% rispetto al 2013. Il Molise è invece la regione in cui si spende di meno. Tra le altre regioni centrali, l'Umbria con 439 euro e una variazione del 4,3%. Più virtuose le regioni del nord. I maggiori incrementi rispetto all'anno precedente si registrano a Latina e Cuneo (più 17%). La tariffa più alta per il servizio di acquedotto è applicata a Reggio Calabria (355 euro), oltre 39 volte superiore a quella di Aosta (9 euro). Depurazione e fognatura costano di più a Carrara (298 euro), sei volte quanto costa a Cremona (49 euro). La quota fissa più elevata spetta a Gorizia (99 euro), 28 volte superiore a quella di Milano (3,50 euro). (ANSA).