Comunicati Stampa

Comunicati Stampa / 30.04.2015

 
Ansa - Google apre ai brevetti degli utenti.
L'azienda californiana apre un portale sperimentale che consentirà agli inventori di poterli mettere in vendita.
L'operazione si svolgerà dall'8 al 22 maggio: chi ha inventato e brevettato qualcosa potrà illustrarlo sul sito e fissare il prezzo. Big G esaminerà tutti i brevetti ed entro un mese comprerà quelli che le interessano. Il sito sperimentale è previsto all'interno del programma Patent Purchase Promotion: l'intenzione è quella di tenere lontani i 'trolls' - cioè quelle entità non produttive che sfruttano i brevetti per ottenere licenze e royalty - e gestire direttamente le compravendite delle invenzioni che, come si sa, consentono di implementare tecnologie nuove. Inoltre evita alle aziende di imbarcarsi in battaglie legali lunghe e costose. Dopo il 22 maggio la casa di Mountain View passerà in rassegna tutti brevetti e prenderà in esame quelli più interessanti entro il 26 giugno prossimo.
    
Comunicati Stampa / 24.04.2015

 

ISTAT - L'operazione tocca 151 comuni di varie dimensioni demografiche, localizzati in tutte le regioni italiane, ed è finalizzata a mettere a punto l'organizzazione, i metodi e le tecniche di rilevazione previsti per affrontare in modo innovativo il censimento della popolazione e delle abitazioni. Per il 2015 sono previste due rilevazioni sperimentali campionarie: una per il Conteggio della popolazione che si conclude entro la metà di giugno, l'altra per l'Acquisizione dei dati socio-economici sulla popolazione che si svolge tra la metà di maggio e la prima settimana di luglio.
Il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, che è stato introdotto nell'ordinamento italiano dopo l'ultimo Censimento tradizionale del 2011, ha l'obiettivo di produrre dati con cadenza annuale - e non più decennale - utilizzando informazioni provenienti da fonti amministrative integrate da rilevazioni statistiche campionarie. Ciò consentirà un minore disturbo per le famiglie, una forte riduzione dei costi - anche grazie all'utilizzo di modalità di rilevazione che non prevedono l'utilizzo di questionari cartacei - e un impatto organizzativo meno oneroso per i Comuni.
La rilevazione per il Conteggio della popolazione, attualmente in corso, prevede una prima fase in cui i rilevatori comunali, muniti di tesserino di riconoscimento, effettuano una ricognizione delle aree loro assegnate per preavvertire la popolazione, che sarà coinvolta nella sperimentazione, tramite affissione di locandine negli edifici e una seconda fase in cui si effettueranno le interviste alle famiglie. Come infatti prevede la nuova metodologia, solo alcune aree dei comuni interessati sono state selezionate per effettuare le interviste.
La rilevazione per l'Acquisizione dei dati socio-economici sulla popolazione interessa anch'essa solo un campione di famiglie dei comuni coinvolti. In questo caso è prevista la restituzione spontanea dei questionari da parte delle famiglie, che possono utilizzare un semplice questionario su web o recarsi presso il Centro Comunale di Raccolta, costituito ad hoc, per farsi assistere nella compilazione. Infine, chi non sarà in grado di utilizzare il web o di recarsi fisicamente al Centro Comunale di raccolta, potrà attendere la visita del rilevatore comunale munito di dispositivi portatili per la compilazione del questionario via web.
 
Comunicati Stampa / 23.04.2015

 

Ansa - Le provette hanno preso il posto delle valigie di cartone degli anni '60, quando dall'Italia partivano in tanti per lavorare in Svizzera. Oggi partono i ricercatori, soprattutto laureati in biologia e fisica, pronti ad adattarsi ad un sistema in cui la ricerca, e la formazione in genere, sono organizzati molto diversamente rispetto all'Italia e dove, per esempio, è altissimo il valore che si dà agli aspetti più pratici della conoscenza.
''Dopo l'ondata migratoria di manodopera non qualificata dall'Italia degli anni '60, oggi è in atto una seconda ondata, questa volta di manodopera qualificata'', ha detto il segretario di Stato della Confederazione svizzera per la Formazione, la Ricerca e l'Innovazione, Mauro Dell'Ambrogio, nell'ambito del viaggio per i media sui temi della formazione e della ricerca organizzato dall'Ambasciata svizzera in Italia e dal Dipartimento Esteri della Confederazione. Si calcola che i ricercatori italiani in Svizzera siano almeno 10.000, sommando coloro che lavorano nelle strutture federali e nel privato.
In generale gli italiani in Svizzera sono circa 299.000: i più numerosi fra gli stranieri presenti nella Confederazione (15,4%), seguiti dai tedeschi (15,2%). Considerando solo il settore pubblico, i dati più recenti dell'Ufficio Federale di Statistica indicano che i ricercatori che arrivano dall'Italia sono aumentati dai 2.599 del 2012 ai 2.896 del 2013.
''Mentre molti dei figli degli italiani immigrati mezzo secolo fa non vogliono più imparare l'italiano a scuola, la seconda ondata è orgogliosa di parlare italiano e c'è chi sogna di poter tornare in Italia'', ha aggiunto Dell'Ambrogio. I nuovi immigrati dall'Italia ''sono soprattutto donne, hanno fra 25 e 30 anni, sono laureati soprattutto e in Biologia e in Fisica e sono molto flessibili, al punto di adattarsi molto facilmente al nuovo ambiente di lavoro. Sanno parlare inglese e nell'arco di sei mesi parlano anche francese e tedesco, inserendosi perfettamente all'interno delle strutture di ricerca".
Fisica, ricerca biomedica e biotecnologie sono i settori nei quali sono più presenti, ha osservato Geraldine Savary, Consigliera di Stato e presidente della Commissione scienza, educazione e cultura del Consiglio degli Stati (Csec-S).''Ogni anno - ha aggiunto - arrivano tanti ricercatori da Italia, Germania e Francia. Siamo felici di averli e di avere le loro competenze al servizio della Svizzera, ma l'augurio che posso fare loro è di poter tornare e mettere a disposizione del loro Paese le competenze che hanno acquisito qui''. Per l'Italia, ha concluso, ''il consiglio migliore che mi sento di dare è di riuscire a collegare l'economia alla formazione, attivando un trasferimento di competenze fra questi due ambiti''.
Comunicati Stampa / 19.04.2015

 

Nel 2014, il 63% della popolazione di 11 anni e più ha consumato almeno una bevanda alcolica nell’anno, in leggero calo dal 63,9% del 2013. Tra il 2005 e il 2014 la percentuale dei consumatori giornalieri di bevande alcoliche scende dal 31% al 22,1%. Aumenta, invece, la quota di quanti consumano alcol occasionalmente (dal 38,6% al 41%) e quella di coloro che bevono alcolici fuori dai pasti (dal 25,7% al 26,9%). Lo comunica l`Istat nell`indagine sull`uso e l`abuso di alcol in Italia nell`anno 2014. Nel 2014, beve vino il 50,5% della popolazione di 11 anni e più che ha consumato alcolici nell’anno, mentre il 45,1% consuma birra e il 39,9% aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori. Nel complesso, i comportamenti di consumo di alcol che eccedono rispetto alle raccomandazioni per non incorrere in problemi di salute (consumo abituale eccedentario e binge drinking) hanno riguardano 8.265.000 persone (15,2% della popolazione, dal 15,9% nel 2013). Comportamenti che eccedono rispetto alle raccomandazioni si osservano più frequentemente tra gli ultra65enni (il 38% degli uomini e l’8,1% delle donne), tra i giovani di 18-24 anni (rispettivamente 22% e 8,7%) e tra gli adolescenti di 11-17 anni (21,5% e 17,3%). La popolazione più a rischio per il binge drinking è quella giovanile (18-24 anni): il 14,5% dei giovani (21% dei maschi e 7,6% delle femmine) si comporta in questo modo, per lo più durante momenti di socializzazione. Il consumo non moderato da parte dei genitori influenza il comportamento dei figli. Il 22,8% dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore ha un consumo di alcol che eccede le raccomandazioni ha anch’esso abitudini alcoliche non moderate; tale quota scende al 18,7% tra i giovani che vivono con genitori che non bevono o bevono in maniera moderata. Chi eccede nel consumo di alcol spesso è un fumatore o un ex fumatore. Il 24% dei fumatori e il 22% degli ex fumatori hanno un comportamento di consumo che va oltre le quantità raccomandate contro il 10,7% dei non fumatori. Tra i giovani di 18-24 anni che frequentano assiduamente le discoteche sono più diffusi il consumo abituale eccedentario ed il binge drinking (32,4%) rispetto ai coetanei che non vanno in discoteca (7,6%). Stesse differenze si riscontrano tra frequentatori e non di spettacoli sportivi e concerti. Considerando l’ultimo episodio di binge drinking, i luoghi dove si eccede di più con questo comportamento di consumo a rischio sono nell’ordine: casa di amici o parenti (41,8%), bar, pub o birreria (27,4%), ristorante, pizzeria, osteria (24,4%), casa propria (23,8%), discoteca/night (13,3%) e, infine, con analoghe preferenze, luoghi all’aperto o strada (4,7%), e altri luoghi, come ad esempio posti di degustazione o vinoforum (3,2%).