Bruno Vespa non cambi la storia

Bruno Vespa non cambi la storia

Nota dell’on. Gero Grassi – Parlamentare del Partito Democratico 
Confesso di essere da anni un attento lettore di Bruno Vespa. Racconta una parte della Storia d’Italia e lo fa con maestria. Si può condividere o meno, i suoi libri sono indubbiamente uno spaccato delle vicende sociali, politiche ed economiche della nostra Italia raccontati con stile giornalistico asciutto e semplificato.
Sto leggendo l’ultimo libro: “Nel segno del Cavaliere. Silvio Berlusconi, una storia italiana”.
Ho letto la premessa dal titolo “Perché ancora lui”, nella quale Vespa, partendo dal G7 di Napoli del 1994 ed arrivando a L’Aquila 2009, dopo essere passato da Genova 2001, sostiene giustamente che, a fronte di tanti Capi di Stato esteri alternatisi, Berlusconi è ancora presente dopo sedici anni dall’esordio….

Nota dell’on. Gero Grassi – Parlamentare del Partito Democratico 
Confesso di essere da anni un attento lettore di Bruno Vespa. Racconta una parte della Storia d’Italia e lo fa con maestria. Si può condividere o meno, i suoi libri sono indubbiamente uno spaccato delle vicende sociali, politiche ed economiche della nostra Italia raccontati con stile giornalistico asciutto e semplificato.
Sto leggendo l’ultimo libro: “Nel segno del Cavaliere. Silvio Berlusconi, una storia italiana”.
Ho letto la premessa dal titolo “Perché ancora lui”, nella quale Vespa, partendo dal G7 di Napoli del 1994 ed arrivando a L’Aquila 2009, dopo essere passato da Genova 2001, sostiene giustamente che, a fronte di tanti Capi di Stato esteri alternatisi, Berlusconi è ancora presente dopo sedici anni dall’esordio.
Ad un certo punto scrive: “In sedici anni il partito che più gli si è opposto (il PDS-DS-PD) ha cambiato ben sei segretari (Occhetto, D’Alema, Veltroni, Fassino, Franceschini, Bersani).”
No, carissimo Vespa. Questa Storia è falsa e non vale dire che è un passaggio giornalisticamente semplificativo. È un tentativo di rappresentare, non credo senza alcun interesse politico, un percorso non vero.
Vespa sa bene che il PD non è la propaggine del PDS. Sa benissimo che a formare il PD hanno contribuito altre storie politiche italiane. Sa benissimo che Dario Franceschini non viene assolutamente dalla Storia DS, come sa che Bersani, pur provenendo da quella Storia, mai è stato Segretario DS. È stato eletto con le primarie Segretario del PD, così come prima era toccato a Veltroni.
Omette Vespa, almeno nella premessa, di raccontare che per ben due volte Berlusconi è stato battuto, quale candidato premier da un signore che non veniva dalla Storia dei DS e che era stato Ministro DC. Si chiama Romano Prodi, il quale fu eletto da una larga coalizione nella quale i DS avevano un gran peso ma non erano soli. Così come sa che gli si sono opposti, perdendo con larghissimo consenso, Francesco Rutelli e Valter Veltroni.
Omette Vespa di ricordare che, dopo le elezioni del 1994, i Parlamentari eletti nel Patto per l’Italia aderirono tutti al Gruppo del Partito Popolare Italiano e stettero all’opposizione lavorando alla stagione dell’Ulivo. Tra quei Parlamentari ricordo Andreatta, Marini, Mattarella, Bianco, Fioroni, Castagnetti, Bindi, Elia, Mancino … tutti sempre alternativi a Berlusconi. Questi stessi, insieme ad altri, promossero poi la Margherita.
Bruno Vespa forse lo dimentica perché, abbagliato dal trasformismo governativo di Giulio Tremonti che, dopo essere stato per anni consulente socialista di Ministri di centrosinistra, corse sulla strada di Arcore verso il Cavaliere.
Quello di Tremonti, insieme a quello di Grillo, fu la prima folgorazione berlusconiana, tipica di una politica fatta di incoerenza non solo elettorale.
Tutto questo non è poco, come residuale non è la Storia di quanti, pur provenendo da una esperienza diversa dai DS, decisero di stare da questa parte della barricata e di essere alternativi a chi della politica ha una concezione padronale.
Ecco perché ridurre il tutto ai DS è errato storicamente.
Bruno Vespa, intelligentemente, tenta di inviare un messaggio che guarda caso è lo stesso del Cavaliere quando dice. “La sinistra”.
No a Vespa e al Cavaliere: la verità storica va detta. Si deve dire: Centrosinistra, così come si deve dire che il PD è l’unione di partiti diversi, riformisti che hanno rinunciato alla propria Storia per scriverne un’altra con la speranza di riuscirci.