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Il Ministro e la brigatista (2008) (2 edizioni 2008 e 2012)

 Autore: Gero Grassi  Pubblicato: 2008
 Descrizione:

Il “Il Ministro e la brigatista” è un romanzo d’amore che si svolge negli anni 1976, 1977 e 1978: gli anni duri del terrorismo e delle Brigate Rosse, del rapimento e dell’omicidio di Aldo Moro.

Prefazioni di Nichy Vendola e Giuseppe Fioroni.

Il romanzo inizia il 9 maggio 2008, giorno del trentesimo anniversario del ritrovamento di Moro in via Caetani. La mattina, dopo la commemorazione, il Ministro degli Interni Giuseppe De Crescenzio, partecipa alla Camera dei Deputati, al voto finale della Riforma Costituzionale che riduce i Parlamentari ed abolisce il bicameralismo. È l’ultima seduta della legislatura. Cessati i lavori, il Ministro parte in aereo per Bari. Deve infatti partecipare alla commemorazione di Moro che si terrà nella Sala Consiliare del Comune di Ostuni.

Giunto nella Città bianca ed entrato in Municipio, il Ministro ascolta una musica di sottofondo. Trattasi della canzone di Domenico Modugno “Volare”. Pensa sia un omaggio alla pugliesità. Ad un tratto gli va incontro una bella donna sui cinquant’anni che lui non riconosce. Lei si toglie gli occhiali e a quel punto tutto è chiaro. Trattasi di Paola, sua “amica” di università che aveva visto l’ultima volta il 6 maggio 1978, qualche giorno prima del ritrovamento di Moro in via Caetani.

Giuseppe De Crescenzio, nato nel 1958, è il figlio del bidello della sede della Democrazia Cristiana di Terlizzi e sin dalla nascita vive e cresce all’interno della DC. Il padre è un invalido di guerra che si arrangia per vivere. La madre è sarta. Giuseppe respira aria politica sin da bambino ed ha l’onore di conoscere Moro quando ha appena 5 anni. Giuseppe vive tra pane e politica. Suo amico di giochi e di vita è Gianni Inglese, figlio del capogruppo PCI al Comune di Terlizzi. Gianni Inglese, comunista “anomalo”, sarà poi Presidente della Regione Puglia quando Giuseppe è Ministro degli Interni.

Nel 1976, all’Università di Bari, Giuseppe incontra Paola, una bellissima ragazza nata a Maglie, sua coetanea, figlia di un Commissario di Polizia ucciso in uno scontro a fuoco da rapinatori in provincia di Reggio Emilia. Il padre di Paola è medaglia d’oro al valore civile perché, per evitare la strage di bambini che uscivano da scuola e che sarebbero stati investiti dall’auto dei rapinatori, ha sacrificato la propria vita.

Paola, tornata a Maglie con la madre e le sorelle, vive a Bari con una vecchia zia del padre che la ospita. La sua famiglia vive condizioni economiche disagiate. La frequentazione con Giuseppe porta i due ad innamorarsi e a condividere tutti gli eventi di quegli anni tristissimi fatti di omicidi, rapine, speranze, voglia di partecipazione, contrasti sociali.

Sono gli anni nei quali Enrico Berlinguer parla di “Compromesso Storico” ed Aldo Moro teorizza la teoria del “Confronto con i comunisti”. Sono gli anni della “Solidarietà Nazionale” e quelli dell’omicidio di Benedetto Petrone a Bari.

Paola e Giuseppe vivono intensamente il loro rapporto, le difficoltà della Bari ricca e di quella povera, passeggiano per Terlizzi dove incontrano personaggi di varia natura e visitano luoghi simbolo come l’Ospedale. Litigano sulle novità della politica, vivono drammaticamente i forti contrasti dell’epoca ed i tragici giorni in cui le Brigate Rosse fanno vittime. Giuseppe, democristiano intelligente, ritiene che comunque la protesta vada fatto all’interno dello Stato che Moro vuole rinnovare. Paola invece contesta tutto e non accetta le ingiustizie.

Nel romanzo scorrono anche alcuni cantautori della musica italiana da un lato, dall’altro alcuni dei protagonisti della vita politica di ieri e di oggi. E si intrecciano con tanti avvenimenti di quegli anni spesso dimenticati, se non sconosciuti ai più giovani.

Poi il 16 marzo 1978 arriva la strage di via Fani ed il rapimento Moro. I due giovani vivono diversamente i 55 giorni più tragici della Repubblica Italiana. Il 6 maggio Paola parte per Reggio Emilia, dove spesso si reca per vicende connesse alla morte del padre. Il 9 maggio Giuseppe vive il dramma della morte di Moro. Paola nel frattempo non torna, Giuseppe triste e solo l’attende invano per diversi giorni fino a quando si reca alla casa della zia, dove Paola è sempre vissuta. Entra nella sua stanzetta e trova una lettera per lui. L’ha scritta Paola, certa che Giuseppe l’avrebbe trovata. Paola è una delle brigatiste rosse che ha partecipato al rapimento Moro e dal 6 maggio è latitante. Il 9 maggio Paola ha tenuto occupato il posto auto di via Castani in attesa che arrivasse la Renault rossa con il cadavere del Presidente democristiano.
Dopo mesi Paola è arrestata e passa in carcere anni ed anni fino a quando senza denunciare alcuno, ammette pubblicamente di aver sbagliato e si dissocia dal terrorismo. A quel punto, dopo diversi anni trascorsi nel servizio di volontariato, Paola lavora in una cooperativa culturale della provincia di Viterbo.

Il romanzo sviluppa una serie di dualismi, alcuni positivi, altri negativi.

Anzitutto le due città di Paola e Giuseppe sono Terlizzi e Maglie. Dietro Bari e Reggio Emilia.

Giuseppe è democristiano, il suo amico Gianni Inglese comunista, la fidanzata di Giuseppe è Paola, brigatista rossa.
Altro dualismo del libro è quello tra Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, poi quello tra i comunisti che vogliono l’incontro con i democristiani e quelli che lo contestano fortemente. E poi ancora un altro è tra Stato ed antistato, tra vita e morte, tra legalità ed illegalità, tra giustizia ed ingiustizia, tra speranza e rassegnazione.

La ideale conclusione sta nell’incontro, dopo 30 anni, tra Giuseppe e Paola avvenuto il 9 maggio 2008. Quel giorno Giuseppe è il Ministro degli Interni, il suo amico Gianni Inglese Presidente della Regione Puglia, Paola un ex brigatista, ormai parte integrante di uno Stato democratico che è fortemente cambiato. Tutti esprimono una sana e vitale voglia di vivere.

Trattasi di una storia romanzata dove quasi tutti i protagonisti del libro sono veri. Di alcuni, ovviamente, sono modificati alcuni caratteri. Come veri sono i luoghi ed i fatti raccontati. L’unico personaggio completamente inventato è Paola, la brigatista. Ma anche Paola ha grandi tratti esistenti.

Inutile tentare di scoprine il nome perché chiunque può essere Paola.
Paola vive ed opera insieme a noi.

Non so scrivere muovendo la fantasia. Mi piace, invece, scrivere di fatti vissuti, di persone conosciute, di luoghi scrutati. Mi piace raccontare non per aver sentito, ma per aver vissuto.

 

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