Il dibattito
L'ex ministro Fioroni lo vorrebbe in lista per le Europee
Orlando, portavoce Pd, stoppa: «Nessuna candidatura
BARI — «In Europa servono testimonianze che valorizzino l'orgoglio del Sud. Michele Emiliano in lista può portare Bari in Europa come bandiera, anche se sappiamo che resterà a Bari come Flavio Zanonato a Padova. Le loro presenze danno l'idea del buon governo locale, sia del Sud che del Nord. Però è certo che nella vita non si può fare tutto e di più. E non si può stare al centro e in ogni luogo altrimenti il problema non è rappresentato dai riciclati, ma dai miracolati». Così Giuseppe Fioroni, leader dell'associazione «Quarta fase», lancia l'attuale segretario del Pd verso la competizione europea. E lo fa in maniera ben determinata. Dettando però quello che dovrà essere il percorso in caso di vittoria: rinunciare alla guida del partito (sempre che riesca ad essere confermato all'amministrazione comunale di Bari). Differente il parere di Andrea Orlando, portavoce nazionale del Pd, che sempre ieri, a Foggia, ha chiuso le porte al leader regionale: «Emiliano non si deve candidare». Francesco Boccia rincara la dose: «A questo punto dico che siamo già in congresso e in campagna elettorale per le Regionali dell'anno prossimo».
L'indicazione di Fioroni è invece emersa nel corso dell'incontro dell'ala democristiana del Partito democratico sul tema «La crisi c'è, e il Governo? ». Un dibattito serrato che ha tenuto sotto banco le frizioni interne sul testo del federalismo fiscale voluto dal governo e passato alla Camera (ora è in attesa del varo definitivo dal parte di Palazzo Madama) con l'astensione dei parlamentari Pd. Decisione criticata dallo stesso Emiliano che ritiene la riforma «estremamente pericolosa, non solo per i risvolti economici, ma per l'idea di Stato che si realizza. Un'impostazione che dimentica i concetti di perequazione stabiliti dall'articolo 53 della Costituzione e dalla partecipazione secondo le possibilità». «La Puglia ha detto Emiliano - sta già pagando in termini di risorse sottratte alle infrastrutture e allo sviluppo. L'Alta capacità sulla tratta ferroviaria Bari-Napoli è stata sacrificata in nome delle richieste del Nord. Sono molto preoccupato e i governatori del Sud fanno bene a protestare». «Nessuno ha denunciato che dai fondi Fas - ha attaccato Sergio D'Antoni, parlamentare - sono stati fatti sparire 140 milioni per pagare le multe delle imprese del Nord in tema di infrazioni sulle quote latte. Più che fondi per le aree sottoutilizzate mi pare che si debba parlare di fondi aree settentrionali ».
E sulle divergenze sul voto di astensione del Pd alla riforma? «Lo abbiamo fatto - ha chiarito D'Antoni - perché siamo riusciti a far passare importanti emendamenti tra cui l'eliminazione della riserva sull'aliquota Irpef e la difesa del concetto di perequazione. Certo, ora è vitale il controllo da esercitare nella fase d'attuazione. Anche perché ci sarà una Bicamerale che analizzerà ogni passaggio ». «Per riattivare l'economia - ha sostenuto Paolo Gentiloni - è urgente far partire un programma fattibile di opere pubbliche, garantire il credito alle imprese e un assegno a chi perde il posto di lavoro. Su questi temi il governo latita. In particolare, il ministro Raffaele Fitto che avrebbe dovuto fare di più e ha ottenuto ben poco». Il gelo all'interno del Pd regionale sembra però rimanere. Emiliano ha lasciato l'incontro evitando di effettuare commenti sull'astensione («Quello che avevo da dire l'ho già detto», ha risposto). E una maggiore mobilitazione del territorio è richiesta da Raffaele Bonanni, leader della Cisl: «La classe dirigente locale del meridione deve svegliarsi. Non vedo vivacità politica e questo è un problema gravissimo».
Vito Fatiguso
29 marzo 2009