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Lo ricorda l’on. Gero Grassi-Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera
 
 Il 21 novembre 2009 è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari l’ing. Cesare De Chirico, nato il 9 Maggio 1937, figura politica di spicco del panorama cittadino per oltre un ventennio.
Ripercorrendo la sua vita politica, si può constatare la ricorrente presenza nelle amministrazioni locali che si sono susseguite dall’inizio degli anni ’70 fino agli anni ‘90.
Volendo usare la simbologia e racchiudere in una cifra il suo contributo alla vita politica terlizzese, dovremmo dire 26. Sono infatti questi gli anni in cui “Cesarino”, come tutti lo chiamavano, è stato presente in Consiglio comunale. Ogni qual volta c’è stato il rinnovo della compagine amministrativa, la sua candidatura ha raccolto sempre largo consenso.
 

di Gero Grassi-Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera
 
 “Sono stanca di combattere contro il cancro con la mia pelle e con le mancanze di questo maledetto ospedale. Abbiamo tutto, ma non abbiamo il test di Fischer che ci legge l'aggressività del tumore. E ogni volta queste donne con i vetrini si devono sbattere per l'Italia per fare questo esame richiesto dall'ospedale stesso, poiché importante per impostare la chemioterapia. Sono esausta. I miei cancri aumentano ed io mi sento così inutile. Ho tanta paura di morire e di non aver lasciato nessun segno. Neanche migliorati i servizi sanitari, quelli più banali. Sono arrabbiata come non lo sono mai stata. Sono triste. Vorrei essere potente. Stare in alto. Contare qualcosa per poter fare qualcosa.   Vorrei stare al tuo posto per gridare ed ottenere. Dal mio posto posso solo gridare, che disperazione. Ho aperto il mio cuore a te ed esternato le mie debolezze a te solo, perché ti stimo.”
Antonia Siena.
Questo è il messaggio pervenutomi da Antonia.
Il mio essere uomo sensibile, prima che politico con un ruolo istituzionale, mi impone grande impegno su una tematica che certamente sta a cuore non solo ad Antonia Siena, ma a tutte le donne, che come lei, vengono inaspettatamente travolte da una malattia che non permette indugi e va combattuta con tutte le armi a disposizione.
 

di Gero Grassi - Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera
 
 La “Questione meridionale” da decenni viene affrontata senza giungere a soluzione.
Molto dipende dai problemi storici insiti in una terra che ha ereditato dall’Unità d’Italia solo fame e miseria, ma tanto dipende dalla residualità a cui è stata relegata da molti Governi che si sono avvicendati, perché geograficamente scomoda.
Oggi si scopre il Mediterraneo e la posizione a sud dell’Italia sembra non essere più un limite, anzi un vantaggio da “sfruttare”. Un passo in avanti quindi, ma ne serviranno ancora molti per percorrere la strada che c’è da fare.
 E’stato presentato il rapporto Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel mezzogiorno). I dati sono stati confermati da una ricerca di Confindustria sull’economia del Mezzogiorno. In sintesi si afferma che a 150 anni dall’Unità d’Italia, il sud non ha ancora superato il gap, anzi il divario tra le regioni a nord della capitale e quelle a sud, per certi versi si è aggravato. Si ha percezione del problema, si tenta una risoluzione, ma ciò che salta agli occhi è la confusione che governa il tutto......

 
 Ad affermarlo in una nota è l’on. Gero Grassi Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera.
  
“Il Governo ha deciso che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce che i privati metteranno in vendita. Una decisione che, ancora una volta, porta il Governo di centro-destra a schierarsi dalla parte dei “poteri forti” e non certo del cittadino comune.”
Ad affermarlo in una nota è l’on. Gero Grassi.
 “Questa decisione – prosegue - non mancherà di favorire le multinazionali che oggi possiedono già le acque minerali, mettendo i cittadini nella condizione di dover pagare, per far proprio un diritto acquisito.”