Lettera aperta al Presidente Massimo D'Alema
di Gero Grassi - Vicepresidente Commissione Affari Sociali Camera Deputati
Caro Massimo,
Ti ho ascoltato attentamente durante i lavori dell'Assemblea Regionale PD. I tempi stretti del dibattito mi hanno impedito di intervenire.
Condivido totalmente alcune tue considerazioni sulla necessità di allargare la coalizione di Centrosinistra. Non condivido affatto l'alternatività tra l'allargamento e la riconferma del Presidente uscente, seppur citata con riferimento ad altrui posizioni. L'abilità del PD deve essere quella di unire, non dividere il Centrosinistra. Certamente non spetta al PD addossarsi la responsabilità di rinnegare la propria storia. Nel passato i "Laboratori della Politica" , penso a quello di Aldo Moro, hanno prodotto allargamenti, non sostituzioni.
Qui, però, voglio porti un altro problema. Di metodo, ma, consentimi, di sostanza, inerente l'essere partito.
Il dibattito assembleare del PD non ha prodotto una posizione unitaria...quindi nessuno, nemmeno tu, al quale riconosco autorevolezza politica, può concludere i lavori con una posizione diversa da quella emersa. E la posizione emersa era di diversità sostanziale.
Nel Partito Democratico, come nella migliore tradizione dei partiti italiani, dove non vigeva il centralismo democratico, alla fine di un'Assemblea si vota e la decisione poi viene rispettata da tutti, come è giusto che sia.
Io sono un democratico che vuole stare nel PD, accetto di essere minoranza e lavoro per diventare maggioranza attraverso il confronto, il dibattito, la comprensione delle ragioni altrui. Ma nessuno può effettuare una reductio ad unum del pensiero mio e di quanti la pensano come me. Perchè in un partito si può stare in maggioranza o in minoranza anche su specifici problemi. L'unica cosa che non si può fare: è affidare a terzi il proprio pensiero e la propria intelligenza.
Con stima ed amicizia, consapevole che ....insieme si può.